Mancavano due giorni alla morte di Reed, ma ancora non potevo saperlo.
Quel giorno Reed mi aveva chiesto di farle un bagno. Avevamo appena finito di guardare un noiosissimo film in televisione e io ero finito addormentato.
Con calma mi aveva svegliato, cercando di non farlo nei modi bruschi che aveva sempre utilizzato.
Mi alzai e le sorrisi, annuendo alla sua proposta. La presi in braccio e la portai in bagno.
Aveva il corpo ghiacciato, per quel motivo feci scendere l'acqua bollente per riempire la vasca. Utilizzai anche una doppia dose di bagnoschiuma alla lavanda, il suo preferito.
Mi sentii soddisfatto quando la vidi sorridere per il mio gesto. Pensare che potesse ancora sorridere per quelle piccole cose, era piacevole e abbastanza rincuorante.
Non appena la vasca fu piena, la aiutai ad alzarsi, spogliarsi e ad entrare in vasca, sperando che l'acqua fosse ad una temperatura abbastanza calda per farla stare bene.
Aveva sempre freddo ultimamente. Le lavai i capelli un paio di volte, sentendola rilassarsi sotto al mio tocco. In quel momento non potevo essere più tranquillo.
Reed sembrava stare bene, per quel motivo decisi di lasciarla un paio di minuti da sola, scendendo per andare a prendere un'asciugamano per raccoglierle i capelli.
Mi alzai da terra. "Torno subito. Due secondi, ok?" lei annuí solamente, portandosi le mani sulle spalle e rannicchiandosi di piú nella vasca.
Feci una corsa al piano inferiore, afferrai un'asciugamano nella lavanderia e tornai al piano superiore in un battito di ciglia. Mentre percorrevo velocemente il corridoio, sentii delle urla provenire dal bagno.
No. Non potevo crederci. Mi precipitai in quella stanza, spalancando ancora di piú la porta. Reed era rannicchiata nella vasca e urlava. Piangeva e urlava, mentre con le dita si graffiava il volto.
Aveva le unghie talmente lunghe da potersi graffiare. "Basta! Basta! Basta!" urlava e piangeva. "Non posso più farcela! Basta!"
Mi posizionai davanti a lei, afferrandole le mani per farla smettere di farsi del male da sola. Lei continuò a piangere, dimenandosi con furia. Ma aveva poca forza, per quel motivo non riuscii a liberarsi.
"Lasciami! Non toccarmi! Vattene!" mi sentii impotente di fronte quelle parole. Abbassai lo sguardo, ma non la lasciai andare. "Reed..." sussurrai.
Ero al limite. Sentivo gli occhi gonfi, pizzicarmi. Presi dei prondi respiri, cercando di opprimere quelle sue urla, quei suoi lamenti. Non potevo piangere in quel momento.
"Reed... Ti prego" alzai lo sguardo quando capii che ero riuscito a sopprimere le lacrime. Lei immediatamente sembrò calmarsi. Smise di piangere, urlare e dimenarsi.
Mi osservava come se fossi appena uscito da un fumetto o un cartone animato. Di colpo, riprese a piangere, ma sapevo che quelle lacrime non erano dettate da un momento di poca lucidità.
Quelle erano lacrime di tristezza, dolore e dispiacere. La feci alzare dalla vasca, avvolgendola con l'accappatio e con le mie braccia. Senza preavviso, lei alzò lo sguardo.
"Mi dispiace" sussurrò, per poi baciarmi. Quello fu uno dei baci piú belli che io e Reed ci fossimo mai scambiati.
Quella, però, fu l'ultima volta che Reed prese l'iniziativa per baciarmi, ma ancora non potevo saperlo.
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Insane.
Krótkie OpowiadaniaReed fumava Marlboro Gold Touch. Reed beveva Jack Daniel's. Reed amava ballare. Reed amava vivere. Reed era la mia anima gemella. Reed era malata. Reed aveva il cancro. Reed è morta.