Ambra's pov
"Ambra, sbrigati" Mi incalza la mia migliore amica Emma mentre io la seguo legandomi i capelli castani in una coda, scendiamo le scale e arriviamo in salotto. La casa era deserta dato che i miei genitori erano a lavoro. Non sapevo come gli adulti facessero a lavorare con il caldo afoso di inizio luglio. Controllai i messaggi dal cellulare bollente che tenevo in tasca. Notai il messaggio di Leonardo, il mio migliore amico. Insieme a Emma eravamo la banda di R101. Lessi il messaggio "ciao Amb, venite al pontile, finalmente mi hanno comprato un gommone (molto piccolo e di seconda mano) però è carino" io mando come al solito l'emoji del pollice e metto il telefono in tasca. Eravamo i pazzi del paese, un piccolo paesino in Sardegna che dava sul mare, pieno di spiaggie, grotte, isolette, pontili e calette. Io e Emma ci incamminammo verso il pontile, vedemmo Leo che stava li seduto con i piedi in acqua. L'acqua era piatta come una tavoletta e limpida. Appena ci vide si alzò portando il ciuffo di capelli castani all'indietro e alzandosi fece un sorriso e disse "Guardate la mia bella Sirenetta, ci porterà lei a Tavolara in un più o meno cinquanta minuti" Indicò un piccolo gommone, ci stavano tre persone esatte. Io gli diedi una pacca sulla spalla e salì sul gommone. Emma confermò "Tavolara sia" Leonardo fece sorridendo "all'arrembaggio miei Prodi" io ridacchiai e Leo mise in moto producendo quel suono che tanto odiavo... Quel "brum brum" che facevano anche le moto era alquanto irritante. Partimmo a tutta velocità, io amavo stare in barca o qualunque cosa che solcasse il mare, il vento tra i capelli, la brezza marina che ti sferza il viso e l'odore dell'acqua salmastra mi faceva sentire sempre a casa. Leonardo mi disse qualcosa che io non riuscivo a sentire per il troppo chiasso generato dal motore. Eravamo in mare aperto ed io vidi una coda di pesce color mogano. Feci finta di niente e continuammo a viaggiare verso l'isola. Dopo quindici minuti arrivammo davanti a Tavolara. Erano le sette di sera, Emma chiese "che ne dite di andare in quella grotta? io amo le grotte", feci spallucce "A me va bene anche il mare" Leo fece stizzito "Mare o grotta?" Emma fece con sicurezza "grotta!", Leo fece una brusca inversione che mi fece quasi volare in acqua. Io gli diedi un colpo forte sulla spalla e lui , per sbaglio, fece una brusca frenata. Dato che davanti a lui c'era una figura, probabilmente un delfino, io ero vicino al bordo della barca e persi l'equilibrio. I miei piedi si staccarono dal gommone e persi le infradito. Caddi all'indietro e in un attimo ero immersa nell'acqua fino al collo. Era abbastanza calda ma c'era quella punta di freddo che mi fece rabbrividire. Iniziai a riempire di insulti Leo che però rideva. Se fossi stata vestita in modo diverso sarei affondata per il peso dei vestiti, ma indossavo solo la parte di sopra del costume e degli shorts che coprivano la parte di sotto. Ero completamente in mare aperto e l'acqua era limpidissima. I miei capelli fluttuavano sembrando alghe scure. Dopo aver finito la mia sfilza di insulti, Emma mi porse una mano ma io dissi "Vi seguo a nuoto, sono veloce" Emma fece una scettica alzata di sopracciglia e Leo partì. Io continuai a nuotare seguendo la scia di schiuma lasciata dal gommone del mio amico. Ad un tratto mi fermai per ammirare il bellissimo paesaggio, il cielo rossino, il mare limpido, il paesino, il molo, le case e le spiaggie... ad un tratto sentì qualcosa toccarmi la caviglia, un tocco delicato e leggero, pensai fosse una medusa ma il bruciore non arrivò. Rabbrividì e continuai a nuotare a seguito del gommone. Arrivai davanti a una parete rocciosa con un foro al posto della porta, riconobbi il gommone di Leo parcheggiato. Mi diedi sostegno mettendo piede sul gommone e l'altro sulla roccia. Mi diedi slancio e arrivai dentro una grotta molto grande, con una pozza d'acqua limpida al centro e un'apertura da un muro che lasciava ammirare il paesaggio. Camminai verso la pozza d'acqua dove Emma e Leonardo si erano già immersi. Io mi tolsi i pantaloncini già fradici e prendendo la maschera dalla borsa da mare, decorata con pappagalli di ogni colore, mi immersi lentamente. Il fondale era magnifico. La roccia ai lati era chiara, la sabbia candida disseminata di conchiglie, qualche alga qua e la, verso la profondità c'era un foro nella pietra che lasciava uscire dalla grotta passando sott'acqua. Proprio in quel foro vidi passare una monopinna azzurra, mi guardai intorno e vidi che Leo ed Emma erano usciti dall'acqua. Cercai di seguire la coda passando dal foro. Trattenere l'aria era la cosa che mi riusciva peggio. Sbattei i piedi con forza per seguire la coda. Era già da qualche giorno che mi succedeva. Vedevo code in ogni spiaggia o grotta in cui andavo... Forse avevo le allucinazioni ma vedevo tutto in modo molto realistico. Passata attraverso il foro mi guardai intorno ma vidi solo alghe, pesci e rocce. Nessuna traccia della pinna. Ad un tratto vidi un cespuglio scuro e folto. Somigliavano a capelli ma era impossibile. Il fiato era terminato. Nuotai con tutta la velocità che potevo e finalmente riemersi. Iniziai a respirare affannosamente mentre Leo mi sosteneva le spalle per non cadere, avevo tutti i muscoli indolenziti e non riuscivo a respirare. Leo disse con tono severo "Che ti è venuto in mente?!" Io mentre uscivo dall'acqua risposi sarcastica "scusa mamma" Leo incrociò le braccia al petto mentre io mi avvolgevo nel l'asciugamano. Controllai il cellulare, 20:25. Controllai WhatsApp, mi aveva scritto Giovanni, la mia crush. Lessi il messaggio "Ciao Amb, che ne dici stasera di uscire?😘" Arrossì leggermente, ero cotta di lui dall'età di tredici anni avevo quasi diciotto anni, da quello che pensavo anche lui era cotto di me ma non voleva svegliare a dirmelo. Volevo rispondere ma sul l'isoletta non c'era campo. Mi girai e saltellando tornai in acqua. Guardai Emma e con un sorriso dissi "Giovanni mi ha scritto di uscire... Sai che appena torniamo a casa devi aiutarmi a prepararmi?" L'altra fece un sorriso "quel vestito che hai comprato la settimana scorsa andrà benissimo"
In realtà era un top con una gonna a vita alta BELLISSIMO. Io annuì ed Emma disse "Quel rincitrullito non si decide a dichiararsi, ha una bellissima ragazza davanti e non fa niente...io sono più che sicura che è cotto di te" "Stasera ho intenzione di dichiararmi" Emma disse con finta severità "è sarebbe anche ora" Leo uscì dall'acqua dicendo "tu che ti dichiari? Quando c'è lo avrai davanti inizierai a balbettare e... " La sua voce fu interrotta da un rumore fortissimo, come di una frana. Ci voltammo e vedemmo l'uscita per la grotta nella grotta franare, le rocce chiusero il passaggio. Corremmo verso le rocce franate e cercammo di spiegare ma niente, le rocce restavano ferme. Leo iniziò a dire cose che però io non avevo voglia di ascoltare, mi immersi ma non appena toccai l'acqua sentì Leo dirmi con fare rabbioso "ti sembra il momento di fare il bagno? " Io risposi "sto cercando un'uscita" Mi immersi fino al foro nella roccia, uscendo conduceva fuori dalla grotta e a nuoto saremmo tornati in paese. Riemersi e spiegai a Emma e Leo piano e Leo fece notare "ci metteremo ore, comunque come facciamo con i telefoni e le nostre cose? " Io risposi "torneremo prima se partiamo prima, le cose le riprenderemo domani quando saremo tornati, andiamo". Loro annuirono e nuotammo in profondità verso il foro. Uscimmo dalla grotta. Ci aspettava almeno un ora o due di nuoto. Amavo nuotare ma fare due ore di nuoto senza sapere cosa avevo sotto mi terrorizzava, odiavo l'ignoto e ne ero impaurita. Continuammo a nuotare per un tempo molto lungo, quanto volevo che una barca ci passasse davanti ma sfortunatamente niente ci passò davanti. Quella notte il cielo scuro era illuminato dalla luna piena. Sentivo un perenne pizzico alle gambe, come avere dei pantaloni troppo stretti che ti facevano pizzicare le gambe, non sapevo il perché ma chiesi agli altri "Raga, sentite anche voi le gambe pizzicare?" "Si" Risposero loro in coro. "Strano no?" Chiesi io, ogni volta che c'era qualcosa di strano volevo scoprire tutto per poter stare tranquilla. Emma rispose "si, può essere anche come stiamo nuotando tanto e ci pizzicano le gambe" Io annuisco e continuiamo a nuotare. Ad un tratto vedo il paradiso: Una barca. Inizio a urlare e a sbracciarmi, Leo e Emma fecero lo stesso, volevamo attirare l'attenzione della barca in modo da venire salvati. La barca si avvicinava sempre di più. Era l'imbarcazione della Guardia Costiera. Iniziammo a nuotare a tutta velocità verso la barca e dopo un attimo arrivammo, eravamo tutti e tre stremati, con i muscoli che chiedevano pietà. Riuscì a salire sulla scaletta. Non appena sentì qualcosa di caldo e spugnoso avvolgermi le spalle chiusi gli occhi, ero stanca per la nuotata e anche per essermi svegliata presto quella mattina, finalmente mancava poco per tornare a casa. Con la stanchezza che mi premeva contro, mi addormentai.
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La Corona Rubata
FantasíaSardegna, 2019. Ambra, Emma e Leonardo, tre migliori amici vivono in un paesino che da sul mare. Durante una gita in gommone i primi di Luglio arrivano a Tavolara, nell'isola fanno una piccola gita e ad un tratto l'unica uscita dalla grotta frana e...