Capitolo 2.

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Lo guardai interdetta, non perché fossi impaurita, bensì perché mi chiedevo come mai un ragazzo come lui, invece che nella festa, era lí sotto, al freddo a fumare una sigaretta.
Mi era simpatico Niall, era un ragazzo irlandese, che amava la birra e ovunque ci fosse la sua presenza c'erano una chitarra e davvero tanto, tanto casino. Non lo conoscevo personalmente, ma provavo una strana simpatia per lui.
"Ne vuoi una?" mi chiese cacciando il pacchetto di Malboro.
"No grazie, non intendo dare soldi ad una multinazionale per bruciarmi i polmoni." Risposi cercando di far capire il sarcasmo nella mia voce.
"Allora mi scusi Hazel Grace, ma di certo non le dirò che é una metafora, dal momento che non lo è affatto." Inaló una grande quantità di fumo, per poi eliminarla con un' eleganza misteriosa.
"Il tuo nome é Niall vero?" Chiesi cercando di nascondere il mio dolore.
"Niall James Horan, tu sei la fidanzata di Luke Hemmings e dal momento che sei qui sotto con gli occhi lucidi, credo che tu non lo sia più." Non so come, ma aveva intuito. Non riuscii a trattenere una lacrima, che scese come l'ultima dal momento che non ne avevo più, la rabbia aveva sostituito il pungente dolore.
"Senti, scusami tanto ma non voglio consolarti, non sono in vena. Oggi dovrei e potrei benissimo ubriacarmi e scopare con qualche ragazza, non fumare con una ragazzina in lacrime." Mi disse compensando la mia risposta analfabetica. Mi ferì, non vedevo in lui il mio migliore amico, ma pensavo che non fosse stronzo come tutti gli altri.
"Nessuno vuole la tua compassione coglione, fanculo!" Gridai.
"Ei, stai calma. Io non ti ho fatto nulla, non puoi sfogare la tua ossessione e i tuoi ormoni su di me, fanculo a te!" Disse ridendo. Quella serata era troppo per chiunque, anche per me.
"Sai che c'è? Io voglio tornare a casa, trasferirmi e non aver più niente a che fare con persone come voi!" Risposi con una enorme quantità di frenesia nella voce, una frenesia insolita per me.
"Ho capito come sei, la classica newyorkese ricca, che crede nell'amore platonico e che ama quei romanzi di merda che all'interno hanno solo cazzate.
Non puoi giudicarmi se non mi conosci, non puoi pensare che io appartenga ad un 'voi'. Quindi, sgombra il tuo culo da qui perché mi sto rompendo i coglioni di tutta questa merda!". Non risposi perché aveva ragione, l'avevo messo in mezzo ad una storia che conosceva, me l'ero presa con la persona sbagliata.
Mi allontanai e chiamai mia mamma, che come al solito arrivó con un estenuante ritardo. Ero seduta lì, su un marciapiede di New York senza più nulla. Senza più sentimenti, neppure il dolore c'era più. Tutto ciò era alquanto brutto, avrei preferito piangere con un coltello nel petto che stare lí, impassibile e vuota.

Wonderwall.||Niall James Horan.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora