Aspettami, Mondo - Noia, Quarantena e Amicizia (1463 parole)

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Consiglio di accendere il video qui sopra e ascoltare la canzone mentre si legge, poiché mi sono ispirata alle sue parole per scrivere.

thatsmarti

Una goccia ti pioggia raggiunge finalmente la mia mano, che ho sporto in avanti in una futile ricerca di una scappatoia da quella che ormai non sembra più essere una casa, ma più una prigione. Un leggero brivido mi percorre la schiena e una folata di vento mi smuove i capelli, che, disordinati come sono, si iniziano già ad annodare. Pian piano, mentre le nuvole nere brontolano e l'aria fresca di fine marzo continua a soffiare leggera sul mio volto, piccole e leggere gocce di pioggia raggiungono il terreno, aumentando di attimo in attimo la loro velocità, fino a quando mi vedo costretta a ritirare il braccio in dentro. Per un secondo soltanto mi sembra che quel vuoto straziante dentro di me stia scoparendo, ma, quando sospiro, mi vedo costretta a ricredermi. E non mi fa male tanto il fatto che ci sia questo vuoto, perché ormai ci sono abituata, ma che io sappia della sua esistenza e non riesca a sconfiggerlo. Forse perché me lo sono creata da sola o forse perché non sono stata abbastanza furba da leggere qualcosa o chiamare un mio amico per prevenire la sua creazione. Non che abbia così tanti amici tra cui scegliere, a dire il vero, ma quei pochi, pochissimi che ho valgono oro puro, e, purtroppo, solo ora me ne riesco a rendere veramente conto. Faccio vagare il mio sguardo per la strada davanti a me e centinaia, se non migliaia di ricordi mi attraversano la mente.
Io e Luca che giochiamo a pallone in mezzo alla strada e gli anziani che ci suonano il clacson.
Maria che mi riempie lo zaino di patatine mentre camminiamo.
Noi tre che ridiamo a crepapelle perché mia zia ci ha rimproverati.
Maria che mi grida dal fondo della strada che sono pazza ad uscire in mezzo ad un temporale e Luca che mi urla di rientrare in casa...
La mente continua a proiettarmi davanti agli occhi quest'ultimo ricordo, come una cassetta rotta che riproduce gli stessi suoni all'infinito. Sbatto le palpebre e guardo il cielo, per poi riguardare la strada, il suo fondo, per essere più precisi. Lo guardo, ma non c'è Maria, e nemmeno Luca. Il mio sguardo si punta nuovamente verso le nuvole scure, da cui provengono sordi tuoni, preceduti da lontani e fulminei lampi, provocando un fastidioso sottofondo. Ma in questo sottofondo non c'è la stridula voce di Maria che mi da della pazza, e nemmeno quella calma di Luca che mi incinta a smettere di fare la stupida e andare a casa. Sento una terribile fitta al cuore, perché, in fondo alla strada, non ci sono Maria e Luca, e non so quando ci saranno di nuovo. Vorrei avere la forza di fare qualcosa e togliermi questo vuoto dalle viscere, ma non ci riesco, perché è molto più forte di me. Non ho voglia di disegnare, di leggere, di guardare la televisione, e nemmeno di giocare a Monopoly con i miei fratelli. Voglio solo uscire di casa, ma non posso. E fa oscenamente male il sapere che sia così impotente e inutile, come una formica che cerca di fermare una valanga. Non è la prima volta che mi annoio e non ho voglia di fare nulla, ma questa volta è diverso, perché non ho veramente scelta, e perché quella porta non si apre mai veramente, se non per far uscire mio padre. Gli occhi mi bruciano. Non ho voglia di piangere, ma nemmeno di starmene qui a fare niente. La testa mi duole e mi inzia a girare. Ho una voglia matta di urlare in questo momento, anche se so che non lo posso realmente fare, come so che non posso realmente sapere quando tutto questo finirà. Sospiro, sfinita dai miei stessi pensieri e ragionamenti, e socchiudo gli occhi. Li riapro, e Maria e Luca ancora non ci sono in fondo alla strada. Ripenso a tutto ciò che oggi mia madre mi ha proposto di fare, ma non c'è nulla che mi aggrada a tal punto da farmi desiderare di farlo. È un vero peccato, a dirla tutta, ma non ci posso fare molto se questo vuoto prende il soppravvento su tutto ciò che mi riguarda e circonda, come uno scuro velo che annebbia la lucidità e sbiadisce le certezze. La pioggia si è fatta improvvisamente molto più intesa e l'aria, più che fresca, ora mi sembra gelida. Mi stringo nella mia felpa blu, che probabilmente non tolgo da fin troppi giorni, e, anche se ho mal di testa, penso a tutto quello che sta accadendo là fuori... Fa un certo effetto dire là fuori, come se fosse un campo minato su cui non si può mettere piede e di cui tutti hanno paura. Ma cosa c'è, in fin dei conti, là fuori? Il caos. Un intero mondo a soqquadro che cerca di aggrapparsi a delle inutili speranze per rimettersi a posto, ma che in fondo forse mai ce la farà, perché noi non siamo abituati a sperare e credere nei sogni. Ed ecco che da un balcone esce una bambina dai folti capelli neri, per poi tornare dentro, probabilmente sgridata dalla madre. È incredibile di come ci si accorga delle piccole cose in momenti come questo, e di come prima neanche ci si faccia caso. Già, prima... È terribilmente strano ammettere che ci fosse un prima, perché a volte sarebbe molto più facile pensare che sia sempre stato così, che da sempre non si possa uscire di casa, e che da sempre ci sia la quarantena. Non vedo l'ora che tutto questo finisca, ma purtroppo i medici al telegiornale dicono che ci vorrà ancora molto tempo e che bisogna avere pazienza. Il problema è che io non voglio avere paziena... Perché sono stufa. Stufa di questa stanza opprimente, delle strade vuote, delle risate trattenute per non sembrare inopportuna, di non riuscire a vedere Maria e Luca, di non poter uscire di casa e di questa angosciante noia che si è trasformata in un vuoto assai pesante, proprio sul cuore e che, con il passare del tempo, ne sono certa, finirà per venirne schiacciato. Deglutisco a vuoto, perché non so cosa si debba fare o dire in momenti come questo, in momenti in cui la fine del mondo sembra vicina come non mai. Mi manca tutto e non so più a cosa sostenermi per rimanere in piedi, perché sento di star per cadere e questa cosa mi sta facendo andare di matto. Mi alzo in piedi facendo strusciare rumorosamente la sedia per terra e appoggio entrambe le mani sul davanzale della finestra. E lo sento... Sento che sto per urlare. Perché la mia guancia destra è gia solcata da una lacrima, le mie labbra fremono, tremano, e si socchiudono, e i ricordi ormai sono come pungenti lame che trapassano il mio cuore, già messo alle strette dal vuoto.
Perché, Mondo, non hai aspettato ancora un po' per collassare? Perché non ci hai avvisati? Perché Mondo? Perché?
Guardo in fondo alla strada e Maria e Luca non ci sono, e forse mai più ci saranno come prima. Vorrei che il Mondo si fermasse e ci aspettasse tutti, in modo da poter salutare chi si vorrebbe salutare prima di un evento del genere e dire addio ai più anziani parenti, in caso non li si vedano più. Perché, Mondo, non hai aspettato?
La gola mi brucia e mi si gonfia il petto. Senza quasi volerlo fare apposta la mia bocca si apre e ne esce un urlo:

"Aspettami Mondo!"

Alcuni uccelli che erano poggiati sui rami degli alberi sbattono furiosamente le ali e se ne vanno. Vedo alcune persone fare capolino dai propri balconi e finestre, e sono sicura che, per quanto mi stiano guardando scettici, anche loro vorrebbero urlare. Solo ora mi accorgo che il mio respiro è affannato e la mia felpa ormai in alcuni punti bagnata. Con ancora le lacrime agli occhi mi metto a sorridere, capendo quanto sia poco furba a volte. Alzo di nuovo la testa e guardo un'ultima volta in fondo alla strada, prima di girare pagina e chiudere il libro per riuscire a ricominciare da capo, con nuove idee e una pagina tutta pulita e bianca da poter scarabocchiare. Maria e Luca non ci sono in fondo alla strada, ma va bene così. Perché è normale che il Mondo non mi aspetti, quando anche lui, magari, sta chiedendo al Cosmo di aspettarlo. Il vuoto dentro di me si è rimpicciolito e il cuore mi è divenuto molto più leggero. Ho una nuova speranza, e sono sicura che se tutti quanti sperassimo con corpo e anima, allora il Cosmo, forse, riuscirebbe a sentire il Mondo urlare, e allora ci aiuterebbe.
E in cosa spero esattamente?
Spero in un domani migliore, e di poter vedere nuovamente Maria e Luca in fondo alla strada.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 26, 2020 ⏰

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