Capitolo 2 - Rinascita parte 2

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// Logan's POV //

«Ma... è legale?» Esclamai.
«Beh... nel suo caso sì.» rispose Scott.
«Ok... Ma perché io? Non avevate un soldato super patriottico o un volontario?»
«Sarebbe stato troppo rischioso lavorare su un corpo vivo, dovevamo selezionare un cadavere e lei era il più idoneo al progetto.»
«Secondo quale criterio?»
«Le sue prestazioni ottimali, il suo coraggio e la sua richiesta di arruolamento.»
«Rifiutata.»
«Ma tenuta in considerazione.»
Lo guardai con uno sguardo fulminante, ci fu un secondo di silenzio... Poi continuò:
«Siamo un corpo militare ma non ci interessiamo del reclutamento nella Marina... Ergo siamo all'oscuro dei motivi riguardanti il rifiuto, ma voleva cambiare le cose e ora può farlo.»
«Volevo farlo DA VIVO... Non ho mai sognato di diventare un robot.»
«Cyborg.»
«È uguale. Cosa dirò alla mia ragazza, alla mia famiglia...»
«La signorina Iris e sua sorella hanno avuto modo di vedere il suo cadavere» Un brivido mi percorse la schiena. Iris mi aveva visto morto. Agghiacciato rimasi in silenzio ad ascoltare quello che il mio interlocutore olografico diceva, anche se migliaia di pensieri affliggevano il mio cervello... O quello che rimaneva di esso. «Sono state loro a darmi il consenso per l'operazione... Sono a conoscenza di ciò che abbiamo dovuto fare per riportarla in vita e delle conseguenze di questa azione e sono d'accordo.» Continuò.
«Eh?»
«Sua madre invece è all'oscuro di tutto.»
«E per due settimane dove sarei stato? Alle Maldive?»
«Da quel che sa sua madre, lei sta frequentando un corso per barman in Florida. L'offerta le è arrivata all'ultimo minuto e per questo motivo non ha avuto tempo di avvisarla, incredibilmente sua madre ci ha creduto. Tuttavia, l'assenza di telefonate le farà guadagnare una bella lavata di capo.»
«Ok, ho bisogno di bere...»
«Immagino, purtroppo le è impossibile ubriacarsi. Se ha voglia di vestirsi e seguirmi, le illustrerò le funzioni del suo nuovo corpo.»
Guardai in basso. «Oh, già... i vestiti.» L'ologramma si dissolse dopo aver indicato una porta alla mia destra, vicino alla quale si trovava uno sgabello con sopra dei vestiti. Degli anfibi militari, un pantalone grigio scuro e una canottiera nera. Sul momento pensai al mio giubbotto di pelle, ci tenevo tanto, un vero peccato che fosse finito in brandelli. Ora che ci penso, una persona normale farebbe queste osservazioni pensando agli arti persi. Vi starete chiedendo come mai non stessi frignando, ma era una strana sensazione la mia. Tutte queste informazioni erano dure da digerire. Sinceramente, sul momento, facevo ancora fatica a crederci.

Uscii dalla stanza in cui mi trovavo. Di fronte a me vidi la versione in carne ed ossa del "Generale McFayer". A proposito «Perché eri un ologramma?»
«La tua forza è al momento difficile da controllare, e visto che mi aspettavo una reazione come quella di prima, ho preferito prevenire.»
Guardai la mia mano. Strinsi il pugno. Lo sentivo mio, ma non lo era... era meccanico. L'arto vero non c'era. Eppure io lo sentivo. Provai a toccarmi una guancia. La sensibilità al tatto era quella che si prova quando si indossa un guanto pesante. Non percepivo il calore della pelle, potevo solo rendermi conto di stare toccando una superficie liscia.
Scott mi guardò e disse: «Si... purtroppo questo è il massimo che abbiamo potuto fare. Per quanto la tecnologia utilizzata sia molto avanzata, non potevamo fare miracoli. Appena sarà possibile un upgrade cercheremo di aumentare la tua sensibilità agli arti. Inoltre, per lo stesso motivo, non siamo riusciti a mimetizzare le tue braccia ma ci stiamo lavorando; per ora, maniche lunghe e guanti.»
«E il lavoro?»
«Ti abbiamo fatto licenziare, penseremo noi a fornirti il necessario per vivere.»
«Questo dovrebbe convincermi ad affrontare quelle cose?»
«L'hai già fatto per molto meno...»
«E se non volessi accettare?»
«Mi dispiace ma hanno accettato tua sorella e la tua ragazza, in quel momento eri morto, quindi anche se non è il massimo da dire, hanno scelto loro per te. Se la cosa non ti sta bene dovremo spegnerti e cercare un altro candidato. Vorrei farti notare che molte persone darebbero tutto per avere una seconda possibilità come la tua. Fossi in te, ci penserei bene.»

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