Dialoghi Sgualciti

.separazione artistica.

a chi, alle mostre d'arte, va
da solo.

« Alle mostre guardavo solamente te. Eri il mio quadro preferito. »

« Ed è proprio questo il motivo: perché ero un qualcosa di preferito sono stato condannato, bruciato, consumato, buttato.
Proprio perché ero il tuo quadro preferito te ne sei andato, oramai annoiato, non mi hai nemmeno salutato. Mi hai solo guardato un po' di più, hai tentennato nel buttarmi giù, nello sciupare i colori, nel levare i chiodi che mi tenevano ancorato alle mie effimere -in-certezze.
Proprio perché ero il tuo quadro preferito all'inizio mi regalavi fiori, annusavi i sapori e gustavi gli odori, per poi portare solo dolori e malumori.
Hai scelto di cambiare quadro, orario, piano, sipario ed io ho cambiato visitatori, autori, adulatori, accessori.
Solo perché ero il tuo quadro preferito mi hai destinato all'insoddisfazione, all'illusione di rimanere a te vicino, un qualcosa che ti facesse sentire vivo. »

« Sei sempre stato così cinico, le tue parole squartano le pareti dei miei organi interni, mi perforano i polmoni lasciandomi senza fiato. Hai sempre avuto questo potere su di me. Abbandona la nave mentre il nostro amore si estingue. L'oceano è sangue e la nave si perde tra le tue fredde gambe. Posso sfiorarti le costole? Mi manchi, sei trasparente e tremendamente incoerente. Ti amo. »

« Le tue mani mi sventrano il costato con la loro delicatezza mesta. Mi uccidi e mi logori con le tue attenzioni da maniaco del controllo, mi ledi i timpani con le tue parole inzuppate di melassa. Lascia che mi dissangui sul pavimento della nostra camera mentre parli di te stesso e poi essiccami al sole della tua città natale. Mi fai del male ma ti appartengo. Sono un mitomane, lo ammetto.
Che bagnato che è il nostro amore, impregnato di questo malsano e stucchevole odore misto a passione e dolore, amalgamato col timore di perdere il controllo e di affondare assieme alla nave e a quel quadro ancora in stiva, in cerca di una nuova vita. »