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Sto salutando i miei genitori, prima che partano. Mio padre  mi sta facendo mille raccomandazioni, mentre la mamma si limita solamente ad abbracciarmi. Non vogliono che se ne vadano!
"Mamma, papà non abbandonatemi!"
Urlo loro mentre scoppio in un pianto disperato.
"Piccola mia, non ti potremmo mai abbandonare! Stiamo solo partendo per un breve viaggio e torneremo ancora prima che tu possa sentire la nostra mancanza!" mi risponde la mamma, baciandomi la fronte. I due si allontanano ed io continuo a piangere.
"Ehi sorellina, vedrai che saranno nuovamente qui molto presto" mi dice Andrew prendendomi in braccio. Affondo la testa nella sua spalla, sentendomi amata e protetta.
Poi vedo il buio.

Un raggio di luce illumina il mio volto e mi sveglia. Apro lentamente gli occhi
"Si é svegliata! Chiamate subito il re!" urla Giselle
Mi sento incredibilmente bene e piena di energie
"Ehi Giselle, cosa ci faccio qui?"
"Ma come, non ricordi?"
Scuoto la testa e lei si siede accanto a me sul letto. Mi poggia un panno umido sulla fronte e sento un leggero dolore.
"Per fortuna si é già formata la crosticina. Sai, sei scappata dalla cena ed hai cercato si scappare nella foresta. Però durante la corsa hai sbattuto la testa contro un ramo e sei caduta da cavallo. Hai perso molto sangue e sei fortunata ad essere ancora viva. Hai dormito per ben tre giorni ed il dottore diceva che forse non ti saresti mai più svegliata!Ti prego mia principessa, non fare mai più una cosa tanto pericolosa!"
Ora ricordo tutto! I banditi... Ne ho ucciso uno...ma non ero sola! Una ragazza mi ha aiutato. Com'é che si chiamava? Ah si, Tajea....la moneta! Controllo e noto che é ancora presente dove l'ha nascosta.
" Non posso assicurarti nulla, ma cercherò di stare più attenta" le rispondo
La porta si apre di scatto ed Andrew entra nella stanza.
Non posso fare a meno di pensare a quei pochi momenti in cui ricordo di essere stata nuovamente tra le sue braccia. Era da tanto che non mi sentivo tanto al sicuro...
"Tutte fuori! Tranne te" esclama indicando Giselle.
Le altre serve escono velocemente dalla stanza.
Mio fratello si gira e mi guarda. Non sembra arrabbiato, ma alquanto sollevato.
"Dammi" dice a Giselle, che gli porge la pezza bagnata.
Lui si siede dall'altro lato del letto, alla mia sinistra ed inzia a passarmela  delicatamente sulla fronte, come stava facendo la mia serva pochi secondi fa.
"Perché sei scappata in quel modo?" mi chiede poi. Sul serio me lo sta chiedendo?!
"Sei serio?! Sarei dovuta rimanere lì e farmi picchiare senza dire o fare nulla?!"
"Te lo meritavi. Hai buttato una zuppa addosso a tua cugina. E prima ancora stavi esplicitamente sfidando la mia autorità"
"Sfidando la tua autorità?" gli rispondo allontanando la testa dalla sua mano "Ecco un'altra delle tue stupide scuse. Io stavo lì per i fatti miei e tu volevi obbligarmi a mangiare! Per non parlare del fatto che mi stavi mettendo in imbarazzo davanti a tutti! Ho passato gli ultimi dieci anni a permetterti di trattarmi come se fossi un giocattolo ed una valvola di sfogo. Non ce la faccio più! "
" Stammi bene a sentire Caroline, tu non sei né un giocattolo né una valvola di sfogo. Io non ti punisco senza alcun motivo, ma ogni volta che ti faccio male é perché lo meriti. In quanto tuo familiare maschio più stretto ho il dovere di educarti secondo le nostre leggi. Ed a quanto pare a te piace tanto infrangerle."
"A me non piace infrangerle, semplicemente trovano che sia ingiuste, soprattutto nei confronti di noi donne"
Abbassa la testa e rimane in silenzio.
"Riesci a stare in piedi?" mi chiede poi interrompendo il silenzio
In risposta mi alzo, e non ho alcuna difficoltà nel reggermi sulle gambe.
"Giselle, vai a chiamare la principessa Martina"
La mia serva annuisce e si allontana velocemente dalla stanza.
"Cosa vuoi da quella stronza?!" gli urlo agitandmi.
"Come prima cosa vedi di moderare i termini in mia presenza. Inoltre ti conviene conservare il fiato e le energie"
Ho un brutto presentimento. Bruttissimo.
Lui in risposta si alza e si sfila la cintura.
"Non vorrai..."
"Come ti ho detto ho il compito di educarti e puniti ogni volta che sbagli. Tre giorni fa hai mancato di rispetto a me, che non solo sono il tuo educatore ma anche il tuo re, ed a tua cugina compiendo un azione inaccettabile. Come se non bastasse hai anche afferrato un coltello con il paese scopo di usarlo come arma. Per delle azioni tanto scorrette ci vuole una punizione molto severa"
"Io ti odio!" gli urlo
Sta per rispondere quando la porta si apre di nuovo. Ne entra la mia cugina più odiata.
"Non vorrai farlo davanti a lei?!" chiedo stupita ad Andrew.
"È stata vittima del tuo comportamento inaccettabile, é giusto che assista"
"Cugina cara, sei molto fortunata che io sia l'unica ad assistere. Sai, stavi per essere punita davanti ad una ventina di persone"
Questo é troppo! Mi avvicino velocemente a lei e la spingo facendola cadere per terra.
La reazione di Andrew é immediata e subito mi blocca.
"Tu sei veramente idiota! Sei già nei guai e ti comporti in questo modo?! Mi stai facendo di nuovo incazzare! È mai possibile che in tutti questi anni tu non abbia imparato un minimo di autocontrollo?!"
Mentre mi tiene ferma mi spinge verso il tavolo al centro della stanza.
" Aspetta! " esclama Martina" Non avrei intenzione di punirla con la cintura? "
" Certo che la punirò con la cintura. Quale sarebbe il problema? "
"Diciamo che non lo ritengo lo strumento più adatto alla sua colpa. Insomma, tra le cose più gravi che ha fatto spicca l'essere fuggita in direzione della foresta. Quindi quale strumento migliore di una verga?"
Sta stronza!
"Ma sei impazzita?! Non ho mai provato uno strumento tanto doloroso! Il massimo é stato la cintura!" esclamo, cercando di liberarmi dalla stretta che mi blocca. Ma mio fratello é molto più forte di me e riesce a tenermi ferma
"Beh, c'é una prima volta per tutto..." risponde Martina

Ho un Fratello severo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora