Louis.
Quando apro la porta di quel monolocale, la puzza di alcool e fumo mi fa contorcere l'espressione in una smorfia disgustata.Reed è davanti a me, barcollante e con una sigaretta tra le dita. È ancora spenta, ma lei continua a portarsela sulle labbra, grugnendo infastidita quando realizza che non sta tirando nulla.
Vedo una bottiglia di Jack Daniel's buttata a terra, insieme a dei mozziconi di sigarette, accompagnati dalla cenere. Ci sono anche diverse paia di mutande e dei reggi seni.
Sospiro. "Quanto hai bevuto?" le chiedo, facendomi spazio tra quello schifo. Butto la mia sacca per terra e la raggiungo, convinto che possa cadere da un momento all'altro.
È così piccola, magra e fragile. Trema e ciondola a destra e sinistra. "Non lo so. Tu non c'eri e ho perso le misure" ha il tipico tono da ubriaca.
Scuoto la testa. "Devi smetterla di bere, ogni volta che me ne vado" la rimprovero, avvicinando una mia mano alla sua per toglierle quella sigaretta dalle dita.
Lei grugnisce infastidita, allontanandosi da me. "Bevo per paura. Ho paura che tu non torni" ammette.
"Reed, vado solo a prendere dei vestiti puliti" le accarezzo una guancia, e lei sospira. "E sai che ti fa male, ridurti così nelle tue condizioni" la rimprovero una seconda volta, socchiudendo gli occhi.
A quelle mie parole, la ragazza libera una risata amara. "Morire per la malattia, o morire così, non cambia!" urla, allargando le braccia. La vedo tremare e capisco che non può reggere ancora per molto.
È ubriaca e fatta, ha i polmoni impregnati di fumo, mentre il cancro al cervello la sta divorando. Mi chiedo come possa essere ancora viva, essendosi rifiutata di sottoporsi anche alla chemio.
"Reed, lo dico per te" sospiro. Vederla in quelle condizioni mi distrugge, ma non voglio mostrarmi debole. Voglio cercare di infonderle quel briciolo di forza che mi resta, ma ormai non ragiona più.
Reed scuote la testa. "Lo so. Ma ormai non c'è più niente da fare." dice, afflitta. Mi avvicino a lei, stringendola a me. Ormai l'ho accettato, sono pronto a tutto, almeno credo.
La ragazza tra le mie braccia emette un paio di conati di vomito, per poi vomitare nel lavandino della cucina, scoppiando in un pianto liberatorio.
Le tengo i capelli, le pulisco la bocca quando termina e la prendo in braccio, portandola nel letto. Lei mi chiede di coricarmi con lei, e così faccio. La stringo tra le mie braccia e comincio ad accarezzarle i capelli.
"Sai che mi resta poco tempo, vero?" chiede. Capisco che sta piangendo e una dolorosa fitta allo stomaco si impossessa di me. Chiudo gli occhi, cercando di non piangere.
Cerco di calmarmi, prima di risponderle. "Lo so, ma ti giuro che starò con te fino alla fine" la stringo più forte. Lei annuisce e la sento inspirare a pieno, assaporando il mio profumo.
"Ti amo Louis" sospira, prima di addormentarsi.
L'amavo anche io, tanto.
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Insane.
Short StoryReed fumava Marlboro Gold Touch. Reed beveva Jack Daniel's. Reed amava ballare. Reed amava vivere. Reed era la mia anima gemella. Reed era malata. Reed aveva il cancro. Reed è morta.