Capitolo quattro

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Seduta sul divano rosso in pelle e con in mano un bicchiere di latte, si ritrovò a pensare quello che era successo in cucina solo alcuni minuti prima. Si guardò le dita e pensò che quello che era accaduto in quella stanza non era nulla di cui preoccuparsi. Il suo corpo l'aveva difesa tutto qui. 

Eppure c'era qualcosa di sbagliato in tutto ciò. Si era sentita indifesa. E questo lo detestava. Strinse forte il bicchiere fino a far diventare bianche le nocche prima di udire, dietro di lei, i passi di suo zio che la raggiungeva. Odorava di carne appena lavorata e sapone per le mani. Lisa socchiuse gli occhi e continuò ad annusare fino a quando il suo cervello non le ordinò di smettere e lei  obbedì.

Hannibal si lasciò cadere sul divano e guardò Lisa. 

" Sono le tre. Sarà meglio andare a dormire o nessuno di noi due domani udirà la sveglia."

Già la sveglia. 

Lisa l'aveva impostata sulle nove del mattino. C'era tempo per le lezioni ma doveva andare all'università per consegnare gli ultimi documenti.

" Posso prendere la macchina, domani?" domandò lei mentre fissava il suo bicchiere.

" Certo."

Restarono qualche minuto in silenzio poi Lisa disse: " Zio, posso farti una domanda?"

Hannibal la guardò interessato.

" Certo che puoi."

Lisa mise giù il bicchiere e disse:  " Davvero collaborerai con l'FBI?"

" Penso di si. Mi ha sempre affascinato Quantico..."

"Ma non è pericoloso?"

"Pericoloso?"

" Lo sai. Tu sei un cannibale, zio e loro sono...beh...loro danno la caccia a quelli come te."

" Hai paura che mi possono catturare e costringerti a ritornare in Italia?"

Lisa si voltò e guardò in faccia suo zio. La luce soffusa li dava un aria misteriosa.

" Non so cosa ti abbia detto Adele, ma sappi che non è facile ingannarmi. Se decido di collaborare con Jack è perché è nei miei interessi personali. "

"Interessi personali?" 

" Non è l'ora di parlare di questo. è tardi. Dovremo essere a letto, a dormire."

" Zio?"

"Si, Lisa?"

" Ho fatto degli incubi, prima."

" Si. Me lo hai detto"

Lisa guardò il bicchiere di latte ai suoi piedi poi molto lentamente decise di provare a fare una cosa. Solo così avrebbe potuto avere la certezza che suo zio non era una minaccia per lei  e che zia Adele si sbagliava su tutto.

" Non è la prima volta...è da quando mamma e papà sono morti. Sento delle voci. E sogno di cadere da una finestra. A volte invece sogno che la mamma è vicina a me ma non mi vede e io urlo e la chiamo ma lei non si volta mai e nelle rare volte che lo fa ha il viso completamente mangiato. Le mancano le pupille, i denti, le guance...quando mi risveglio non capisco mai dove sono e sento che c'è qualcosa che non va e vado in panico. Zia Adele mi ha insegnato a contare e fare dei grossi respiri..."

Lisa si distese e posò la testa sulle ginocchia di suo zio che restò immobile con le braccia distese lungo il divano. 

" Questi tipi di incubi, possono capitare a chi ha perso da  poco delle persone care. Se fossi stato Adele ti avrei mandato da qualcuno con cui parlare in maniera professionale. Contare ti serve a poco, aiuta ma non quanto dovrebbe. In questi casi accendere una luce potrebbe calmarti e farti capire che sei al sicuro." disse Hannibal mentre con la mano destra iniziava ad accarezzare i capelli della nipote. Poteva vederle la gola nuda in quella posizione. 

" Se ti dovessero succedere di nuovo, sei pregata di venirmi a svegliare e insieme li manderemo via. Perché stanotte non dormi nella mia stanza? Avere una persona cara a fianco, in questi casi aiuta..."

Lisa guardò Hannibal. Da quella posizione poteva intravedere l'oscurità che alleggiava intorno all'uomo. Non sembrava umano. Era spaventoso ma decise comunque di restare in quella posizione. 

" Mi agito molto durante la notte, zia Adele diceva che sembro un mulo da quanto mi muovo..."

Hannibal sorrise divertito.

" Anche io mi giro molto nel letto. Dev'essere una cosa di famiglia."

" Può darsi, zio. "

Il blu degli occhi di Lisa incontrarono il nero degli occhi di Hannibal, era come vedere lo scontrarsi di due mari dal colore diverso. Lisa, diversamente da altra gente, non si perse nello sguardo di suo zio che non potè dire la stessa cosa. Trovò qualcosa di molto interessante negli occhi della nipote. Una luce che prima non aveva mai visto in altri soggetti.  Forse Lisa non era la ragazza goffa che pensava che fosse. Si chinò su di lei e le baciò la fronte.

Lisa non disse nulla, era come essere baciati da un leone. Sentiva gli artigli accarezzarli la testa e il fiato caldo sul volto. Forse si era sbagliata, Hannibal non aveva bisogno di qualcuno che si preoccupasse per lui, quello che andava cercando era qualcuno che li teneva testa e forse lei poteva offrirli tale sfida. Ma ora si sentiva in pace come non mai. Si abbandonò completamente a suo zio che continuò ad accarezzarle la testa fino a quando non chiuse gli occhi e si addormentò pacificamente. 

Un quarto d'ora dopo era nel letto che dormiva come un agnellino nel letto di Hannibal con lui accanto che si domandava cos'era quella nuova sensazione che provava. In vita sua mai avrebbe pensato di fare da padre a qualcuno, non era nei suoi piani.Per la prima volta si trovò a pensare ad un altro essere umano non come cibo ma bensì a come una persona di cui prendersi cura come fa un padre con un figlio.

Guardò la ragazza dormire prima di sollevare la coperta ed entrare anche lui nel letto. Forse potevano diventare una famiglia, pensò, la famiglia che Hannibal non aveva mai avuto. Allungò una mano e strinse Lisa a sé. La ragazza odorava di latte appena munto e questo li ricordò che se accettava Lisa come figlia, doveva ricordare anche che aveva promesso ad Adele che mai avrebbe servito un piatto suo alla nipote. Ma le promesse si potevano infrangere e su questo Hannibal era bravo. Molto bravo.
















































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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 09, 2020 ⏰

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