La nonna pagò, uscimmo e non mi diede neanche il tempo di parlare che subito eravamo in un altro negozio, questa volta era di cosmetici.
Intorno a me c'erano boccette con dentro una specie di crema colorata d'applicare sul viso, nonna Carla ne prese una, identica alla mia pelle, poi chiese, ad una commessa, un mascara, un ombretto chiaro, una matita per gli occhi, un blush e un gloss labbra; non avevo la più pallida idea di cosa fossero tutte le cose elencate dalla nonna, osservavo tutto con molto interesse.
La commessa del negozio, una donna sulla quarantina, ben vestita, mi diede una bustina con tutto al suo interno, la nonna pagò e andammo via.
Uscite dalla galleria, andammo nella via parallela per trovare negozi di abbigliamento non da cerimonia. Entrammo in tre negozi, uno per comperare un paio di sneakers nuove e negli altri due outfit per la scuola.
Io e la nonna comprammo davvero tante cose quel giorno.
Arrivarono le sette in punto.
Andammo li dove il nonno ci aveva lasciate.
Arrivò anche lui, c'era il cofano pieno di attrezzi, mettemmo le buste dello shopping di fianco a me sui sedili posteriori.
Tornammo a casa.
Aiutai la nonna a sistemare le mie nuove robe; andammo in camera sua, mi fece sedere su una poltrona situata di fianco una cassettiera con sopra essa uno specchio altissimo avente una specie di forma a cuore.
La nonna si iniziò a truccare, mi illustrò ogni minimo dettaglio e mi svelò ogni minimo segreto, infine mi fece provare; inutile dire che il risultato fu scadente, ma per lei era perfetto così.
Arrivò mio padre a prendermi, prima di lasciami andare la nonna mi diede i trucchi comperati insieme del pomeriggio e mi disse di riprovarci, di allenarmi e che i risultati sarebbero arrivati.
Passai dal salone pensando di trovare il nonno, ma non lo vidi, rimasi perplessa e me ne andai.
Arrivata a casa mi feci una doccia lunga e calda, dopo un abbondante mezz'ora uscì dalla vasca e iniziai ad asciugarmi i capelli. Vedevo le mie compagne di classe aventi dei capelli liscissimi, come fossero spaghetti e il giorno dopo capelli ricci e gonfi come un leone, chiesi a una di loro come facessero, tempo fa, lei mi rispose quasi deridendomi che fossero le piastre per capelli, decisi che l'avrei fatto anch'io. Quella sera dopo essermi asciugata per bene i capelli accesi la piastra di mia madre. Volevo essere bella anch'io a scuola. Mi stirai i capelli, non vennero benissimo, ma erano mille volte migliori dei miei. Mi svegliai mezz'ora prima la mattina seguente, andai in bagno mi sistemai e mi truccai.
Uscì di casa per prendere il pullman che mi portasse a scuola e notai gli occhi diversi della gente su di me.