Capitolo due

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Hannibal non aveva mai avuto prima d'ora un coinquilino così per tanto tempo.

La presenza di sua nipote in quella casa lo portava a pensare che doveva rivedere i suoi piani per il futuro. Guardò l'agenda e una data  particolare: il 7 settembre. Era il giorno in cui aveva in serbo di organizzare una cena con l'orchestra di New York e alcuni vecchi ex colleghi dell'Università di Stanford. 

Fece scorrere le dita sulle pagine ruvide e pensò che ormai non poteva più rimandare la cena. Era maleducato, farlo. Aveva già mandato gli inviti e contattato il catering. Non si poteva annullare. Sollevò le spalle. Lisa dopotutto era una brava ragazza, goffa in certi momenti ma brava. Non era quello che li preoccupava maggiormente. Era più preoccupato dei giorni avvenire della cena. Non era mai stato padre o tutore e ora si trovava a gestire una diciannovenne. Cosa doveva fare? Trattarla come trattava i suoi pazienti? No. Si sarebbe fatte delle domande. Come uno dei suoi esperimenti? Adele lo avrebbe appeso per le gambe e lasciato per giorni appeso da qualche parte se lui avesse fatto qualcosa alla ragazza. 

Sospirò e si massaggiò la fronte.

Si sarebbe comportato come sempre, pensò e in quel momento suonarono alla porta.

Hannibal non fece tempo a uscire dalla cucina che Lisa si lanciò giù dalle scale e andò ad accogliere il nuovo arrivato.

" Buongiorno! Benvenuti a casa del Dr.Lecter, io sono Lisa. Sua nipote. Cosa posso fare per lei?" 

L'uomo che aveva appena suonato il campanello guardò Lisa perplesso.

" Lisa, se parli italiano qui non ti capiscono..." disse Hannibal spostando di lato la nipote che sorrise allo sconosciuto.

" Buongiorno, l'ingresso è dall'altra parte. Se mi vuole seguire glielo faccio vedere"

" Oh no, non sono qui come paziente, sono Jack Crawford, il boss dell'unità di scienza comportamentali a Quantico. Mi scusi l'orario dottore, ma avrei un gran bisogno di parlarle" 

Hannibal guardò Jack. Si soffermò sulla sua camicia stirata male e sulle sue scarpe sporche di terra poi si fece da parte e invitò ad entrare Jack che ringraziò con un cenno del capo.

" Lisa per favore, metti dell'acqua a bollire. Il tè lo trovi nel cassetto in basso a destra, lo zucchero lo trovi invece vicino al frigorifero. Signor Crawford mi segua per favore." disse Hannibal mentre faceva strada a Jack che nel frattempo si era sfilato il suo grosso cappotto nero e ora lo teneva posato sul braccio sinistro. 

Lisa corse in cucina e fece quello che li era stato detto di fare. Tè per tre persone, zucchero, limone, e un bel vassoio dove poter appoggiare le tazze. Chissà cosa voleva quel Crawford. Versò il tè nelle tazze e corse da suo zio. 

Hannibal e Jack si erano seduti a parlare nell'ufficio dove Hannibal accoglieva i suoi pazienti. Lisa non bussò ne disse nulla, spinse piano la porta e mise davanti ai due uomini le tre tazze di tè. Jack ringraziò la ragazza che si scusò per prima. Era appena arrivata dall'Italia e doveva ancora capire bene dove si trovasse. Hannibal allungò una mano e prese la sua tazza di tè. Se lo portò alla bocca e guardò sua nipote colloquiare allegramente con l'agente dell'FBI. 

" Mi stava dicendo, agente Crawford che aveva bisogno dei miei servigi"

" Oh si. Avrei bisogno di una consulenza psicologica per uno dei miei uomini: Will Graham. Potrebbe darci una mano?"

" Certo. Sarà per me un onore. Mandi qui l'agente e inizierò immediatamente. Posso inserirlo anche domani mattina."

Jack posò piano la sua tazzina sul vassoio e disse: " Forse non mi sono spiegato molto bene, Dottore. Io la vorrei a Quantico a lavorare con noi. Mi piacerebbe che lei e Will collaboraste insieme. Che ne pensa, Doc?"

Hannibal mandò giù un altro sorso di tè e disse: " Certo che si. Mi ha sempre affascinato Quantico"

Lisa guardò i due uomini poi guardò suo zio. Era impazzito? Collaborare con Quantico? Con l'FBI? Se venivano a sapere cos'era veramente Hannibal, lei sarebbe dovuta tornare di corsa in Italia e addio Stati Uniti e borse di studio. Jack Crawford non sembrava un idiota. Anche se dall'aspetto sembrava un uomo sciatto. Ma Lisa aveva capito che era un tipo sveglio. Un segugio. Lo vide sorridere a suo zio mentre si alzava e li stringeva la mano. Sembrava che quei due di colpo fossero diventati amiconi da come si parlavano. Lisa pensò bene di avvisare suo zio quando Jack se ne fu andato. Ma Hannibal, dopo aver ascoltato le preoccupazioni della nipote, disse soltanto: " Ho tutto sotto controllo"

Ma non era vero. Non aveva tutto sotto controllo. Quelli come lui alla fine li pigliano.

Lisa riportò il vassoio in cucina e aprii il frigo. C'era quello che si era immaginato. Carne umana camuffata in carne qualunque. Ma lei sapeva che dentro a quel barattolo con i pomodori secchi c'era la carne di qualcuno e anche nel barattolo con la salsa piccante. Poteva sentirli tutti. Udire le loro voci e le loro grida che imploravano pietà. Chiuse la porta del frigo e le urla cessarono. 

Se Hannibal non si preoccupava di essere scoperto, Lisa non sarebbe stata ferma con le mani in mano. Avrebbe pedinato Crawford e iniziato a studiare lui e quel Will. Aveva bisogno di stare lì, in quella casa, non sarebbe ritornata  a Venezia con le mani vuote. 





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