tutto ciò che ho sempre voluto; cesolas au

Anche tu sei in grado di amare.

"Quindi quanto tempo?"
"Quanto tempo per cosa Cesare?"
"Di quanto tempo è in ritardo sto flixbus, dai Nelson."
"Ah, credo abbiano detto un'ora e mezza. Perché?"
"Nic me l'ha appena chiesto, penso venga a prendermi."
"Ma digli che ti accompagniamo io e Bi dai, tanto sei di strada, almeno non lo fai aspettare."
"Glie l'ho già detto ma ha scritto che è vicino alla stazione, quindi ci aspetta."
"Vabbè poi lui è testardo, non cambierebbe idea. Ah Cesare, ho notato che tu e Nic in quest'ultimo periodo siete molto vicini, sembrate molto più felici."
E a quelle ultime parole Cesare sentì il sangue dentro di lui raggelare nelle vene. Conosceva Nelson da troppo tempo e probabilmente era stato stupido a pensare di poter nascondere qualcosa proprio a quel ragazzo, che ormai per lui era come un fratello.

Dopo aver pensato alla risposta adatta a quell'affermazione, per quelli che probabilmente erano stati secondi ma che a Cesare erano sembrate ore, dalla sua bocca uscì solo un lieve
"N-Nelson probabilmente sarebbe arrivato il momento di dirti... di dirti una cosa".
"Oh Cesare che è quella faccia preoccupata? Calmati su" rispose il riccio con il suo solito sorriso amichevole sul volto.

Cesare era sempre stato uno che preferiva dimostrare le cose più con i fatti che con le parole, forse perché spesso, come questa volta, non aveva la forza di pronunciarle. E anche questa volta si limitò a girare lo schermo mostrando a Nelson una sua foto insieme al moro, o per meglio dire, una foto del moro, sfuocato e in secondo piano ma pur sempre sorridente e riconoscibile, e di un piatto in primo piano, che Nelson pur sforzandosi non riusciva a distinguere. La foto era di luglio.
"Cesi scusa ma cosa dovrebbe significare questa foto? Più volte sei andato a cena con Nic, non mi sembra una cosa di cui preoccuparsi" rispose il riccio dopo aver fissato lo schermo per un tempo indeterminato sicuramente più corto di quanto fosse sembrato a Cesare.

"Si, vedi Nelson, diciamo che da quel giorno Nic potrebbe essere diventato qualcosa più di un amico." Aveva pronunciato quella frase molto più velocemente di quanto era solito a fare e si sentiva più leggero ora che finalmente si era tolto quel peso di dosso.
La paura prese però il posto della sicurezza non appena vide il volto di Nelson coprirsi con un velo di stupore e i suoi pensieri cominciarono a invadergli la mente. Il pensiero fisso però era uno solo, perché l'aveva detto.

Nelson non parlò. Non fece altro che guardarlo e abbracciarlo per dargli conforto, per farlo sentire al sicuro e accettato.

L'abbraccio durò una buona decina di minuti e si staccarono solo quando Nelson sentì la maglietta bagnarsi al contatto con gli occhi di Cesare.

Freddie stai attento e non dirlo a tuo padre
Chissà cosa potrebbe far
Tu lascialo stare tra slot e zanzare
Insieme agli amici del bar
Dentro a 'sto Flixbus che sembra volare
Tu cadi e non riesci a aggrapparti
Perché la tua vita va troppo veloce
Più dei giudizi degli altri

Nelson fece per aprire bocca ma lui lo anticipò
"No aspetta devo dirti un'ultima cosa. Sai già come la pensano i miei sui "ragazzi come me" e quindi no, non ho intenzione di dirgli niente finché non lo capiranno da soli, o finché non ne troverò il coraggio, ma penso sappia anche tu che è molto più probabile la prima opzione. Anche se mamma è da giorni che non fa altro che ripetermi il bene che mi vuole e penso che sia perché in fondo ha capito tutto."

Freddie stai attento e non dirlo a tua madre
Anche se lei nel cuore già sa
Ha preso in affitto due occhi diversi
Per piangere lontano da tuo papà
Il corridoio che vi separa
Sta sotto al tetto che vi unisce
E lei non te lo dice ma ti ama davvero
Anche se forse non ti capisce.

"Se hai finito vorrei dirti una semplice cosa: non ti vedevo così felice e spensierato come sei con Nic da tempo, quindi non posso fare altro che essere felice per te e sperare che tu abbia trovato finalmente la persona con cui ti senti giusto."