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Ciao Sam,

Sta mattina mi sono arrivate delle lettere da parte tua, e le ho lette.
Grazie per pensare a tutto e per essere una donna così forte, grazie per essere una mamma così perfetta.
Scusa se in questi ultimi giorni non ti ho scritto, ma non ci sono riuscito.
Ho il cuore in mille pezzi Sam, e a volte nel vedere gli orrori di questa guerra, rimango senza parole e non parlo con nessuno.
Devi sapere che ieri abbiamo perso Reven....
Non ho potuto fare niente per salvarlo.

Un maledetto Tedesco gli ha sparato un proiettile in testa mentre lui stava prendendo la mira per sparare a uno di loro.
L'elmetto che aveva è stato distrutto li sul colpo, non è servito a niente.
So che non dovrei dirti certe cose, per non farti stare male, ma a volte mi sento talmente solo e triste che l'unico mio rifugio, sono queste lettere che ti indirizzo e spero vivamente che ti arrivino.
Ho provato ad aiutare Reven, ma quando mi sono avvicinato a lui, non respirava più.
Ti dico solo che in quel momento mi sono sentito talmente inutile amor mio che ho iniziato a piangere, poi Jackson è venuto in mio soccorso e mi ha coperto le spalle.
Ero distrutto....
Quando ci siamo conosciuti, più o meno tre settimane fa, una delle prime cose che ci siamo promessi tra di noi è quella di avvisare le nostre famiglie se uno di noi non dovesse farcela... e adesso, tocca a me.
Ti giuro che non ho il coraggio di alzare quel maledetto telefono e chiamare la famiglia di Reven. Mi sento come se il mondo mi stesse cadendo addosso.
Se non dovessi farcela, chiederò a Jackson di farlo al posto mio, lui sa essere un pò più diretto.

Comunque, dalle tue lettere ho capito che hai lasciato Mya dai nonni, hai fatto bene.
Sono contento che stia con loro, sicuramente non le fanno mancare niente.
Ti amo tanto Sam, vi penso ogni attimo e in ogni momento della giornata, pregando il Signore di risparmiare la mia vita per potervi stringere di nuovo tra le braccia.
Tra poco dovrebbe arrivare un camion con rifornimento di cibo, ormai, in questi giorni abbiamo consumato tanto.
Non si direbbe a vederci, ma fortunatamente il cibo è una delle poche cose delle cui preoccuparsi e alle cui pensare.
Ultimamente non mangio tanto.
Non perchè non voglio, ma semplicemente perchè non ci riesco. Non riesco a pensare al cibo quando vedo i miei compagni soffrire addolorati nei loro letti, oppure in trincea, dove cercano di opporsi al dolore e alla fatica.
È difficile la vita qui, e mi auguro di uscirne presto, anche se le radio, non annunciano niente di buono.
Ti lascio Sam, il camion sta arrivando.
Ti amo tanto,

                                                  Il tuo Aaron.

IL BRIVIDO DELLA NOTTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora