richie.
il luna park.
era con il suo gruppo di amici, il losers club.
stavano entrando tutti nella casa infestata dei clowns, eccetto lui." ragazzi, io non mi sento tanto bene, preferisco aspettare qui fuori.
andate pure senza di me ! "
lo avevi sentito dire, rivolto agli altri." woah, tozier il cazzone ora si tira indietro?
questa mi è nuova ! "
aveva scherzato una rossa.così gli altri gli diedero retta, senza farci troppo caso, lasciandolo solo.
ti sembrava turbato, avresti tanto voluto andare da lui, ma non lo avevi fatto.
infatti appena si accorse di essere fissato da te, eri corsa via.<3 <3 <3
big bill.
nel cortile di casa sua.
passeggiavi tranquillamente per le strade di derry, come tuo solito, quando hai sentito delle grida.
provenivano da una casa accanto a te, girandoti avevi visto un uomo in garage gridare contro un ragazzo che stava in giardino.
" lui non c'è più bill, georgie è andato !
è morto, cazzo !
andato per sempre, quindi smettila con queste stronzate ! "
e così dicendo l'uomo gli aveva lanciato addosso quella che sembrava una mappa assieme a dei modellini di plastica.ma il ragazzo restò fermo, completamente immobile.
delle lacrime rigarono il suo viso, che era chinato a fissare l'asfalto.
poi si alzò d'improvviso, prendendo a calci tutto ciò che il padre gli aveva lanciato addosso prima, e si sedette sul marciapiede, singhiozzando.quella fu la prima volta che lo vedesti.
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stan the man.
un corso scolastico.
eri entrata nell'aula di biologia il primo giorno di scuola, prendendo posto in prima fila.
quella materia ti piaceva a dismisura, per questo volevi seguire con attenzione senza perderti nulla.
nel giro di qualche minuto si fecero presenti gli ultimi studenti, ma fra loro ve ne fu uno che ti diede nell'occhio.
ti avevano colpito i suoi folti ricci castani, e il suo sguardo, annoiato all'apparenza ma profondo se retto nel modo giusto.stanley.
sapevi che era un membro dei losers, lo avevi visto per la città insieme a loro d'estate.aveva preso appunti per tutta l'ora, avresti dovuto fare lo stesso anche tu, ma i tuoi occhi erano attratti da lui.
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eddie spaghetti.
a scuola.
eri in palestra, lezione di educazione fisica.
la professoressa quel giorno eseguì i test di resistenza su tutta la classe.
la prova consisteva nel fare più giri di corsa possibili per tutto il perimetro della palestra, il tempo a disposizione era di cinque minuti.tu avevi finito da poco, fu chiamato il prossimo.
" kaspbrak? " chiamò la prof, con tono quasi schifato.
un ragazzo docile si alzò titubante.lo reputasti timido dal modo in cui giocava con le mani.
iniziò la prova, crollando a terra al secondo giro di palestra.l'insegnante non si era degnata nemmeno di alzarsi, aveva borbottato sventolando la rivista, a quanto pare più importante della salute di uno studente.
" tsk, il solito scansafatiche che finge lo svenimento per saltare la prova. "
a te però, non venne difficile realizzare che la situazione era molto più seria di quanto sembrava, e ti alzasti di scatto correndo a prendere il kit di emergenza.
prontamente, lo avevi portato al moro, porgendo l'inalatore che aveva il suo nome sopra, mentre lui ansimava a più non posso.
il moribondo aveva usufruito dello strumento, poi una bidella lo aveva accompagnato in infermeria.un " grazie. " giunse al tuo orecchio, lieve quasi quanto le labbra del ragazzo che lo aveva pronunciato.
