|La mia bella è bella per tutti|

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«... E se provate a entrare nella Foresta Proibita senza autocertificazione, io arrivo con i lanciafiamme!!»

Così finì il discorso del preside de Luca, dando inizio al primo banchetto di quest'anno ad Hogwarts.

Mi girai verso la mia bella, Maria, e brindai con lei: «A questo nostro ultimo anno!»
Lei mi sorrise e disse: «Al nostro amore!»

Mi girai verso la tavola dei Tassofrasso e salutai Heidi, la mia spacciatrice, ma lei mi ignorò perché stava salutando delle caprette e dei monti.

Spostai poi lo sguardo sul tavolo dei Corvonero, da dove Barbarella D'Urso mi stava lanciando baci urlando "COL CUORE!"

Il mio sguardo cadde infine sul tavolo dei Serpeverde. Lì non avevo stretto con nessuno in particolare, ma non si può mai sapere.

Il professor di pozioni, Giuseppe Conte, si alzò urlando «ATTENZIONE, NUOVO DECRETO» per richiamare l'attenzione di tutti noi studenti.

«Prima di tutto vorrei dare il benvenuto ai miei nuovi bimbi, e presentare colui che, dopo anni di quarantena, è finalmente libero, Edward Cullen!»

Le porte (e le gambe di molte ragazze) si aprirono al passaggio del nuovo ragazzo.

Sentì i pantaloni andarmi improvvisamente stretti alla vista di quelli del ragazzo.

Era imponente, altissimo e bellissimo. Anche il ragazzo lo era.

Tolsi lo sguardo da lui solo quando Maria mi parlò.
«Vado un attimo in bagno» e si alzò lasciandomi solo.

Ritornai a guardare il ragazzo, che si era seduto al tavolo dei Serpeverde. Non era presente allo smistamento, quindi pensai che probabilmente il cappello aveva scelto la casata per lui prima della cena. Un'eccezione particolare.

Tutto di lui emanava bellezza e forza. Edward Cullen. Anche il suo nome era elegante e affascinante.

Sentì il rialzamento dei pantaloni più imponente. Mi alzai di scatto e corsi al bagno dei prefetti per distrarmi. Magari una sciacquata al viso mi avrebbe aiutato a chiarire le mie idee.

Appena entrai però ebbi una spiacevole sorpresa.
«Dammi un altro decreto daddy!» la mia bella, o forse non dovrei più chiamarla così, stava consumando con, niente popò di meno, il professore Conte.

Quando alzò lo sguardo e mi vide, si stacco subito da lui.
Le mie lacrime iniziarono a bagnarmi il viso.

«Come hai potuto?»
«Posso spiegare!»
«Stai zitta Maria!»
«Vuoi unirti a noi?»

Mi girai e andai via, chiudendo con forza la porta.

Ma proprio fuori la porta andai a sbattere su lui. Edward Cullen.

Due anime, un colloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora