Il lamento la mattina, di chi brucia,
Il lenzuolo spiegazzato ancora caldo,
La fiamma ancora nitida,
Tutti Giovanna D'arco al mondo per almeno una scusa,
Il mondo arde,e a nessuno importa,
Questo è il loro vanto,
Mentre la tua sofferenza agli occhi miei è timida.
Si arriva poi al punto in cui la sopravvivenza è la chiave,
Ridi, sii felice e non far notare di stare male.
Tutti con problemi facilmente risolvibili,
La loro fama di timpani, vuoti come un pozzo in una stagione di secca,
Pervade la loro anima,
Necessitano di riempire quel solco arido con flussi di vita,
Che sgorgano a non finire,
Ma nella direzione non prestabilita.
Sangue, che colma, e poco dopo straborda,
Frastornando le pareti uditive.
Società di egoisti vampiri di chiacchere.
Intanto, rumori inaspettati nello stomaco,
Demoni pronti a cibarsi di me, sgretolando il mio peritoneo,
Un dolore cronico,
Mi ha portato verso la fine.
Enif causata dalla impossibilità di cibarmi di sangue altrui,
Di non poter esternare ciò con cui combatte la mia conoscenza.
Stranamente morte stabilita, non di mia sponte,
Adikia,
I vampiri diventano sordi con altri vampiri.
Volontà di conoscenza insaziabile la mia, oramai sono sordo non ancora stupido,
Amica mia.
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Dal giallo del croco, al rosso inesorabile
PoetryUna raccolta di riflessioni notturne, scandite da un climax ascendente sempre più forte... passando da serenità e fantasia ad un turbamento continuo. Tali sensazioni sono prettamente personali. Non le considero poesie, ma un oblò su un mare di tensi...