Natale

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Cento volte al giorno mi capita di pensare che la mia vita dipende dal lavoro di altre persone, vive e scomparse e mi dico che devo impegnarmi a restituire quanto ho ricevuto e ancora ricevo.
Albert Einstein

La vigilia di Natale, il giorno migliore dell'anno per Rose da quando era piccola, l'attesa dei regali, degli auguri e della bellezza che solo il 25 dicembre poteva avere.
Quell' anno peró era diverso, la ragazza non era euforica e non c'era nessuna decorazione in casa a parte il piccolo albero a fibra ottica sulla sua scrivania.
Era un Natale diverso, mancava qualcosa, mancavano i suoi nonni che fino all'anno prima avevano festeggiato con lei, che il 24 avevano invitato tutta la famiglia per mangiare insieme e che la avevano sempre aiutata a fare il presepe con le statuine di quando erano giovani.
Ora peró loro non c'erano più e tutti ne sentivamo la mancanza. Rose era sempre stata una ragazza forte, piangeva raramente, era sempre riuscita a farsi forza da sola anche nei momenti peggiori, anche quando non c'era nessuno ad aiutarla, nemmeno la sua famiglia.
Solitamente era lei che consolava le persone e così era stato quando loro se ne erano andati, uno dopo l'altro, quasi come se non potessero vivere se non insieme.
Anche quel giorno doveva essere lei a rallegrare la famiglia, a rendere tutto un po' più facile per quanto potesse. Per questo decise di alzarsi alle 7 di mattina e di addobbare tutta la casa da sola.
Era una tradizione e come tale doveva esserci qualcuno a mantenerla viva.
Quando i genitori si svegliarono trovarono il solito grande albero completamente addobbato con palline dorate, ghirlande e luci colorate. Abbracciarono Rose felici e insieme si prepararono per andare a fare compere per la cena, a cui avrebbero partecipato anche i suoi zii con il cugino Filippo.

Fu una serata tranquilla: mangiarono, fecero un brindisi e giocarono a tombola.
Rose andó a casa di Federica, la sua amica d'infanzia che, come ogni anno, la aspettava a mezzanotte per lo scambio dei regali.
Tornó a casa molto tardi e fu felice di vedere che i suoi genitori la avevano aspettata per mangiare il panettone; prendendone una fetta pensó a quanto quel giorno fosse stata una ragazza diversa, non scontrosa o scostante ma gentile con tutti. Forse lo spirito del Natale faceva davvero diventare tutti piú buoni, questo Rose non lo sapeva ma sicuramente,di tanto in tanto, anche a lei piaceva essere gentile.
La giornata di Natale fu migliore del solito; dopo aver aperto i regali la famiglia andó al ristorante del centro che ogni anno li ospitava. Non erano una famiglia molto numerosa ma ognuno portava sempre alcuni amici e si finiva per riempire una tavolata. Quella mattina però l'atmosfera era diversa dal solito, non c'era la solita allegria , quasi come se tutti fossero preoccupati per qualcosa.
Rose decise di non darci troppo peso e passó tutto il pranzo vicino a suo cugino Luca che,come ogni anno, aveva portato il suo amico Dario che la ragazza non sopportava e non faceva altro che insultare.
Per fortuna alla sera Rose avrebbe festeggiato con i suoi migliori amici in piazza Castello, scambiandosi pacchetti, bevendo e divertendosi a criticare chiunque passasse.
Fu questo probabilmente che le permise di non avere una crisi di nervi dopo tre ore che erano seduti a tavola.
Finirono di mangiare intorno alle 17 e, dopo essere stata salutata da tutti, Rose decise di allontanarsi e di stare un po' da sola, tutti quei discorsi le facevano venire mal di testa; non sapeva perché le persone non riuscissero a stare un po' in silenzio invece di iniziare discorsi su discorsi in continuazione.
Si sedette sulla sua panchina preferita nella vietta nascosta dietro palazzo Reale , si coprì con la giacca e osservó le persone che passavano, provando a immaginare la loro giornata, i loro pensieri e la loro vita.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 28, 2014 ⏰

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