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Le principesse non potevano scegliere il proprio pretendente: era risaputo in tutto il mondo.
Le storie che mi leggeva nonna Edda da bambina per indurmi al sonno divennero presto realtà. Sebbene siano state apportate alcune modifiche il succo della trama era sempre il medesimo.
Sin dall'infanzia la nonna Edda mi raccontava delle storie sui pirati, ninja, reali e sui loro amori impossibili. In particolare una, a cui sarà stata legata parecchio e potevo riconoscerlo dal luccichio che le intravidi negli occhi quando la incominciava a recitare a memoria, come se l'avesse vissuta in prima persona.
Infatti con mia grande sorpresa piaceva assai anche a me. Era intrigante e coinvolgente: riguardava le vicende tra un giovane pirata di nome Pete alla ricerca di un'antica nave contenente un tesoro e un mausoleo, il quale si era innamorato perdutamente di una principessa di nome Takara promessa in sposa ad un ricco Duca di Edimburgo.
Il giovane rinunciò alla missione e si lasciò catturare per lei. Il loro era un amore proibito ed impossibile.
Di sottofondo si rilevava una vena drammatica simile più o meno alle commedie tragiche shakespeariane, di cui mi ero imbattuta all'età di quindici anni. Dopo Shakespeare lèssi un sacco di altri autori considerati nelle loro epoche incomprensibili; riscoperti soltanto alla loro morte. Nessuno aveva colto la loro visione realistica del mondo, sebbene alcuni avessero fornito paragoni metaforici e distorti della vita.
Ma l'amore tra Pete e Takara rimarrà in assoluto qualcosa di indescrivibile, qualcosa che non trovai scritto sopra nessun libro o fumetto; nemmeno appuntato in un quaderno o block notes che potesse appartenere alla nonna.
L'unica cosa che era e rimarrà sempre sconosciuta era il suo esito. Nonostante le complicazioni che emergevano nel corso degli eventi, non sapevo se sarebbero comunque riusciti a stare insieme oppure se sarebbero stati costretti a separarsi irrimediabilmente per sempre. Una sera verso la metà del romanzo, chiesi così a mia nonna quale fosse e lei rispose, stupendo le mie aspettative: "Le storie non hanno veramente una conclusione, mia piccola principessa. Non sapremo mai come continuerà la storia fra i due giovani innamorati. Spesso qualcuno desidererebbe terminarle servendosi della propria fervida immaginazione e renderle possibili nelle proprie vite, oppure semplicemente per attutire la noiosa quotidianità che circonda le profonde anime di noi esseri umani.
Però, non credi che siano frivole le favole che restano sul vago e fingere che tutto sia meraviglioso con un lieto: 'E vissero per sempre felici e contenti'? ; quando nel mezzo ci sono pure gli screzi. Inoltre, sanno di speranze infrante e non garantiscono nulla di concreto. Non trovi?
L'amore è strano cosparso di tutte le sue sfumature. L'amore è scontrarsi con una persona ed è tornare a fare gli idioti come se niente fosse accaduto.
L'amore non è sempre rose e fiori, anzi non lo è affatto. L'amore non esige una spiegazione logica, ma se crediamo fortemente in quell'unione permarrà nel corso del tempo.
Quindi Nives cara, mi rincresce confessarti che come la legge stabilisce non deciderai tu il cavaliere con cui vorrai stare; purtroppo sarà tuo padre a sceglierlo al posto tuo.
Nonostante tutto, spero in cuor mio che stravolgerai il corso degli eventi intrapresi in un accordo prematrimoniale che prevedono il siglare un'alleanza di pace con un altro popolo per vivere al meglio la propria e altrui esistenza e per appagare i loro interessi.
C'è stato un tempo dov'ero intenzionata a rivoluzionare il pensiero tradizionale dei regali e dimostrare a loro che non si dovrebbe costringere due persone ad unirsi davanti ad un altare senza un reciproco sentimento. Dovrebbe evolversi naturalmente e non imporlo.
Ahimé, non si è avverato nel fato." Poi mi esortò in seguito come in tutte le notti:
"Suvvia, a coricarsi e ad appisolarsi in fretta adesso!
Domani è un altro giorno che ti aspetta. Buonanotte, angioletto mio. La nonna sarà sempre qui."; mi scoccò un bacio sulla fronte mentre mi poggiò una mano sul centro del petto.
La nonna era una regina madre con un pensiero originale e diverso dal quieto vivere.
In sua memoria vorrei che ciò di comunicato fra di noi in privato si compiesse.
Faticavo a credere che fossero volati dodici anni da allora e al fatto di essere riuscita a sopravvivere in sua assenza. Sentivo un mondo la sua mancanza, senza lei al nostro fianco avevamo dovuto arrangiarci io e mio padre, il Re di Siviglia, al regno e a tutto il resto.
La mattina mi destai al sorgere dell'alba, previsto dalla routine di qualsiasi nuovo dì, attesi la servitù che mi vestisse e acconciasse i capelli. Dopo di ché, mi recai nel salone principale circondata dalla sua vastità e dai suoi ornamenti gotici per incontrare mio padre Adrian de Herrera.
《Tesoro, sei meravigliosa con l'abito che ho acquistato esclusivamente per te. L'ho avvistato ieri nella vetrina di un negozio al mio ritorno e l'istinto mi suggeriva di prenderlo. È proprio come immaginavo che ti calzasse.》Mi ammirava da capo a piede entusiasta.
《Padre, potrei chiedere il motivo per cui mi hai fatta chiamare con così tanta urgenza?》
Afferrò le mie mani premurosamente e sprizzante di gioia.
《Oh sì! Oggi è un giorno speciale bambina mia. Ho una sorpresa per te che non può continuare a tardare!》
Aggrottai un sopracciglio confusa. A mio avviso non si poteva trattare né della data del mio compleanno né di un evento di ricorrenza, dunque non afferrai a cosa si riferisse.
《Padre cos'è che ti rende contento?》
Mio padre battè le mani e dopo prese a suonare un campanellino in segno di chiamare la servitù, accompagnato tutto al seguito della frase:《Vedrai presto cara...》Poi si voltò verso la porta e alzò le corde vocali in modo tale da farsi udire. 《Priscilla?!》
La cameriera Priscilla White una signora bellissima che non mostrava per niente l'adulta età che portava, possedeva dei ricci e folti capelli neri raccolti in uno chignon basso, occhi color della pece a forma a mandorla, un naso piccolo alla francese contornato di lentiggini ed era alta di una spalla rispetto a me. Priscilla la consideravo una seconda nonna.
All'improvviso, sbucò di fretta e furia con accanto un giovane elegante vestito di tutto punto, coi capelli corti e lisci castano chiaro, occhi nocciola, slanciato e dall'aria fanatica.
《Costui è il tuo promesso sposo Sebastian Manuel Gabriel De Bourbon. Il principe del Portogallo.》
Feci una leggera reverenza e sbadigliai svogliata senza farmi scorgere dal re mentre chinai il capo.
Nel frattempo, il principe aveva notato il mio gesto sfrontato e scoppiò in una fragorosa risata portando una mano a coprirsi la bocca.
Il re lo guardò leggermente perplesso e non captò la causa di tanta ilarità.
Per carità era un bel giovane pretendente. Ciononostante non volevo convolare a nozze con un perfetto sconosciuto.
E così glielo ribadì:《Non vorrai che prenda in sposo un perfetto sconosciuto, padre? Senza offesa sua altezza》, rivolsi a mia volta al principe, ponendo al termine lo sguardo perplesso del re su quest'ultimo.
Mio padre si schiarì la gola e quando stetti per cercare un altro modo di intrattenere la conversazione tutto ad un tratto, senza nemmeno rendermene conto, corsi fuori dal salone per riprendere aria e ridestarmi dal turbine di forti emozioni che stessi provando. Non riuscivo a conciliare da cosa fosse derivato.
《Nives!》 Il re mi raggiunse da solo fermando la mia corsa.《Vorrei che mi spiegassi il motivo di codesto comportamento.》
Forse era per la promessa tacita che ho fatto alla nonna Edda e affinché si verificasse avrei smosso cieli e monti per mantenerla.
《Perché padre non lo amo e non conosco nulla riguardo a costui. Si dovrebbe essere liberi di stare con qualcuno che si ama.》 Respirai a fondo percependo in anticipo che non sarebbe stata una valida giustificazione per declinare una tale unione.
《Parli proprio come tua nonna.》
《Non amavi forse la mamma, padre?》 Morsi la lingua per frenare le emozioni in subbuglio.
《Certamente. L'ho amata alla follia. Come lei non c'era nessuna.》
Al re si inumidirono gli occhi di lacrime al ricordo della moglie.
《Allora converrai insieme a me che non dovrei sposarlo senza provare un simile sentimento.》 Tentai di persuaderlo a ragionare e a non dare la mia mano a nessuno che non approvassi.
《Sì non hai torto ma... perché non dargli comunque una possibilità! Proporrei di conoscerlo al contrario.
Sigliamo un patto, trascorri due o al massimo tre settimane in sua compagnia e prometto che cambierò idea se avrai sempre intenzione di non compiere questo passo.》 Porse una mano per accordare la sua proposta ed io accettai di buon grado.
Éssia! Frequenterò nel tempo libero il principe o duca; quel che sia.

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La nonna Edda:

Nives da piccola:

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Nives da piccola:

Nives da piccola:

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Buona lettura!🌻

La principessa e il pirataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora