Ricominciare

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Il ragazzo era seduto sul suo letto di Grimmauld Place, contemplando la stanza con aria assente. Non dormiva quasi per nulla da qualche settimana: il peso di tutto quello che era successo agli inizi di maggio lo attanaglia. -Non sono riuscito a salvarli tutti...sono di nuovo solo.- continuava a rimuginare su cosa avrebbe potuto fare per cambiare le cose, arrivando alla solita conclusione che se fosse stato meno testardo ed impulsivo, forse qualcuno di loro, si sarebbe salvato... -L'ho sempre odiato...ma ora non posso più farlo... dopo quello che ha fatto per me... senza che io me ne rendessi minimamente conto: era davvero un gran uomo...spero almeno che ora sia in pace con mamma e papà.- pensò fissando il suo album di fotografie riposto sul suo comodino.
La McGranitt, ormai preside di Hogwarts, gli aveva consigliato o imposto, visto il tono della conversazione avuta con lei in precedenza, di starsene tranquillo a casa Black per un po', per non avere tutte le attenzioni del mondo magico fisse su di lui, ormai in subbuglio per la disfatta di Voldemort. Harry suo malgrado aveva visto di buon occhio la decisione di stare da solo: nessuno gli poteva fare domande e questo per lui fu un enorme sollievo.
Con qualche borbottio ed imprecazione verso i mezzosangue entrò, ovviamente senza bussare, Kreacher l'elfo domestico della famiglia Black, che era ormai alle sue dipendenze, "Padron Potter, aspettavate ospiti oggi?" chiese con la sua solita voce rauca, "Ah sì, scusa, sono già arrivati?" rispose Harry alzandosi repentinamente dal suo letto dov'era seduto, "Sono in sala da pranzo ad attendervi, li ho già serviti di thè e biscotti." gli rispose l'elfo, "Grazie Kreacher che hai fatto gli onori di casa e mi sei venuto a chiamare.", l'elfo grugnì e abbozzò un sorriso che sembrò più una smorfia, "Kreacher vive per servire, mio signore." rispose uscendo dalla stanza imprecando sottovoce verso qualcuno o qualcosa. Il ragazzo tutto trafelato scese le scale per raggiungere la sala da pranzo. I due amici erano lì: ridacchiando e scambiandosi moine da neo-fidanzati, sorseggiando il thè offerto dall'elfo. "Ciao Harry!" esclamò Hermione, che lo vide per prima,  sfoggiando un ampio sorriso,"Ciao amico! Lo sai che hai una bruttissima cera?" aggiunse Ron che venne subito redarguito da lei con uno buffetto sulla spalla, "Ronald, hai il tatto di un elefante!","Ha ragione... Hermione non ho una bella cera in effetti." disse prontamente il ragazzo in difesa dell'amico, dandosi una fugace occhiata in uno specchio appeso alla parete. "Hai dormito e mangiato qualcosa in questi giorni?" chiese la riccia con fare premuroso quasi materno, "Lo sai che puoi venire da noi: mamma non vede l'ora di averti per casa soprattutto ora che è diventata più vuota, visto che George ha deciso di vivere sopra il negozio...e mia sorella è davvero in pena... perché non l'hai ancora sentita per lettera?" aggiunse il rosso sgranocchiando meccanicamente un biscotto tenendo lo sguardo fisso su di lui, "Per la barba di Merlino... Ronald!" ribatté Hermione dandogli un pestone sul piede. Ginny Weasley: non la vedeva e la sentiva dalla battaglia, non voleva rattristarla con il suo umore...non era giusto dopo quello che aveva fatto passare alla sua famiglia... però gli mancava terribilmente. "Non dormo molto, ma Kreacher mi obbliga a mangiare: non preoccurti..."disse Harry sedendosi di fronte ai due nella lunga tavolata, "Sì che ci preoccupiamo, siamo i tuoi amici! Non ti fai sentire da settimane e poi, se non ti scrivo io per invitarci per il thè, non ti degni di scriverci nemmeno una volta...non è un comportamento normale, Harry, che cosa ti preoccupa? A noi puoi dircelo..." disse con tono più deciso la riccia, "Non ha tutti i torti, sai?" aggiunse Ron facendo un cenno del capo verso la ragazza. Guardò fisso con aria pensierosa i due per qualche istante e poi finalmente parlò in direzione del rosso: "Ho danneggiato fin troppe persone da quando sono nato ad oggi...non voglio far soffrire più nessuno...tu, più di tutti dovresti capirmi... Creo solo problemi e non voglio più nessuna vita sulla coscienza...". Ci fu un raggelante silenzio dopo quelle parole: l'amica infatti  aveva fatto cadere la tazza sul tavolo per colpa di quelle poche frasi rovesciando una parte del suo thè nel piattino del servizio. "La morte di Fred, non è colpa tua... lui non vorrebbe che ti comportassi come se tutto fosse dipeso da te! Diamine amico, hai sconfitto Voldemort: ora sei libero! Smettila di fare così! Stai facendo soffrire tutti quanti con questo tuo atteggiamento." disse il rosso paonazzo di rabbia dando un pugno vigoroso sul tavolo. Harry si morse il labbro e tenne lo sguardo abbassato per qualche minuto: - Sono un'idiota, avrei dovuto aspettare a lasciarli venire- pensò tristemente. "Harry noi siamo solo preoccupati: ti stai isolando troppo. Il fatto che tu non riesca a dormire è solo perché ti colpevolizzi e rimugini sui fatti accaduti, che ormai sono passati... In una battaglia ci sono perdite da entrambe le parti, questo non vuol dire che sia per forza colpa tua...fatti sostenere da noi, non allontarci: sei come un fratello, ti vogliamo bene..." disse Hermione pochi istanti dopo con calma ed estrema dolcezza mettendo la sua mano su quella di Harry, "Anche io vi voglio bene...", "...E allora vieni a vivere alla Tana, testa di rapa!" aggiunse il rosso abbozzando un sorriso, "Ronald!Uffa, puoi smetterla!?" lo redarguì nuovamente la riccia dandogli ancora un colpetto sulla spalla, "E come faccio con la casa e con Kreacher? Sono di mia proprietà ora..." rispose Potter, "Harry, come al solito arrivi alla conclusione sbagliata, Ron voleva dirti: di stare da lui per un periodo almeno fino al tuo compleanno... sei liberissimo di tornare, qui a casa tua, dopo quella data ...poi tanto tornerai a scuola a Settembre per recuperare l'anno scolastico, giusto?" aggiunse di tutta risposta Hermione. Fino ad allora non aveva pensato che in effetti gli mancavano tutti gli esami per poter accedere alla selezione per diventare Auror. "Avevi intenzione di non tornare, vero amico?" disse il rosso guardandolo fisso negli occhi, "Inizialmente sì...ma ora che mi state facendo riflettere: mi servono i crediti formativi per quello che voglio fare..." rispose Harry sorridendo ad entrambi, "Menomale che hai cambiato idea: sai che noia doverla sopportare da solo mentre mi sgrida quando ripassiamo per gli esami?" disse il rosso facendo un cenno verso la riccia, la quale esclamò "Ehi!" dandogli questa volta una pacca sulla schiena. Tutti e tre si guardarono e scoppiarono a ridere: la tensione era passata.
"Senti cosa possiamo fare,  Harry: ti diamo una mano con le tue cose così iniziamo a portare qualcosa alla Tana...ok?" chiese Hermione, il ragazzo le sorrise e si limitò ad acconsentire con un gesto del capo. -Mai contraddire una ragazza... soprattutto Hermione.- pensò Harry. I tre, finito il thè coi biscotti affidarono le stoviglie all'elfo domestico e lo avvisarono del trasferimento momentaneo di Harry a casa Weasley, Kreacher borbottò qualcosa di incomprensibile e si congedò immediatamente in qualche angolo buio della casa: loro senza farsi troppe domande si diressero al piano superiore per sistemare le cose essenziali da portare alla Tana. Mentre Hermione faceva un incantesimo estensore al baule di Harry, lui riponeva gli unici vestiti puliti, che gli erano rimasti, sul suo letto a baldacchino, e Ron impilava diligentemente alcuni libri di testo, per ripassare le materie in esame, sopra lo scrittoio sgombro. Harry guardò in un angolo della stanza, dove c'era la gabbia della sua civetta Edvige, che era ormai vuota ed impolverata, e sospirò amaramente, il rosso lo notò e disse: "Amico, so quanto ci tenessi, ma non fartene una colpa." -È morta per proteggermi...per causa mia.- pensò, e fingendo di essere d'accordo con Ron annuì. Dopo che il baule fu pronto con tutto il necessario si guardarono ed Hermione disse "Bene, abbiamo della polvere volante? A meno che, tu sia riuscito ad imparare a smaterializzarti, ovvio!", "Sì, dovrebbe essere dal camino nel soggiorno...ma voi...come siete venuti scusa?" rispose Harry perplesso, lei arrossì e rispose al suo posto Ron  "Solo lei sa smaterializzarsi, non ti ricordi?!", "Ah già me n'ero scordato...Ma non riesci a portaci a tutti e tre come facevi già?", "No Harry, ora, non so perché ma riesco a portarmi dietro solo Ronald o un oggetto alla volta: credo di avere un blocco...non è facile smaterializzarsi alla nostra età, ho tirato troppo la corda quest'anno con la ricerca degli Horcrux..." rispose lei con rammarico, "Ok, non c'è problema... allora useremo la polvere volante." disse Harry sorridendole. I tre si diressero con il baule, che Hermione faceva levitare difronte a loro, fino in soggiorno. L'albero genealogico dei Black che ricopriva la parete ricordò al ragazzo il suo adorato padrino -Mi manchi immensamente...Sirius- pensò toccando il suo nome scritto sulla carta da parati, "Harry...lui non vorrebbe che tu fossi triste in questo modo." disse la riccia, che sembrava aver capito a cosa  stesse pensando, "Lo so Hermione, ma non riesco a dimenticare...","Con l'occlumanzia eri riuscito a spegnere e reprimere i cattivi pensieri...non hai più provato, vero?" replicò lei fissandolo in modo torvo, "Grazie Hermione che mi hai appena ricordato che faccio schifo pure in quello..." le rispose Harry pensando nuovamente a Piton, "Scusa Harry, non era mia intenzione..." disse lei  cercando di rimediare, "Lascialo in pace, Sgallettata! Vai prima tu con il baule ti raggiungiamo tra poco..." le disse scherzosamente il rosso, "D'accordo Ron, vado...a dopo." detto questo sparì con un flash bianco che irradiò per una attimo la stanza tetra: non l'aveva mai vista smaterializzarsi da spettatore e ne rimase quasi affascinato -Devo imparare a farlo anch'io- pensò Harry. "Toglimi solo una curiosità: non hai più provato... perché ti fa venire in mente Piton?" gli disse con voce piena di rammarico il rosso che aveva intuito il vero problema, "Sì, Ron...e mi fa malissimo pensare a lui, più  che a tutti gli altri, non che siano meno importanti, ma perché lui in particolare ha davvero sacrificato tutto per me:  l'ho trattato come un mostro, quando lui stava solo cercando di tenermi al sicuro." gli rispose lasciandosi prendere per un attimo dallo sconforto e aggiunse "Mi ha sempre aiutato...e io non l'ho mai capito. Vorrei che potesse essere qui per chiedergli almeno scusa e rimediare a quello che ho detto e fatto nei suoi confronti. Quando ho usato la pietra della resurrezione mi aspettavo di vederlo insieme alla mamma...ma non è stato così.", "Amico, secondo me lui lo sa...ti ha perdonato e te lo ha comunque  dimostrato con i ricordi che ti ha dato quella notte: diamine... i ricordi sono una cosa profonda e intima, io i miei non li mostrerei mica a qualcuno che mi odia, li mostrerei solo a chi merita il mio affetto e il mio rispetto." disse Ron ad Harry dandogli una pacca amichevole sulle spalle, -La relazione con Hermione gli sta facendo davvero bene...sta diventando più saggio- pensò sorridendogli ampio, "È meglio che andiamo... prima che la squinternata dia di matto che ci siamo attardati." disse il rosso avvicinandosi al camino: prima uno e poi l'altro sparirono con una fiammata verde ciascuno.

Harry Potter e il destino dell'eroeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora