IV. La verità viene sempre a galla, disse Lily Potter

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Victoire Weasley: traditrice o ingenua?
Questo era l'enorme titolo che tappezzava la copertina della primissima, ed entusiasmante a parere di Lily, uscita dell'Hogwarts Time di quell'anno.
Un mucchio di fesserie invece secondo Rose e Victoire.
«Andiamo Vic, non darci troppo peso» sussurrò Rose al suo fianco rivolgendole un sorriso incoraggiante mentre osservava la cugina fulminare con lo sguardo il giornale che teneva tra le mani.
In realtà Rose era da una parte piuttosto sollevata di non essersi beccata la prima pagina ma solo un piccolo articolo quasi alla fine del giornale. Per quella volta l'aveva scampata.
Comunque le dispiacque per sua cugina, Victoire sembrava davvero inviperita.
La bionda Veela infatti strinse tra le dita il giornale fino a ridurlo quasi ad una piccola pallottola disordinata e fulminò, questa volta, Rose con lo sguardo.
Da quando era uscita dalla sua camera non aveva ricevuto altro che occhiatacce e sussurri ogni volta che incrociava qualcuno e, nonostante ora capisse a cosa fosse dovuto quel trattamento, le sembrava piuttosto strano che quella notizia fosse arrivata così velocemente alle orecchie di Tanya.

«Non posso crederci» sibilò in seguito mentre lanciava un'occhiata al tavolo di Grifondoro. «Wesley deve essersi vendicato per bene» concluse piatta, incenerendo con lo sguardo il ragazzo al tavolo rosso oro che le rispose con la stessa occhiata fulminea.
Non credeva sarebbe arrivato a tanto.
Rivolgersi a Tanya era troppo per chiunque, o almeno così pensava.
Rose la guardò confusa, lasciando perdere il porridge che stava letteralmente divorando. Se Victoire non fosse stata così presa dai suoi problemi, l'avrebbe sicuramente ripresa.
«Mi sono persa qualcosa?» domandò incerta Rose continuando a guardare la cugina e sperando non perdesse la pazienza, iniziando così una scenata nel bel mezzo della Sala Grande.
Victoire non era una tipa che dava spettacolo, almeno solitamente. Preferiva risolvere le questioni silenziosamente e con i diretti interessati. Inoltre, era una ragazza abbastanza tranquilla.
Quando era possibile evitare una litigata, riusciva a frenare la lingua e anche da arrabbiata sapeva contenersi e mostrare la parte più razionale di sè. Il suo sguardo però, non prometteva nulla di buono.

Victoire strinse gli occhi, scocciata.
Non aveva voglia di raccontare ciò che era successo, forse più per evitare di ritrovarsi a sorridere come un idiota al ricordo di lei e Ted che per il fatto che Wesley avesse scoperto ciò che era successo tra loro mesi prima.
Sbuffò, indecisa sul da farsi.
Rose aspettava silenziosamente, ticchettando però continuamente la forchetta contro il piatto e tentando così inutilmente di nascondere la sua curiosità.
La bionda dopo poco si avvicinò al suo orecchio, sussurrando qualcosa di incomprensibile alle orecchie di Lysander che, seduto di fronte alle due ragazze, le osservava assonnato.

«Cosa?» domandò Rose sorpresa, alzando un po' troppo il tono della voce. «Quindi tu e...» Victoire la interruppe tirandole un lieve schiaffo sul braccio dopo aver intercettato lo sguardo attento di Tanya che dal tavolo di Grifondoro le stava guardando curiosa.
«Scusa» mormorò la ragazza prima di riprendere immediatamente a parlare. «Tu e Ted?» chiese questa volta con un tono di voce più basso.
Victoire annuì, abbassando lo sguardo sul suo piatto semivuoto e facendo spallucce a Rose che intanto continuava a parlare, tempestandola di domande.
«Quindi che pensi di fare?» chiese infine, avvicinandosi più a lei ed attirando la sua attenzione.
Victoire alzò lo sguardo incrociando gli occhi blu di Rose che attenti la squadravano, «Non ne ho idea, Rose..» cominciò incerta, voltandosi verso l'entrata della Sala Grande. «Ma credo che stare lontana da lui sia la scelta migliore» concluse questa volta più sicura, vedendo Ted che entrava al fianco di Scorpius ed una ragazza, che riconobbe come Sandra Carrow, arpionata al suo braccio.
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«Delacour»
Victoire continuò a camminare, ignorando il ragazzo che la stava inseguendo da più di dieci minuti.
Cosa voleva ancora da lei?
«Victoire» disse infine esasperato Ted mentre le afferrava il polso e la costringeva a fermarsi. Lei si voltò verso di lui, osservandolo con indifferenza.
«Sono parecchio di fretta, che vuoi?»
«Perché mi eviti?» domandò curioso Ted, inarcando un sopracciglio.
«Non ti sto evitando Lupin, adesso lasciami andare» tagliò corto la ragazza, cercando di liberarsi dalla sua presa.
«Lupin?» ripeté lui divertito, rafforzando la presa sul suo braccio prima di avvicinarsi al suo orecchio. «Lo sai che mi piace quando mi chiami Ted, sopratutto quando lo fai come ieri notte» continuò ridacchiando.
Victoire scosse la testa, evitando di rispondere al suo commento. «Ho detto che sono di fretta. Perché non vai a cercare Sandra, sono sicura che ti piaccia allo stesso modo» mormorò, cercando di moderare il suo tono di voce prima di mordersi l'interno guancia.
Decisamente stare a stretto contatto con Rose l'aveva resa più impulsiva del solito.
Ted in risposta rise, allontanandosi dal suo orecchio ma rimanendo comunque vicino al viso della ragazza.
«Andiamo Vic, non c'è bisogno di essere gelosa»rispose spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Victoire rimase in silenzio, negare non aveva alcun senso perché, oltre ad essere piuttosto evidente il fatto che fosse gelosa marcia, avrebbe solo fatto divertire ancora di più Ted. Quel sorriso idiota cominciava ad infastidirla.
«Pensavo sapessi che nessuno è come te» terminò avvicinando le labbra a quelle della ragazza. Lei, presa alla sprovvista, tentennò appena lasciando ricadere lo sguardo sulle labbra di Ted.
«Che stai facendo Ted?» sussurrò sottovoce, leggermente imbarazzata.
«Ti dimostro che sto dicendo la verità» replicò lui prima di poggiare le labbra sulle sue, incurante dei sospiri tristi di alcune ragazzine e del gridolino eccitato di Tanya.
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«Sicura?» domandò una voce divertita, prima di scoccare un altro bacio sulle labbra della ragazza che ancora cingeva le mani intorno al suo collo.
Lei annuì e sorrise guardandolo quando lui allontanò le mani dalla sua vita e cominciò ad allacciarle i bottoni della camicia rimasti ancora aperti.
Non voleva che se ne andasse ma aveva promesso ad Albus che quel pomeriggio sarebbero stati un po' insieme. Era giorni che ormai lo evitava.
Sospirò inumidendosi le labbra prima di lasciare un ultimo bacio su quelle del ragazzo e allontanarsi definitivamente.
Lui la sorpassò, aprendo la porta dello sgabuzzino delle scope e, dopo essersi guardato intorno per qualche secondo, rivolse un ultimo sguardo alla ragazza dietro di sé.
Prima di potersi incamminare però sentì Alice tirargli il braccio e costringerlo a girarsi nuovamente.
«Mi sei mancato, Lou» sussurrò la ragazza, arrossendo appena.
Avrebbe voluto dire qualcos'altro, ne era certa, ma ogni volta che solo le passava per la testa di ammettere di essere innamorata di Louis si sentiva ancora peggio di prima e il viso ferito di Albus faceva capolino nella sua mente.
Il ragazzo in risposta sorrise prima di lasciarle la mano ed allontanarsi.

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