Quel giorno Sarah si svegliò piuttosto agitata, era pronta ad affrontare la situazione e soprattutto ad affrontare Luke. Aveva aspettato anche troppo e non riusciva più a reggere il modo in cui veniva trattata. Mentre si vestiva e andava a scuola si sentì circondata da una specie di bolla. 'Una spettatrice' pensò, 'oggi sono solo una spettatrice'. Niente di ciò che stava facendo o di ciò che accadeva attorno a lei sembrava reale, era come guardare un film. Passo cosi tutta la mattinata, senza che le importasse nulla della nuova condizione, anzi era quasi felice, finalmente la pace, senza preoccupazioni o altro. L'unica cosa che riuscì a notare fu l'assenza di Luke. Per un attimo si senti triste per questo, ma anche arrabbiata, proprio quando aveva deciso di parlargli lui era scomparso. Certo ora non avrebbe più avuto nulla da discutere con lui, le persone avevano ricominciato a parlarle a notarla... si comportavano come se lei non fosse venuta a scuola per tutto il tempo in cui l'avevano ignorata... impossibile si disse, ma i sentimenti negli occhi dei suoi compagni non potevano essere fraintesi, erano sinceri, sinceri e preoccupati. Lei che aveva sempre creduto di non valere nulla e che era incredibilmente convinta che se fosse scomparsa non sarebbe importato a nessuno, scopriva adesso che non era così. Certo c'era qualcosa che le sfuggiva, che non le tornava qualcosa... eppure era felicissima che i suoi compagni si fossero preoccupati, dopotutto si era assentata per giorni, si proprio così, era stato davvero infantile da parte sua non farsi più sentire.
Quel giorno si sentiva proprio bene, non avrebbe mai voluto vivere in modo differente. Rimase in questo stato di pace fino alla fine delle lezioni e poi ancora mentre tornava a casa. La cosa cambiò drasticamente quando davanti a casa sua, trovò colui che riteneva la causa della maggior parte dei suoi problemi: Luke. Stravaccato nel portico di casa sua, accoccolato come se dormisse. Subito la bolla in cui si era cullata fino a quel momento si ruppe e tutti i dubbi e tutte le preoccupazioni la assalirono di nuovo. Sconforto e tristezza si annidarono nuovamente nel suo animo e la sua prima reazione fu quella di incolpare il ragazzo. Lo guardò con uno sguardo pieno d'odio, pronta a urlargli contro e a cacciarlo da cosa sua. Si accorse però ben presto che lui non reagiva alle sue minacce e guardandolo meglio ne notò le condizioni. Era gravemente ferito, con segni di artigli e di bruciature in tutto il corpo e decisamente non dormiva, ma era privo di sensi. Il senso di colpa la investì e cerco di farlo entrare in casa, ringraziando il cielo che quel giorno i suoi genitori sarebbero rientrati sul tardi. Mentre saliva le scale la sua mente iniziò a lavorare. Che diavolo gli era preso quella mattina? Lei c'era andata a scuola cavolo! Come si era potuta convincere del contrario? Come aveva potuto perdonare tutti così facilmente e che cosa era successo a Luke? Non aveva mai visto ferite simili. Per prima cosa lo porto nella sua stanza e prese il telefono per chiamare un'autombulanza, si rimproverò per non averlo fato prima, con tutte quelle ferite aveva sbagliato a spostarlo. Quando rispose l'operatore però non riuscì a parlare. Una strana sensazione serpeggiò dentro di lei, non doveva fare sapere a nessuno che il ragazzo era lì. Le sembrava una faccenda di inestimabile importanza, nessuno doveva sapere, a qualsiasi costo. Dopo aver preso questa decisione, finalmente riuscì a parlare, si scusò e disse di aver chiamato per sbaglio. In seguito, si girò verso Luke e iniziò a spogliarlo per potergli così disinfettare le ferite, sperando con tutto il cuore che non si svegliasse prima che avesse finito altrimenti non sarebbe riuscita a reggere l'imbarazzo ed era altamente convinta che gli sarebbe svenuta addosso. Mentre lo medicava non poté non notare il fisico perfetto del ragazzo, muscoloso e slanciato, avrebbe potuto fare il modello tanta era la sua perfezione. Si rammaricò delle ferite che lo deturpavano e sperò con tutto il cuore che non rimanessero cicatrici. Quando ebbe finito di medicarlo gli fece indossare un pigiama del padre e si sdraiò sul letto accanto a lui, non volendolo lasciare solo. Mai era stata così grata ai suoi genitori per aver acconsentito alla sua richiesta di avere un letto matrimoniale in camera. Si sdraiò sul fianco in modo da poter vedere bene la faccia del ragazzo e in quella posizione, aspettando il suo risveglio, si addormentò.
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La storia di Sarah
FantasySarah è una ragazza come tante altre, ama leggere e farsi coinvolgere dalle storie d'amore dei suoi romanzi preferiti. Non avrebbe mai pensato di essere speciale, non avrebbe mai pensato di aver vissuto nella menzogna e che niente in realtà è come s...