Capitolo due

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Il padre uscì dalla porta; rientrò pochi secondo dopo con due lupi al seguito: una femmina e un maschio.

-Spero vi piacciano, sono forti ma regali; è sono animali perfetti per una principessa cacciatrice come voi – disse il re.

- Grazie padre, li adoro – disse mentre dava delle pacche sul letto per far salire i suoi nuovi amici, che ubbidirono felici – hanno un nome? –

- Come vi ho detto, sono vostri. E speravo che poteste portarli nella vostra prossima dimora, dal vostro sposo –

- Certamente padre, li porterò con me – disse mentre accarezzava il muso della femmina, alla sua sinistra.

- Bene allora; siete pronta a conoscere il vostro futuro marito? –

Clarisse esitò a rispondere e guardò fuori dalla finestra, pensierosa. Le colline si stavano tingendo di rosso. La festa era vicina. Il padre si avviò per uscire.

-Preparatevi, tra poco lo incontrerete – disse il padre e uscì.

Clarisse si fece cadere all'indietro sul letto. Che le sarebbe capitato? Un bel principe, affascinante e forte, o un ricco re, puzzolente di naftalina e formaggio? La lupa si avvicinò e le si accoccolò da parte. Così fece il maschio. Era passato poco, forse qualche minuto di tranquillità, che bussarono alla porta.

-Avanti – disse lei entrarono la madre, seguita dalle dame di Clarisse e da servitrici che portavano il suo vestito per la festa e i gioielli più belli che avesse mai visto.

-pronta? – disse la madre.

- Pronta – disse la figlia, annuendo.

I preparativi furono la cosa più strana che avesse mai visto: manicure, un bagno con le rose, oli profumati, ma soprattutto il vino. Clarisse non lo aveva mai assaggiato: era aspro ma anche dolce. Fu un miracolo che non fosse ancora ubriaca.

Poi dovette iniziarsi a vestire: la gonna era di raso blu e il corpetto era bianco, con dei dettagli in oro. La gonna era ampia, ma almeno poteva ballare. Gli orecchini erano di fili doro e zeffiro. Le scarpe erano bianche e comode, ottime per ballare tutta la notte.

Quando fu pronta, mandò le servitrici a chiamare la regina, sua madre. Appena la vide, la madre si mise a piangere. Ma si ricompose velocemente.

Andò da parte alla figlia e la fece girare per ammirarla in tutta la tua bellezza.

Poi la fece sedere, per spazzolarle i capelli e acconciarglieli con una corona d'oro e di perle.

Poi dopo molto tempo in silenzio, la madre parlò.

-Mi ricordi me al mio ballo, dove conobbi tuo padre – si asciugò una lacrima ribelle, scesale lungo la guancia. Clarisse si girò verso di lei.

- Madre, posso farvi una domanda? –

- Certo tesoro, dimmi – disse sedendosi sul divanetto davati al letto di sua figlia, davanti a Clarisse – è per il tuo pretendente? –

- Si madre – ella si voltò verso lo specchio – non sono sicura di essere pronta; sono ancora una bambina –

La madre fece un piccolo sorriso – No tesoro; tu sei una donna oramai. E per il pretendente, non ci pensare: magari non parlerete neanche. Ma promettimi una cosa: tu stasera ti divertirai. È la tua festa, il tuo compleanno. Non lasciare che nessuno te lo rovini in nessun modo – e la guardò, uno sguardo che solo una madre e una figlia possono avere. E con voce calma disse – me lo prometti, tesoro? –

-Ve lo prometto madre – disse Clarisse con un timido sorriso.

- Bene, allora; andiamo dai nostri uomini, ci staranno aspettando –

E si avviarono leggiadre verso la porta e verso il futuro di Clarisse.

-wow – Alexander era rimasto a bocca aperta

-Sei bellissima – disse il padre.

Ed era vero: era la più bella della festa; non appena entrò nel salone con la madre, tutti gli ospiti si erano girati verso di loro. Clarisse si era sentito un po' in imbarazzo, ma aveva fatto un inchino molto profondo e aveva raggiunto il padre, seguita dalla madre.

Clarisse era da parte al padre, aspettando con ansia di vedere il suo futuro sposo, quando qualcuno le pizzicò il braccio; ella sobbalzò per lo spavento, si girò e non potè trattenere un urletto di felicità. 

Salve personcine belle, allora spero che vi piaccia e... niente spero stiate bene 

Come in una favolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora