Odi et amo | Paky

41.

"La mia ex, siamo stati insieme per un anno e mezzo."

Non c'ero rimasta di sasso, di più. Mi ero letteralmente congelata sul posto, con la bocca semi aperta e lo sguardo fisso su Vincenzo, che si passava le mani sul volto e sui capelli, quasi come fosse un tic nervoso, mentre aspettava che io dicessi qualcosa. Ma cosa potevo dire? Ero stata presa alla sprovvista come poche volte nella mia vita.

Era strano che le mie amiche non mi avessero accennato di Alessandra, quando avevo raccontato dei problemi con Anna. Era strano che neanche Fabio mi avesse detto nulla. Avrei voluto essere pronta, almeno un po'. Ancor di più, era strano che Vincenzo non ci fosse già arrivato per conto suo. Non ci voleva la scienza per capirlo, eppure continuava ad essere convinto che sua sorella avesse solo bisogno di tempo.

In parte, ne ero molto sollevata, perché il problema in sé per sé non ero io, ma questa famosa Alessandra e ciò che significava per Anna. Non voleva provare a conoscermi perché era ancora legata a quella ragazza.

"Ammò lasciaci da soli un attimo, per piacere." mormorò, spezzando il lungo silenzio che avevo creato io, mio malgrado. In un attimo la bambina si alzò, andando in camera, veloce come una scheggia.

Anche io me ne andrei a gambe levate.

"Mi viene da vomitare." esclamai, per poi alzarmi, andando ad aprire la finestra ed affacciarmi, cercando di prendere un po' d'aria, visto che mi sembrava di soffocare.

Non tanto perché era stato fidanzato con una per oltre un anno, figuriamoci, è più che normale, ma perché sua sorella mi stava mettendo a confronto ad una ragazza con la quale era cresciuta e con la quale aveva convissuto per un anno e mezzo. Ed io non sapevo se avrei potuto reggere il paragone. Né con Anna, né tantomeno con Vincenzo.

Mi sbagliavo a mettermi così tanto in discussione, non dovevo essere intimorita o vacillare per un pensiero del genere. Alessandra era il passato, ed andava bene così, lei non era qui. Ma per Anna non era solo 'passato' e non sapevo se fosse la stessa cosa per Vincenzo, visto che sembrava essersi scaldato molto, per non dire che si era arrabbiato, dopo che sua sorella pronunciò quel nome. Allo stesso tempo, però, non l'aveva nominata neanche mezza volta durante tutti quei mesi, anche se di occasioni ce n'erano state molte. Forse per lui faceva sul serio parte del passato. Lo speravo.

"Stai calma ammò, tranquilla." esclamò, facendomi voltare. "Te l'ho detto, ha bisogno di tempo. È ancora legata ad Alessandra. Deve abituarsi."

Per fortuna aveva capito cosa mi stesse passando per la testa, anche perché non sarei riuscita a spiegarmi come avrei voluto, molto probabilmente.

"Vincenzo..."

"Ascoltami per bene. Mia sorella non ha un padre e si affeziona facilmente. Sente un vuoto ed ha bisogno d'affetto, nonostante lei cerchi di respingere chiunque non sia di famiglia. La trattava come sta trattando te e la respingeva in qualunque modo. Però alla fine ha amato da morire Alessandra, forse più di quanto abbia fatto io. La considerava come una sorella maggiore, ma è stato inevitabile. I rapporti tra loro sono stati troncati, dopo che ci siamo lasciati." disse, guardandomi dritta negli occhi. "Non frequentava più casa nostra e non si sono più viste. Tutto questo da un giorno all'altro."

"Dio, lo immagino." sospirai, passandomi una mano sul volto.

"Non voglio che lei si affezioni a persone che sono destinate ad andarsene velocemente, per quello non le ho fatto conoscere Chiara... anche perché non mi fregava un cazzo di lei. Quindi, capisci il motivo per cui vi ho fatto conoscere. Non credo che tutto quel che abbiamo finirà nel giro di un mese, quindi dalle tempo e imparerà a conoscerti e a volerti bene. Poco a poco. Sono mesi che le parlo di te per darle tempo per abituarsi." mormorò, sfiorandomi una guancia. "Ma non posso impedire che lei ti respinga o che preferisca Alessandra, almeno al momento. Tu sei nuova, lei vuole ciò che conosce già."