Lettere segrete - Curiosità (1445 parole)

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C'è sempre stata una parte di storia della mia famiglia nascosta a tutti, e di cui tutti sono ancora troppo attratti per lasciarla semplicemente andare e cadere nel più profondo oblio. Ognuno ha la sua versione dei fatti e della storia. C'è chi si ostina a pensare che sia effettivamente avvenuto un'omicidio in famiglia e che, quindi, sia stato proprio il mio bisnonno, insieme a suo fratello, ad uccidere suo padre. Altri dicono che la mia bis bisnonna Emma fosse una strega molto potente, e che avesse lanciato una maledizione al villaggio in cui abitava. Altri ancora sostengono che non siamo nemmeno tutti imparentati, e che ci siano molti loschi tradimenti dietro ad ogni relazione. Baggianate, direte voi, e anche io lo dicevo, almeno fino a quando non ritrovai delle vecchie lettere, che rivelavano tante verità, forse troppe, forse scomode.

Era la Vigilia di Natale. Tutti stavano festeggiando, poiché da dove vengo io la vera festa si celebra la Vigilia, ed ero andata a prendere un'altra bottiglia di liquore alla ciliegia. Non mi era mai piaciuta la vecchia soffitta, aveva un non so che di spettrale. Avevo ormai in mano la bottiglia di liquore, quando pestai un mucchio di fogli logori. Mi chinai a raccoglierli, quando trovai la prima di quella che sarebbe stata una non troppo breve serie di lettere.

14 maggio 1994

Cara Helga,
È da mesi ormai che sospettavo delle tue colpe, ma mai mi sarei immaginato che mi potessi tradire con il dottor Schneider. Adesso come faremo con la piccola Betta?

Horst

Avevo sentito parlare poche volte in famiglia del tradimento della mia bisnonna e avere in mano, in quel momento, delle prove quasi concrete dell'accaduto, mi lasciò leggermente spiazzata. Era veramente avvenuto un tradimento allora...

La seconda lettera la trovai il giorno dell'ottantesimo compleanno del mio bisnonno, Horst. Stavo prendendo da uno scaffale il suo regalo, quando notai una scatola contenete vari fogli e documenti. Sarà forse che l'alcol mi aveva dato alla testa, o che l'atmosfera era fin troppo simile a quelle che avevo sempre letto nei libri, ma sta di fatto che decisi di dare un'occhiata più approfondita a ciò che conteneva quella scatola. Ed ecco che tra le mie mani capitò una lettera tutta gialla e malridotta, di cui si leggevano, purtroppo, solo poche righe.

19 novembre 1924

Caro Franz,
Mi sono trovata costretta a lasciare Allendorf. Le voci che infangavano il mio nome non hanno fatto altro che stremarmi e, quando la folla si è accanita sulla mia dimora, non ho più retto la tensione. Ho maledetto tutti gli abitanti di Allendorf, facendoli scappare e rifugiare nelle proprie abitazioni. Purtroppo ho dovuto lasciare lì tutti i miei beni, che, per questo, dono a te. Nessun posto mi sembra abbastanza lontano da Allendorf, perciò tenterò di raggiungere Berlino, dove la gente dovrebbe essere di mente molto più aperta. Non mi venire a cercare, non ne vale la pena.
Addio.

Con affetto,
Emma

Due erano le cose che questa lettera svelava principalmente: prima di sposare Hermann la mia bis bisnonna stava con un'altro uomo, e, per quanto potesse essere un qualcosa accaduto solo nella sua testa, aveva scagliato una maledizione. Mi sembra inutile dire che non fosse una vera strega, perché le streghe non esistono, ma ci tengo comunque a precisare che, facendo varie ricerche, scoprii che Allendorf, molti anni fa, era un paese pieno zeppo di persone che ancora credevano nella magia nera. Sta di fatto, però, che questa lettera la conservai in modo assai ossessivo, perché era preziosa, preziossima.

La terza diciamo che non la trovai io, ma fu più lei a trovare me, o meglio, fu mia nonna a decidere di farci incontrare. Era una calda giornata di fine agosto e mi aveva chiesto di aiutarla a sistemare i mobili in sala, quando, sottovoce, mi disse che doveva farmi vedere qualcosa di molto importante. Mi portò un vecchio carillon rotto, per poi aprirlo, rivelando così il suo secondo fondo, in cui c'era accartocciato quello che, a primo impatto, mi sembrava un foglio sgualcito, ma che poi si rivelò essere, appunto, la terza lettera. Mia nonna mi disse di non farla vedere a nessun'altro famigliare, e così io feci.

3 febbraio 1986

Caro Christian,
In quanto tu sia mio figlio, anche se non di sangue, mi sento in dovere di confidarmi con te. Io e mio fratello Klaus abbiamo un piano per far sparire dalla circolazione nostro padre, Hans. Ti racconterò i dettagli quando riusciremo a rivederci. Nella speranza che vada tutto a buon fine, ti saluto

A presto,
Horst.

Il mittente era, nuovamente, il mio bisnonno e il destinario il mio prozio. Questa fu la lettera che più mi colpì. Fu come ricevere un pugno allo stomaco. Doloroso. Anche se non era scritto espressamente, si capiva che il mio bisononno e suo fratello volessero far fuori Hans e questo mi sconvolse molto più del previsto. Tutto ciò in cui avevo sempre creduto si stava sbriciolando sotto i miei stessi occhi, divenendo niente di più che un mucchietto di cenere di bugie e ricordi sbiaditi. Ne avrei voluto sapere di più, ma non era il caso di chiedere spiegazioni, e questo lo sapevo fin troppo bene.

La quarta ed ultima lettera la presi dal portagioie della mia bisnonna. L'avevo intravista per caso ed ero intenzionata a prenderla, fin troppo convinta che dovesse essere molto preziosa per trovarsi proprio lì. Con neanche troppi sforzi la lettera venne in mio possesso. Era una cosa subdola quella che stavo per fare e lo sapevo perfettamente, ma la curiosità in quel momento mi stava accecando. Se potessi tornare indietro probabilmente lo farei ancora, ma solo perché il contenuto di quella lettera è forse una delle dichiarazioni più importanti della storia della mia famiglia.

30 dicembre 1988

Cara Helga,
Sono io, Klaus. Prima di passare ai fatti concreti, ti devo chiedere di non far vedere questa lettera a nesssuno. È molto importante che tu sia l'unica a leggerla.
Ti devo, con mio grande rammarico, confessare un'orribile crimine che ho commesso. Sono andato a dire alle autorità che tuo figlio, Christian, è scappato nella Berlino dell'ovest. Solo ora, mentre ormai le guardie stanno andando a riferire tutto ai capi, capisco veramente la gravità delle mie azioni. In mia discolpa posso solo dire che loro si fidavano di me, e che io semplicemente non potessi mentirgli così spudoratamente. Non confido in un perdono da parte di Horst, ma spero che almeno tu mi riesca a capire, riuscendomi magari anche, un giorno, a perdonare.
Ti sto scrivendo questa lettera anche per avvisarti: entro questa sera le autorità verranno a casa vostra, andatevene finché siete in tempo.
Mi dispiace per tutti i danni che vi sto causando, scusatemi, vi prego...

Nella speranza di rivederci,
Klaus

C'erano troppe informazioni in quella lettera ed io ci misi almeno una decina di minuti per riprendermi del tutto. Era stato Klaus a tradire la mia famiglia in passato e la mia bisnonna lo sapeva... Dopo queste rivelazioni decisi di starmene per un po' lontana da vecchie lettere e scritti trovati in casa dei miei vari nonni. In realtà non ebbi nemmeno più l'occasione di cercarne altre, perché proprio in quel periodo mi allontanai bruscamente dalla mia famiglia. Ma questa, purtroppo, è un'altra storia.



In questo breve testo ho parlato della mia famiglia da parte di madre, romanzandola solo dove necessario. Ci ho messo veramente molto tempo, perché ho dovuto tradurre una lettera che avevo con me dal tedesco all'italiano, e perché le altre le ho tutte cercate tra delle vecchie foto che avevo fatto, nella speranza di ricordarmi di cosa parlassero. Le varie traduzioni non sono proprio letterali, poiché ho cercato di preservare il più possibile il significato delle lettere. I vari personaggi citati sono tutti reali, ma, per rispetto, ho deciso di cambiare loro il nome, solo nel caso della mia bis bisnonna ho preferito lasciarle il nome Emma, ma perché ci tengo in modo personale. Mi sono voluta cimentare nella scrittura di un testo basato completamente su una parte della mia famiglia perché credo che abbia veramente molti segreti, e perché ne ha passate tante, dalle varie guerre alla caduta del muro di Berlino.
Prima di concludere questa One-Shot voglio aggiungere che io amo profondamente ed inesorabilmente la mia famiglia, e, ripensandoci, mi pento profondamemte di alcune scelto che ho fatto, scelte che me l'hanno inevitabilmente e permanentemente portata in parte via. Per finire in bellezza, ecco una delle frasi più belle e veritiere dette da un essere umano, che, per la precisione, porta il nome di Michael J. Fox:

"La famiglia non è una cosa importante. È tutto."

E io vorrei solo essermene accorta prima...

thatsmarti (Scusa per il ritardo, ma ho avuto problemi di connessione)

One-shot per il contest "Emozioniamoci" Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora