Richiesta 3

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Genere=smut
Personaggio= jimin
Richieste particolari= nessuna
For=LadyAri21


Ero pronta, ogni cosa era al suo posto e speravo lo fossero anche i miei pensieri.
Come ogni notte mi ero svegliata per provare la nuova coreografia, diventata ormai, l'unico mio pensiero.

Passavano i minuti, le ore, cosi come il sudore e la fatica si accumulavano lo facevano le speranze di portare una coreografia decente.

Ricordo bene le ultime parole, di una settimana fa, del mio menager:

«inventa qualcosa di nuovo alla svelta o sei fuori Arianna.»

Il solo pensiero di non poter più esibire la mia passione per la danza mi faceva uscire di testa, era come mettermi sull'orlo di un precipizio e spingermi giù.

La danza era la vita, la mia vita.

E ricordo come dopo quelle parole cosi dure ci fu una mano a sollevarmi su di morale, e come il suo sorriso mise fine alla mia agonia.

«sei la più brava di tutto il corso, ce la farai ne sono sicuro!»

Quella stessa allegria e fiducia, in quelle parole, mi permettevano tutte le notti di recuperare energie e provare ancora.

Ormai avevo finito e il giudizio sarebbe venuto a breve, molto breve, in quell'edificio che come mai prima d'ora sembrava volermi schiacciare.

Per un attimo mi sembrò di assentarmi da tutto e tutti, ero su un altro pianeta mentalmente, la stessa sensazione che ebbi quando guardai i suoi occhi.
Di quel colore nero intenso che li caratterizzava più di tutti, mi facevano toccare il cielo con un dito e allo stesso tempo affogare dentro di essi.
Sarei stata tutta la vita a guardarli per vedere solo il luccichio che emanavano.

Ed ecco che l'universo mi giocava brutti scherzi facendomi immaginare che lui fosse proprio accanto a me, che potesse accarezzarmi la mano stringerla alla mia. E avrei continuato a pensare di star immaginando tutto se un certo calore proprio alla mano, non si fosse propagato nel mio corpo.

Girai la testa di scatto vedendoti li, proprio accanto a me che stringevi per davvero la mia mano. Stavo sognando? Perché se la risposta è si allora non voglio svegliarmi.

«vogliamo entrare?»

Il mio sguardo era di nuovo su te che ti ammirava come un'opera d'arte e come se tu avessi percepito la mia insicurezza stringesti ancora di più la mano e in quel momento, una fitta al cuore mi colpì.

«ho paura Jimin..»

Non ero mai stata così sincera, evitavo ogni contatto umano se possibile e raramente confidavo ciò che provavo ma con te, avevo capito che era tutto diverso. E non potevo farci niente.

Il tuo sguardo si addolcì e per un attimo avevo paura lui provasse della compassione, quasi pietà, verso di me.
La cosa che più mi faceva chiudere nel mio guscio e che mi aveva fatto pensare di essere inadatta alla società.

Odiavo quel sentimento.

«ci sono io con te, sempre.»

Le parole si ripetevano nella mia mente facendole passare come acqua in un ruscello, cosi pulite e rillassanti.

«ascoltami Arianna: non ci sono stato all'inizio della tua vita ma ci sarò da ora fino alla fine perché tu ne vali la pena. Smettila di dirti che non vali perché io vedo in te potenziale e grinta da vendere, per questo mi piaci da impazzire.»

Per un attimo mi sembrò che il tempo si fosse nuovamente fermato, che qualcuno mi stesse facendo davvero uno scherzo.

Come potevo io piacere a lui? Un essere così perfetto ed etereo che facevo fatica a credere che avesse dei difetti. Una risatina uscì dalle mie labbra accentuando il rossore sulle mie guance.

✔️IMMAGINA BANGTANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora