Y come Yuk!

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Chi si ricorda di Pippo? Lui con quella sua aria di assonnato cittadino placido e serafico, lì, uno come tanti. Quanti vivono una vita nei panni di quel Pippo? Quanti si lasciano avvolgere da una comoda poltrona, e sognano e sognano e trdtttrammm ecco che l'elemento di disturbo fa il suo ingresso e stravolge lo scenario. Quell'elemento di disturbo è caro a quel Pippo che si accorge di un misterioso gioco sotto.

Sotto dove?

Sotto a tutto ciò che è!

Riposare è tanto bello, il fatto è che se fosse per Pippo questi riposerebbe sempre. La vita lo stuzzica e gli da curiose tracce da percorrere sino a che eccolo lì che se ne è accorto. Caduto e ricaduto e mille volte si è alzato, ora si osserva e si piace. Che importanza ha cadere per colui che si sente abile a riprendere il sentiero nonostante i tonfi?

E quanti botti sulla via e quanti elementi che stridono, il baccano che non c'è.

Tutto fa brodo e Pippo sorride. Yuk!

                                                        

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                                               Suoni e Stelle

                                              21 gennaio 2018


Una casa ed i suoi rintocchi.

Chi bussa?

Ora uno, poi un altro e un po' tutti.

Ognuno con i suoi suoni.

Suoni di svariate frequenze.

E il palazzo accoglie, siano essi tristi o allegri, movimentati oppure placidi, agguerriti, indifferenti, cordiali o chi lo sa.

Tutti quanti hanno l'accesso se appartengono a quella struttura.

Un palazzo di città.

Un aggregato di cellule.

Una maglia rada, fitta e ci sono le vie di mezzo.

C'è chi si ode più di altri.

Nonostante la finestra chiusa, c'è chi da spettacolo in quella particolare cellula-cella.

Uno più di altri, al solito ha l'incarico di ostacolare per snidare ciò che ancora non verte all'apparenza.

Certo, il malcapitato frontaliere, ha il suo daffare.

Quasi fosse vittima di un complotto universale.

Egli è lì che abita! In quella fucina di emozioni, egli abita lì e i suoi cari a volergli bene.

Eppure si sente out.

Un calimero, un prigioniero d'apparenze, vittima di uno e mille errori.

Lui incompreso.

I suoni, che scaturiscono naturalmente dalle sue labbra, allenate allo scontro, toccano gli apici.

I decibel prodotti scivolano dalle fessure di quegli infissi, passano da sotto la porta d'ingresso e scendono, salgono e passeggiano indisturbati fuori e dentro le restanti cellule.

I suoni si fanno compagnia.

C'è quello moderato, che conforta.

C'è l'urlo di guerra.

STORIE A CAVALLO-UN VIAGGIO NELL'ESSERE DONNA = Pagina del giovedìDove le storie prendono vita. Scoprilo ora