La fine è solo l'inizio

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Tutto era avvolto dall'oscurità. I suoi occhi serrati dal dolore non accennavano ad aprirsi, avrebbe voluto scrutare se il suo sguardo fosse ancora lì a vegliare la sua lenta agonia. Il sangue sgorgava lento e costante dalla ferite inferte dal Signore Oscuro e il suo cuore batteva a ritmo sempre più lento e distante. Sto per morire - pensò senza esitare il pozionista, consapevole di cosa aveva fatto e conscio di tutti i suoi sbagli e i suoi rimpianti. Voleva vederla ancora una volta prima che esalasse il suo ultimo respiro...
Inaspettatamente sentì dei passi frettolosi che si avvicinavano e pochi secondi dopo percepì il tocco di una mano che premeva la ferita sul suo collo: era una mano esile e sembrava conoscere bene il pozionista: "Severus, resta con me! Non fare scherzi!". La sua voce squillante era familiare all'uomo, è un ricordo lontano - pensò. "Resisti Sev, ci penso io a te: ora ti porto via.", dopo quelle parole la donna gli mise l'altra mano sul petto e il pozionista si sentì improvvisamente leggero e vorticante: si stavano smaterializzando. "Chiamate aiuto! Il guaritore, presto!Non c'è più tempo!" intimò la donna a qualcuno che il pozionista non poteva vedere: i suoi occhi non davano segno di reazione era completamente in balia degli eventi, le forze lo stavano abbandonando... Fiori di arancio e verbena - il suo odore era ormai una certezza per l'uomo - non è lei - pensò. I suoni e i brusii intorno a lui aumentarono, poi ci fu un silenzio interminabile, quasi assordante, tutto era avvolto dall'oscurità. Il dolore sembrava essere cessato, forse con esso anche la sua stessa esistenza: il pozionista si lasciò lentamente andare e spense ogni pensiero, voleva addormentarsi dolcemente in un sonno senza sogni.

•••

I suoi occhi erano ancora sigillati, ma accadde qualcosa che non riuscì a comprendere: sentiva il forte impulso di aprirli e alzarsi nonostante si sentisse estremamente pesante. Attraverso le palpebre vedeva molta luce, Sono morto o questo è un sogno, dove sono? - pensò Piton cercando di utilizzare gli altri sensi a sua disposizione: gli odori gli ricordavano molto l'infermiera di Hogwarts, ma non era a scuola, ne era certo, sentiva troppi suoni lontani a lui sconosciuti; quel profumo di fiori d'arancio e verbena era nuovamente persistente nelle sue narici: provò a parlare, ma dalla sua bocca uscì solamente un rantolio strozzato. "Non ti sforzare Severus, con il tempo tornerai a parlare, per ora limitati ad ascoltare e se riesci, ad aprire lentamente gli occhi... ma con calma non c'è fretta." disse la donna stringendo dolcemente la sua mano, "Sei sempre stato tu quello quello forte di noi due." Il pozionista cercò con tutte le sue forze di aprire le palpebre - Dannazione, sono anni che non la vedi, apri gli occhi Severus! - pensò scrollando leggermente le spalle, "Sembra che i tuoi nervi non vogliano collaborare...sii paziente Sev, ci riuscirai domani sicuramente, ne sono certa! Fino ad allora credo che sia meglio che tu te ne stia tranquillo." - Amorevole e troppo buona come sempre... non sei cambiata - pensò Piton cercando di stringere la mano di lei, "Facciamo progressi, menomale." disse lei poggiando anche l'altra mano sulla sua.
"Ho pensato di scrivere alla McGranitt mentre eri incosciente per aggiornarla sulla situazione e il corso degli eventi di queste due settimane, ma alla fine ho deciso di aspettare che fossi tu a decidere sul da farsi...", Piton sospirò e strinse nuovamente la sua mano. Erano passati così tanti giorni che a lui erano sembrate solamente poche ore.
"Sì Severus, sei stato in coma apparente per due settimane, ho aspettato infatti a mobilitare tutti quanti a venire a trovarti...ho forse sbagliato?" gli chiese, lui scrollò le spalle nuovamente in modo impercettibile, perché la testa come il collo non accennavano ancora alcun movimento - Premurosa e saggia come sempre - pensò. "Fortunatamente ho ancora un po' di buon senso, so come sei fatto, sapevo che non saresti stato entusiasta all'idea di avere tante persone intorno...in effetti già basto ed avanzo io." disse la donna con tono sarcastico, lui fece un accenno di sorriso e provò coi gomiti a mettersi seduto, lei senza dire nulla, intuì cosa volesse fare il pozionista, lo afferrò in modo saldo per le spalle e lo aiutò nell'intento: finalmente Piton sentiva nuovamente le sue gambe, si sentiva come un fantoccio, ma meno rigido. "Se continui a fare questi progressi: potresti anche alzarti prima di domani... Vuoi provare a bere un bicchiere d'acqua?" gli chiese dolcemente tenendo il viso a pochi centimetri dal suo, mentre cercava con le mani di sistemare i cuscini in modo che stesse comodo.
Quel profumo inebriante si fece più intenso...
Oh per tutti i diavoli! Severus, apri questi dannati occhi! - pensò rabbioso digrignando leggermente i denti, per poi accernarle nuovamente un sorriso. Si sentiva inerme in quello stato, non più padrone del suo corpo: era totalmente inutile provare a muoversi solo le mani e le braccia sembrava volessero collaborare. La donna appoggio delicatamente il bordo del bicchiere al labbro di Piton e lui bevve qualche sorso con molta difficoltà. "È un inizio, non ti sforzare, magari stasera proviamo anche a bere un po' di brodo, giusto per rimetterti in forze... anche perché se non mangi rischi di diventare trasparente come un fantasma a questo punto." disse sempre con quel tono sarcastico, Piton alzò le sopracciglia e abbozzò un sorriso sghembo, "Vuoi che ti racconti cosa è successo in questi giorni? O preferisci sentire tutta la storia dalla fonte principale?" disse lei tamburellando con le dita sul palmo della mano di Severus: Il ragazzo ce l'ha fatta! Almeno tutti i miei sacrifici e sforzi non sono stati vani - pensò fermando meccanicamente la mano di lei, "Sì, Potter è vivo e ha sconfitto Lord Voldemort, avevi forse dei dubbi in proposito?", lui in tutta risposta scrollò le spalle, "Silente non avrebbe riposto così tanta fiducia in lui, se lui non fosse stato in grado di sconfiggerlo... Comunque i dettagli e le notizie più salienti te le farai raccontare da Harry appena ti sarai rimesso." disse lei con voce tranquilla, che metteva notevolmente a proprio agio il pozionista.
Passarono alcuni minuti di silenzio, non si sentivano rumori nella stanza, forse erano soli.
Piton provò nuovamente ad aprire gli occhi, e finalmente, dopo svariati tentativi, composti per lo più da tremolii incerti, le sue palpebre decisero di schiudersi lasciando che la luce gli mostrasse tutto ciò che era attorno a lui. "Ciao Severus... finalmente rivedo i tuoi occhi!" disse la donna entusiasta, facendogli un enorme sorriso. Piton riconobbe immediatamente i lineamenti di lei: Roxanne Gaunt(*), la sua amica, confidente e compagna di disavventure in adolescenza, l'unica che lo aveva sempre reputato come un suo pari e trattato con grande rispetto; lo aveva salvato dalla morte portandolo al San Mugo e lo aveva vegliato per due settimane senza fare domande e senza mobilitare tutta quanta la comitiva di Potter e di questo Piton ne fu sollevato, ma poi la guardò malinconico e le sorrise mestamente: gli ricordava i tempi passati, che aveva cercato di cancellare e rimuovere completamente dalla sua memoria.
Roxanne era vestita con abiti tipicamente newyorkesi, una donna esile e minuta dal viso ovale tempestato di lentiggini, i capelli castano-ramati sempre arruffati, il naso fine e due occhi color dell'ambra screziati di verde: il tempo sembrava non aver intaccato minimamente il suo viso, pareva ancora, poco più che ventenne, a confronto, Severus sembrava un vecchio. "Cosa vuoi fare Sev? Vuoi che ti porto qualcosa? Ah per tutti i folletti! Mi stavo per dimenticare!"disse frettolosamente rovistando nel suo soprabito appeso alla sedia, "La tua bacchetta, eccola qui!" disse porgendola a Piton, lui le sorrise nuovamente, ma in modo meno rigido. "Prova qualche incantesimo non verbale...per vedere se possiamo ovviare il problema delle corde vocali in sciopero." disse porgendogli nuovamente il bicchiere vuoto - Ah donna mi fai provare un incantesimo per poppanti - pensò guardando con perplessità sia lei che il bicchiere, "Pensi sia un incantesimo stupido, ma ricreare l'acqua, come qualsiasi altro elemento naturale, con un incantesimo non verbale non è così facile come credi, dovresti saperlo bene...prova e vediamo chi ha ragione." quando terminava una frase in quel modo, solitamente, l'esito volgeva sempre a suo favore. Mai discutere con una donna - Severus guardò con intensità il bicchiere e pensò - Aguamenti - mentre dava un piccolo colpetto al bordo con la bacchetta: non accadde nulla...dopo tre tentativi vi rinunciò rantolando rumorosamente. Lei rise e poggiò il bicchiere sul comodino, "Testardo come un mulo, qualità che in te ho sempre apprezzato. Passiamo e pensiamo ad altro...ti aggrada l'idea?" gli domandò senza troppe cerimonie fissandolo negli occhi, il pozionista le socchiuse gli occhi a moh di risposta e sospirò, "Mi hai fatto venire un colpo quando il nostro segno ha iniziato a bruciare, pensavo che non sarei giunta in tempo per salvarti la pellaccia...i primi due giorni sono stati un vero inferno, e queste settimane una vera agonia...ho desiderato per alcuni momenti di strappare via il segno con le mie stesse mani, ma il dolore era l'unica cosa che teneva in vita la speranza che tu ti svegliassi prima o poi..." Roxanne, mentre gli parlava, abbassò per un attimo lo sguardo e si guardò il braccio sfregando con una mano in prossimità di un tatuaggio arrossato, ma che il pozionista riconobbe immediatamente: una luna e un sole stilizzati intrecciati insieme dal simbolo dell'infinito. Lei li aveva disegnati sul braccio di entrambi quando avevano 14 anni, e lui, più pratico di incantesimi e primo del suo anno in difesa contro le arti oscure, aveva creato il legame magico tra i loro tatuaggi... legame che pensava si fosse spezzato da solo col passare del tempo. "Anch'io pensavo che la distanza e gli anni avessero spezzato il nostro marchio dell'amicizia, ma fortunatamente non è stato così: è grazie a questo, se tu sei qui, vivo e vegeto, se non avesse bruciato come un tizzone ardente, io non sarei mai venuta in tuo soccorso." gli rispose troppo in fretta...come se avesse letto i suoi pensieri, la guardò serio e alzò un sopracciglio: - Mi stai leggendo la mente vero? Da quando sono sveglio, non è così?... - Roxanne arrossì e abbassò lo sguardo "Scusa Severus, non avrei dovuto, hai pienamente ragione...lo sai che lo faccio di riflesso: avrei dovuto chiedere il tuo consenso prima di rovistare nei tuoi pensieri." -... Mi avresti risparmiato la fatica di provare a risponderti col resto del mio corpo, sei la solita goffa Roxanne...- Lei lo guardò e poi sorrise dolcemente dicendo "Il mio era solo un modo per farti muovere e farti sembrare meno un cadavere Sev... non sai quanto ero in ansia.", il pozionista si morse le labbra e pensò velocemente: - Per questa volta, per poter comunicare, puoi farlo, ma quando sarò ristabilito e potrò parlare non farlo più, ti supplico Roxanne, ne va della mia integrità e sanità mentale...- "Ovviamente Severus, non vorrei mai infilarmi in affari che non mi riguardano..." -...Però c'è un argomento che mi vorresti esporre non è così? -
Lei meditò per qualche istante la risposta da dare a Piton, fissandolo intensamente aggrottò la fronte e disse: "Ora che il ragazzo sa di te e del tuo amore per Lily e di tutto quello che hai fatto per lui per tenerlo al sicuro...cosa vuoi fare con lui?". Colpito nel vivo la guardò con rabbia per poi abbassare lo sguardo sconsolato. Fortunatamente, nella stanza non c'era nessuno a parte loro due e tre letti vuoti: voleva che nessuno sentisse la loro conversazione, o quantomeno, voleva che non lo vedesse nessuno in quello stato deprimente. -Non sono nulla per lui e non voglio che si ritenga obbligato a volere qualcosa da me...- pensò tristemente, "Sev il ragazzo non ha più nessuno: chiunque fosse stato legato a Lily e James è passato a miglior vita...gli rimaniamo solo noi come appoggio, e poi ..." - NO! Tassativamente no! Mi stai chiedendo troppo Ro, non continuare, ti prego, ho la testa che mi scoppia...- detto questo chiuse gli occhi e sospirò con un rantolio finale davvero inquietante. Lei continuava a fissarlo con occhi colmi di rammarico, gli prese nuovamente la mano e col l'altra gli diede una carezza amorevole sulla guancia, lui fremette per un istante a quel gesto: "Siamo rimasti soli Severus, ed io non voglio più rimanere ancora una volta da sola...", mentre diceva quelle parole qualche lacrima gli rigò le guance lentigginose, e qualcosa dentro lui sì incrinò, cercò un rimedio rapido per risolvere quella spiacevole ed imbarazzante situazione -...Roxanne sei sempre stata il mio sole, la luce nei miei momenti più buii, la mia sola ed unica amica, un'ancora di salvezza... ma ora è diverso: per anni ho dovuto vivere interpretando un ruolo che non avevo scelto, ho fatto cose che non avrei voluto, ma sono stato costretto a fare, non per mia volontà, ma per quella d'altri, sono stato costantemente nell'ombra: un reietto...il ragazzo e l'uomo che conoscevi molto probabilmente non esiste più...- Lei tolse instivamente la mano dalla guancia del pozionista e si ritrasse frettolosamente, "Sei sempre stato scostante e distante... è nella tua natura Severus... Quindi non insisterò più con richieste azzardate e sentimentali, scusami." disse lei asciugandosi velocemente con una mano il viso e distogliendo il suo sguardo verso l'unica finestra nella stanza, cercando di sembrare meno fragile ai suoi occhi... - Non devi chiedere scusa... sono stato troppo brutale, perdonami se puoi...non odiarmi - il pozionista dopo quel pensiero cercò goffamente il suo sguardo e tese la mano affinché lei potesse riprenderla tra le sue. Con la coda dell'occhio lei squadrò quella mano tesa e scrollò la testa dicendo: "Sei un tale cocciuto...dopo tutti questi anni ancora non capisci quanto tenga a te...non potrei mai odiarti, Severus.", con ciò riprese la sua mano senza esitare e gli sorrise dolcemente con sguardo ancora lucido per via delle lacrime che aveva versato a causa sua, lui le sorrise a sua volta, e in modo meccanico, pensando di dimostrarle affetto e rispetto, portò la mano di lei vicino alla bocca e la baciò -...Grazie per avermi portato in salvo: sono fortunato ad averti come angelo custode...- pensò tenendo il suo sguardo fisso sui suoi luminosi occhi ambrati. In attesa di una qualsiasi risposta, per qualche minuto rimasero a fissarsi in quella posizione senza proferire parola, poi finalmente gli disse, sbuffando su un ciuffo di capelli che le era sceso improvvisamente sul naso: "Alle volte riesci davvero a sorprendermi e confondermi al tempo stesso, Severus Piton." Lui alzò un sopracciglio e le lasciò andare la mano. Roxanne guardò nuovamente fuori la finestra, lui osservò il suo profilo greco così fine e delicato, non sembrava davvero essere invecchiata, qualche incantesimo o elisir la manteneva giovane e graziosa come un tempo.
Il silenzio momentaneo venne interrotto improvvisamente da un brontolio imbarazzante: "Vado a prendere del brodo, prima che il tuo stomaco protesti più chiaramente di così...", lui rosso di vergogna abbassò lo sguardo, lei senza aggiungere altro si alzò e si smaterializzò in una nube bianca dorata, -...Sei diventata un Auror...avrei dovuto immaginarlo...-
Nell'attesa si guardò intorno: dalla luce, che entrava prepotentemente dalla finestra, sembrava che fosse pomeriggio.
- Chissà il ragazzo cosa penserà ora di me e di Albus...- pensò sconsolato chiudendo un'altra volta gli occhi, - Una pedina nelle nostre mani, un burattino, ed io quanto lui siamo stati manovrati da Silente senza saperlo...aveva previsto tutto quel vecchio pazzo... Dannazione! -
Quando riaprì gli occhi la nube dorata riapparse con un flash prepotente e rapido: "Scusa se ti ho fatto attendere... Ecco qui cosa ho preso dalle cucine dell'ospedale." Le sue mani reggevano un vassoio di legno che conteneva: del brodo caldo in una ciotola di porcellana bianca, del succo di zucca in una piccola brocca di vetro e del pane avvolto in tovagliolo di stoffa bianca, e con movimenti rapidi ripose il tutto sul comodino vicino al suo letto. "Vuoi provare da solo Severus? O preferisci che ti aiuti?" chiese al pozionista, avvicinandosi talmente tanto al suo viso, che poteva sentire il suo respiro sulla pelle, e il suo profumo si fece sempre più intenso... un brivido lo pervase nuovamente, quel suo profumo creava sensazioni discordanti nel suo cervello...e quindi con fare impacciato cercò di distogliere lo sguardo. -...Come quando stavo male, come un tempo...- pensò, ricordando i momenti più dolci della loro gioventù. "Certamente... io ci sono e ci sarò sempre per te. Se tu vorrai il mio aiuto o anche solo la mia compagnia, io sarò lì, Severus." disse lei avvicinando ancora di più il suo viso alla sua fronte per poi baciarla dolcemente, lui sospirò senza emettere suoni, e chiuse gli occhi piacevolmente appagato dal quel gesto. "Pane a pezzetti nel brodo caldo, vero? Mi ricordo bene?" disse staccandosi veloce, forse pensando che lo avesse infastidito con quel gesto affettuoso, - , hai una memoria eccellente.- pensò sorridendole, lei ricambiò il gesto e si mise silenziosamente a preparare il pasto.
Roxanne lo imboccò lentamente e con grande pazienza, per dargli il tempo di deglutire, visto che il malconcio pozionista faticava molto a mandare giù le bocconate. Finalmente giunti al termine del pasto, lei si alzò e tornò nelle cucine per consegnare le stoviglie vuote e il pozionista rimase nuovamente in attesa del suo ritorno. -Sta calando la notte- pensò guardando dalla finestra la luce che si stava affievolendo lentamente. Ed eccola di ritorno, di nuovo lì vicino al suo capezzale. -Tu hai mangiato qualcosa Ro? - le domandò preoccupato col pensiero, lei scrollò la testa e aggiunse "Non preoccarti per me, non ho fame ora."
I due si fissarono in silenzio per qualche istante, poi lei finalmente disse: "Sarà meglio che faccia un salto da te a recuperare dei vestiti puliti, già che sono in ballo... devo prendere altro?", il pozionista si guardò rapidamente, fino ad allora non aveva notato, che in effetti, era vestito con un camicione di lino bianco ed era totalmente avvolto da bende e delle sue vesti nere non vi era più traccia. -Portami da leggere... i miei libri preferiti, tu sai dove li tengo vero? - pensò, "Ovviamente, ogni desiderio è un ordine...ti porterò tutto quello che riterrò interessante e necessario..." rispose lei con il suo solito tono sarcastico, ammiccando furbescamente, per poi sparire nuovamente nella sua nube dorata.
Il pozionista amava la solitudine, o meglio, ne aveva fatto una fedele compagna da apprezzare e ricercare assiduamente fino ad allora...ma adesso? Il ritorno di Roxanne Gaunt aveva smosso nel profondo il suo animo, ormai tetro e solitario, e questo lo spaventava, facendolo sentire ancora più insicuro di cosa realmente avesse mai provato per lei o per Lily Evans.

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(*)
Roxanne Gaunt:
Nasce in gran segreto il 17/08/1960 a Londra. Sua madre, Cassiopeia Black, divenuta ormai pazza, e suo padre Morfin Gaunt impegnato a seguire le terribili gesta del nipote, dopo i diversi scontri fra le due famiglie, la affidano fin da subito allo stesso orfanotrofio in cui era stato messo precedente suo cugino Tom Riddle.
Il suo undicesimo compleanno, visto il grado di parentela con l'Oscuro Signore, viene seguita da vicino dal professor Albus Silente, che la fa trasferire e risiedere in pianta stabile ad Hogwarts per iniziare i suoi studi di magia e stregoneria. Smistata in Serpeverde fa subito amicizia con Severus Piton, con il quale lega molto e passa la maggior parte del tempo. Ottima alchemica e pozionista, straordinaria preveggente, grandi doti di occlumanzia e grande potenziale magico...tutto ciò però rimane sempre inespresso, per sua scelta, per non primeggiare sul suo compagno di banco, Severus appunto, che nonostante fosse un bravo ragazzo, purtroppo veniva schernito e bullizzato di continuo dai suoi compagni e non voleva quindi, rendergli più difficile anche il suo andamento e rendimento scolastico.
All'età di 18 anni, già perdutamente innamorata di suo cugino Sirius Black, decide finalmente di dichiarsi, ma viene subito respinta, per il suo continuo frequentare "cattive compagnie", solo poi dopo un paio d'anni lui cambierà idea, accettandola e invitandola a vivere insieme a casa Black: Lily e James, da poco sposati, non vedranno di buon occhio la coppia per via della parentela di lei con il Signore Oscuro.
Severus, in difficoltà per via delle richieste di Lord Voldemort e dei suoi Mangiamorte, le chiede consiglio ed aiuto, ma Sirius, geloso del loro rapporto viscerale, le proibisce di vederlo ancora, Roxanne non vuole dargli ascolto e quindi si precipita ugualmente in gran segreto in soccorso del suo amico: il rapporto tra loro due si incrina notevolmente e i due non si frequenteranno più. Qualche mese dopo la rottura con Black, Roxanne cerca conforto nel suo amico Severus, ma lui, per proteggerla e tenerla al di fuori degli affari del Signore Oscuro, che aveva già mostrato interesse verso la giovane, la allonta a sua volta. Affranta dalle delusioni ricevute, parte e va in America per la lavorare al ministero della magia di New York dove intraprende la carriera di Auror, e viene collocata a proteggere le sezioni di protezione e tutela dei diritti dei NoMag.
Negli anni a seguire si scambierà qualche lettera con il suo mentore Silente, per conoscere le novità sul fronte inglese... tutte cattive notizie che la devasteranno emotivamente e psicologicamente: la morte dei Potter, la reclusione a vita di Sirius ad Azkaban, la fedeltà di Severus verso Lord Voldemort... chiederà al professor Silente di non scriverle più, se non per necessità e di mandarle di tanto in tanto una Gazzetta del Profeta per conoscere i fatti da fonti esterne.
Passati quasi 18 anni nella caotica New York, ad affermarsi nella sua carriera lavorativa, si troverà il 02/05/1998 ad doversi smaterializzare in fretta e furia ad Hogwarts in soccorso dell'amico Severus, ormai in fin di vita.

Note dell'autrice:

Ciao caro lettore
o cara lettrice,
la mia storia è basata principalmente su "cosa sarebbe accaduto se Severus Piton non fosse morto", lasciando la linea temporale e i personaggi principali invariati. Roxanne Gaunt, nonostante sia un personaggio totalmente di mia invenzione, ho cercato di renderla il più possibile fedele alla storia principale seguendo gli alberi genialogici già esistenti e con essi la linea temporale stessa.
Se questo primo capitolo ti è piaciuto: commenta e metti un like.
Prossimamente cercherò di trascrivere il resto della storia....fino ad allora: "Fatto il misfatto!"
Cordialmente vostra,
Rossana Cleofe Camboni.

Harry Potter e il destino dell'eroeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora