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C'era molto caldo a mezzogiorno, e il sole picchiava forte nella strada (almeno per ora) deserta. 

Josè era ancora nel suo smoking bianco e dormiva dentro la piscina del Parker Hotel, uno degli alberghi più costosi di Malta e, sebbene fosse coperto d'acqua, questo non lo disturbava dal suo sonno, complice anche i fumi dell'alcol che aveva bevuto la sera prima. 

Ciò che lo svegliò invece, furono le urla che provenivano dall'interno della sauna, adiacente alle sdraio ai bordi della piscina. 

Anche se le urla furono molto forti, Marco si svegliò lentamente e prese coscienza di essere immerso nell'acqua solo dopo qualche minuto. 

Sentiva una forte pressione alla vescica e, guardandosi intorno e vedendo che non ci fosse nessuno, iniziò a spingere al basso ventre e a liberarsi della sua urina dentro i suoi vestiti senza provare vergogna, ma si fermò dopo qualche secondo, quando sentì un nuovo grido proveniente dalla sauna, e si rese pure conto di essersi svegliato proprio per una di quelle grida. 

Uscì dalla piscina e fece per avviarsi verso la Sauna, che aveva i vetri appannati, anche se qualcosa gli diceva di non farlo. 

Appoggiò le sue mani alla porta della sauna a mò di binocolo e cercò di guardare dentro. 

Nonostante il fumo, vide tre corpi avvinghiati come polipi che, secondo lui, stavano facendo cose potenti e zozze

Si allontanò dalla sauna e, avendo fame, si diresse dentro l'Hotel in cerca della colazione o del pranzo, non sapeva con certezza che ore erano e non sapeva dirlo dalla posizione del sole. 

L'interno dell'hotel era molto silenzioso, e finalmente Josè capì che c'era qualcosa che non andava, giusto in tempo per notare le enormi macchie di sangue sul pavimento. 

Finalmente si spaventò, anche se doveva farlo prima, vedendo Malta deserta e silenziosa, a parte delle urla che sicuramente non erano di piacere. 

Fece appena in tempo a notare tutto questo, che sentì un rumore dietro di lui. 

Era uno dei suoi amici, Carlo, che con un'aria da vagabondo si incamminava verso di lui con le mani protese in avanti. 

-Cazzo, Carlo! Quanto cazzo hai bevuto ieri?- gli domandò, ma Carlo non rispose, anzi si dirigeva verso Josè aumentando il passo. 

Solo quando fu a pochi metri da lui, Josè notò il colorito giallastro della pelle di Carlo, gli occhi spenti completamente bianchi a parte una piccola pupilla nera al centro, e la bocca ricoperta di sangue. 

Josè fece per allontanarsi e indietreggiò, ma inciampò su un cadavere che era lì solo da qualche minuto, ma lui non poteva saperlo. 

Carlo gli saltò a dosso e cominciò a mordergli il viso e il collo. 

In quel momento Josè iprese a liberare la vescica inconsapevolmente e, prima che il suo amico Carlo avesse finito di sbranargli il viso e aprirgli il cranio, la fece tutta. 

Che cazzo di brutto modo per morire, pensò.

Zombies Goes To MaltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora