Capitolo 4

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Ore 9.33, New York

Harry il giorno dopo si alzò sentendosi uno straccio. Aveva le gambe distrutte e un forte sonno come se non dormisse da diversi giorni. Aveva ancora quel fastidio alla mano ma stava leggermente migliorando.
Con un po' di fatica si alzò dal letto dirigendosi al bagno per risciacquarsi il viso e lavarsi i denti, eliminando il sapore orribile che aveva in bocca.
Solo dopo aver fatto colazione e sistemate le cose in cucina e nelle varie stanze della casa, prese in mano il telefono chiamando il suo migliore amico.

-Ehi Niall, come stai?-

-Wow amico da quanto che non ci sentiamo!-

-Ma se ti ho chiamato due giorni fa per parlarti di Louis. Davvero Niall?-

-Oh si, vero. Hai ragione.- ridacchiò. –Allora qualche nuova notizia?-

-Nulla, voglio dire, si forse ma non è niente di che.-

-Okay aspettami sto arrivando da te, lo sai quanto mi da fastidio parlare al telefono quando posso venire a casa tua, prepararmi un caffè e mangerò tutti i biscotti che hai in casa.-

-Niall ti odio.-

-Se non amassi Louis ameresti me quindi stai zitto.-

Harry alzò gli occhi al cielo, riattaccando il telefono aspettando Niall.


**


Ore 10:42, New York

-Non so che cosa fare Liam.- disse Louis portando la busta con i peperoni rossi e gialli all'amico.

-Secondo me dovresti parlargli, dirgli come stanno le cose. Di come ti senti, cosa provi, quali sono le tue paure. Non puoi continuare a vivere cosi Louis, ami Harry e se ancora non provi quel sentimento, sicuramente c'è una certa attrazione.-

Louis annuì. –Si lo so, ma se poi dovesse andarsene? A tutti spaventa la mia vita, anche tu ne sei rimasto traumatizzato, andiamo.-

-Si ma io sono sensibile e non hai usato neanche un po' di tatto, quindi, altro consiglio. Usa tatto, insomma non puoi dire certe cose come se nulla fosse. Capisci che intendo?-

-Si capisco.- disse l'amico preparando il piatto per mettere i peperoni presto grigliati.

Successivamente prese una ciotola riempiendola di olio, mettendo sale e pepe. –Almeno questo lo so fare.- sghignazzò.

-La vedo dura non saper versare un po' di olio, di sale e di pepe.-

-Non sfottermi.- disse uscendo dalla cucina per poi andare a preparare la tavola in giardino dove presto si sarebbe svolta la grigliata. –Verrà anche Zayn?- urlò il castano sperando che Liam lo sentisse.

-Quest'anno ha detto che passa. Penso perché non vuole vederti.-

-Mio dio se l'è presa per niente.-

-Sei tu che l'hai stuzzicato voglio ricordarti.-

-Lui ha fatto il bambinone.-

-E tu...-

-Oh ma potete smetterla?- la madre di Liam ci raggiunse, sistemando i panni piegati in modo ordinato sopra la sedia. –Sembrate due bambini che si scaricano la colpa l'uno sull'altro. Intendo te e Zayn.-

-Ma io...-

-Muto, la colpa è di entrambi, sia abbastanza chiaro. Quindi caro Lewis se veramente tieni a Zayn dovresti fare il primo passo e chiedergli scusa.-

-Mamma, è molto orgoglioso.- disse il figlio.

-È Louis.- rispose correggendo la piccola donna.

Demons Inside My Eyes || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora