Muore la speranza

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Quella mattina io e Cloe eravamo sedute su uno scaffale nella zona libri del supermarket,avevo appena finito il terzo libro della trilogia di "Queste oscure materie" e mi sentivo vuota,ora dovevo trovare qualcos'altro da fare.

"Quand'è che hai sentito Simon l'ultima volta?"Mi chiese la bionda accanto a me all'improvviso.

Simon,James e Jake con altri ragazzi e uomini erano andati in cerca di armi.Il problema era che erano partiti giorni fa,non avevamo avuto tempo di arrivare che già erano dovuti andare via.

"Mi ha mandato un messaggio ieri sera,un'altra settimana e questi non serviranno più a nulla!"Dissi io guardando lo schermo rotto del mio cellulare,segnava le 16.45,segno che tra poco tempo ci sarebbe stato il tramonto.

Guardai fuori dalla finestra coperta dalle tegole di legno che facevano passare un po' di luce,sembrava davvero di stare in un film horror apocalittico,ma infondo ormai le cose andavano così,no?

"Non avevi detto a Simon che avresti voluto andare a casa per vedere se i tuoi stavano bene?"Mi chiese Cloe continuando a guardare il vuoto davanti a se.

"Bhe,si mi piacerebbe.Ma è troppo pericoloso,e io non sono una persona con le palle in queste situazioni."Dissi muovendo le mie gambe avanti e indietro.

"Tu no,ma io si!Ti va di uscire?Conosco un passaggio che non è controllato!"

"Sei pazza?Là fuori ci sono mangiatori di cervelli che non aspettano altro che carne fresca!"Dissi alzandomi,ammetto che mi sarebbe piaciuto uscire da questa caverna fatta di cemento,ma avevo una paura matta di non tornare indietro.

"Dai lo so che nel profondo lo vuoi anche tu,e poi io ho questa!"Disse prendendo una pistola dal giacchetto di pelle.

"Come hai fatto ad averla?"

"Me l'ha data James,il passaggio è sempre merito suo.Si preoccupa per me."

"Che poi nemmeno c'è bisogno."Finì io,sapevamo entrambe che Cloe non aveva bisogno di essere protetta,lei sapeva difendersi anche da sola,e anche meglio degli altri.

"Aspettiamo sta sera,e andiamo."Mi disse entusiasta quasi saltellando come se fosse una bambina di cinque anni che doveva andare al luna park.

Scendemmo giù di sotto per mangiare qualcosa con gli altri per non dare sospetti e ci sedemmo dove trovammo libero,da dove ero seduta io potevo vedere chiaramente gli occhi di Vanessa illuminarsi mentre rideva ad una battuta di Adam.

Mi lasciai scappare un sospiro prima di avere lo sguardo indagatore di Cloe su di me.

"Che ti prende?"Chiese guardandomi dritta negli occhi.

"Niente,notavo quanto fosse felice Vanessa."Dissi io amaramente.

"Durante queste situazioni certe coppie potrebbero anche spezzarsi,sai?"Mi disse rivolgendomi un sguardo complice per tirarmi su di morale.

Gli rivolsi un sorriso e ripresi a mangiare la mia mela.

Quando finimmo di mangiare facemmo finta di andare in bagno per uscire dalla porta di emergenza lì vicino,facemmo così in fretta che non potei godermi l'aria pulita che tanto mi era mancata.

Cominciammo a camminare verso l'unico negozio di tatuaggi che c'era in città,Cloe si guardava in torno concentrata mentre cercavamo di non fare rumore muovendo un piede dopo l'altro.

Quando girammo l'angolo Cloe si abbasso prendendo un'asta di metallo.

"Io non so un cavolo di quei cosi,ma ho visto parecchi film su di essi e troppi combattimenti illegali di James."Disse mentre me lo porgeva.

"Combattimenti illegali,eh?Vi siete conosciuti così?"Risi piano mentre impugnavo l'asta e la accarezzavo con i polpastrelli per prenderci confidenza.Se mi avessero detto qualche tempo prima che mi sarei trovata a diventare la migliore amica della ragazza più sfrenata e fuori controllo dell'intera scuola e di trovarmi con un'asta di metallo in mano per spaccare qualche cranio,mi sarei fatta una bella risata.

"Bhè,non sempre quelli come lui sono attratti dalle santarelline."Disse riferendosi ad Audrey Parker,la mora con gli occhi azzurri che aveva fatto innamorare anni prima James e lo aveva portato quasi alla pazzia spezzandogli il cuore.

Audrey era la solita e semplice ragazza che pensava solo a prendere le decisioni giuste per il proprio futuro,era riservata e timida,pensandoci bene eravamo molto simili,ora come ora mi venne alla mente che avevamo freguentato anche qualche corso insieme e che qualche volta ci eravamo trovate sedute vicine a mensa o in biblioteca.

La guardai un'ultima volta per rivolgergli un piccolo sorriso prima di riguardare avanti a me e indicargli la villa col tetto color pesca.

Più ci avvicinavamo alla mia casa,più il mio cuore non poteva far almeno di battermi all'impazzata,avevo troppa paura e mi tremavano le mani mentre pregavo che i miei genitori stessero bene.

Il cancello di metallo era aperto,e la porta era stata sfondata,non potevo altro che trattenere il respiro mentre entravo nella mia vecchia dimora.

Vidi la porta sul retro anch'essa aperta e mi ci diressi sempre con Cloe dietro di me che impugnava la pistola guardandosi gradualmente intorno attenta al minimo rumore.

Quando uscì vidi solo l'acqua della piscina luccicare sotto la luce del tramonto e lo steccato spaccato inerme per terra,sospirai delusa e ritornai dentro.

"Ehi,magari sono riusciti a scappare e a mettersi in salvo."Mi disse Cloe cercando di rassicurarmi mettendomi una mano sulla spalla.

"Si,forse hai ragione."Dissi io guardando i suoi occhi verdi.

"Vuoi provare di sopra?Magari potresti trovare qualcosa che ti possa aiutare a trovarli."

Salimmo le scale prima di recarci nella mia stanza,la prima porta a destra che si trovava in corridoio con la porta bianca e con appeso un cartello sul quale era scritto il mio nome.Mi ricordo ancora il giorno in cui lo appesi,avevo dodici anni ed era stato un regalo di mio padre dopo essere tornato da un viaggio importante di lavoro.

Aprendo la porta trovai la mia stanza come l'avevo lasciata,questo poteva solo significare che magari nulla era cambiato e che se mi sarei coricata e addormenta sotto le coperte nel mio letto tutto questo poteva sembrare un brutto sogno.Mi sarei costretta a scendere di sotto con mala voglia e avrei fatto colazione con i miei genitori,mio padre mi avrebbe accolto con un sorriso prima di tornare con la testa sul suo giornale e la mamma mi avrebbe baciato la fronte mentre mi porgeva una tazza di tè in mano.

Come se non ci fossero mangiatori di cervelli in giro per le strade e io dovessi pensare solo e unicamente allo studio per garantirmi un futuro.

Mi dirigei verso la bacheca dove erano attaccate delle foto dei miei genitori e di Simon,i miei ricordi più belli o semplicemente il ricordo di come andava in mondo.

Guardai in basso trovando il mio diario e la mia cartellina con dentro i miei racconti perfettamente in ordine sulla mia scrivania e li apro subito.Afferrai alcune foto e le misi all'interno di quest'ultimi prima di prendere il mio zaino e svuotarlo per riporre quelle piccole ma essenziali cose.

Presi anche una manciata di penne e le buttai all'interno,per la prima volta tutto in torno a me non è pianificato o in ordine ed è una sensazione strana,e come accorgersi tutto ad un tratto che si abbia vissuto all'interno di una gabbia così grande da non riuscire a distinguere la libertà dalla prigionia fino al momento in cui i muri si infrangono intorno a te come le onde fanno sugli scogli.

Quando mi girai verso Cloe vidi mia madre,ma in realtà non è più lei stessa.

Perchè il cuore batte ancoraWhere stories live. Discover now