Cenere

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Secondi,cifre di secondi o attimi e quell'essere che aveva le sembianze di mia madre buttò a terra Cloe che perse dalla sua presa la pistola facendola cadere ai miei piedi.

Avevo la vista ofuscata e l'unico colore che riuscivo a vedere era il grigio,i rumori e i suoni si erano amplificati lasciandomi in uno stato confusionale,girava tutto così costantemente attorno a me come se fossi in una giostra che andava un po' troppo veloce.

Poi uno sparo mi riportò tutti i sensi.

Prima riaquisì il tatto,i miei polpastrelli stavano accarezzando una consistenza liscia e rigida,subito dopo l'olfatto sentendo un odore forte che ricordava carne in putrefazione e un'odore singolare che non conoscevo.

Quando riuscì a sentire le grida di Cloe che cercava di riportarmi alla realtà riuscì ad aprire gli occhi.

Ancora oggi non riesco a spiegarmi come è stato possibile che abbia dimenticato quel che avevo fatto e il coraggio ebbi,ma ciò che vidi mi proibì di riavere la forza di comunicare con le persone per un po' di tempo.

Tra le mie mani avevo la pistola di Cloe e per terra con la fronte perforata da una pallottola c'era mia madre che fino a poco tempo fa ero uno zombie intento a cercare di mangiare la bionda accanto a me.

Forse lo capì dal mio sguardo assente e vuoto o dal momento in cui lasciai cadere la pistola,ma Cloe riprese la pistola,se la mise in tasca e mi aiutò ad uscire da quella casa.

Mi aiutò a camminare facendo attenzione all'ambiente circostante,nonostante stesse sorreggendo me e il mio zaino.

Non ricordo molto,ma quando fummo davanti al super market trovai il mischuglio di capelli giallo limone venirci incontro per abbracciarmi.

Forse Cloe aveva usato il mio cellulare,il poco credito che mi era rimasto per chiamare Simon e avvertirlo del mio stato,perchè mentre ero tra le sue braccia piangeva e tremava come quando da piccoli aveva fatto al divorzio dei suoi genitori o al funerale di suo nonno.In entrambe le situazioni gli ero stata vicina limitandomi a stringergli la mano e stare in silenzio ad ascoltare i suoi sospiri e singhiozzi che cercava di reprimere.

Passarono un paio di settimane prima che riuscì a riformulare qualche frase,Simon non si era mai allontanato dal super market da quando non ero in grado di comunicare,riuscivo a sentire ciò che mi diceva mentre pensava che dormissi.Mi ricordava costantemente che non mi avrebbe mai lasciato e che sarei sempre stata al primo posto per lui,anche prima di se stesso.

Avrei sempre voluto dirgli che per me era la stessa cosa e che desideravo solo e unicamente il suo bene anche se in quel mondo in cui eravamo costretti a vivere era difficile mantenere le promesse.

La prima parola che ricordo sia riuscita a pronunciare fu 'cenere',era la prima parola che i miei avevano sentito dalla mia bocca quando ero piccola ed era la parola che usavo per esprimere un certo stato d'animo,era la parola che nascondeva un particolare significato.

'Il mio cuore è ridotto in cenere'

Simon aveva pianto a dirotto appena mi udì,mi aveva stretto tra le sue braccia e mi aveva sussurrato cose dolci cercando di rassicurarmi in qualche modo.

Anche Cloe mi fu vicino,molte volte ricordo di averla vista dormire accanto a me e portata via in braccio da James che riteneva di non volermi creare disturbo.

Perfino Daniel e sua sorella India passarono qualche volta,ma la persona che mi sorprese di più fu Natalie che dopo quel che era successo al bar non mi aveva più riferito parola.

Comunque sia riuscì a riprendermi del tutto entro la fine del mese e tornai a cercare di non pensare a ciò che c'era lì fuori e di non pensare al fatto che Adam si era fatto ancor più bello di quanto mi ricordassi.

Lo avevo incrociato un paio di volte nella parte dedicata ai libri,ci eravamo seduti nello stesso posto a pranzo e ci eravamo scambiati un lungo sguardo quando ero andata a salutare Natalie,con cui avevo legato.

L'estate era ormai alle porte e i gruppi che avevano il compito di cercare cibo,medicine e tutto ciò che potesse servire alla sopravvivenza delle persone che vivevano tra le mura del super market,ebbero molta fortuna riuscendo anche a portare nuova gente e nuove armi.

Avevo aiutato anche alcune persone rendendomi utile con la mia poca conoscenza della medicina,ma a me andava bene,ero riuscita a tenermi alle spalle la paura degli zombie e a convivere con la situazione circostante.

Avevo anche partecipato a delle lezioni di autodifesa e di sopravvivenza per tenermi occupata,avevo anche imparato a cucinare e altre due lingue.

Ma non riuscivo a guardare fuori dalla finestra,non riuscivo a provare il desiderio di uscire fuori da quelle mura e nemmeno a parlarne con qualcuno.

Il secondo martedì del mese stavo aiutando a distribuire la cena insieme a India,era diventata un'abitudine quella di cercare di rendermi utile,ma nonostante questo non riuscivo sempre a distrarmi dal fatto che Adam stava ancora con Vanessa,e senza farlo apposta quel giorno li servi io.

"Sei Kate,vero?La ragazza che ha sparato a sua madre zombie e non se lo ricorda?"Mi chiese la mora alzando lo sguardo verso di me.

"Preferisco Katy,grazie."Dissi io con lo sguardo  privo di emozioni,mi sarebbe piaciuto urlargli di andarsene a farsi i cavoli suoi e di tornare a sbaciucchiarsi col suo fidanzato invece di farmi tornare alla mente questioni dolorose e irrisolvibili che mi riguardassero.

Me ne andai a servire qualcun altro mentre la rabbia mi ribboliva nel sangue,non era la solita gelosia che provavo,anzi non era proprio gelosia.

Nel momento in cui mi stavo dirigendo ai prossimi ragazzi mi sentì afferrare il polso,mi girai per vedere chi era e mi ritrovai gli occhi azzurri di Adam che mi scrutavano.

"Posso esserti utile?"Chiesi cercando di non tralasciare nessuna emozione rivolta a lui.

"Mi dispiace per quello che ha detto Vanessa."

"Non importa."Dissi io cercando di proseguire e di fuggire alla sua presa inutilmente.

"Si che importa,lo so che ti ha fatto male.So che stai soffrendo e che ti rendi utile per distrarti da ciò che succede a te e lì fuori."

I suoi occhi rimasero fissi su di me come se cercasse di leggermi dentro,ed io lo lasciai fare anche perchè avevo sempre desiderato quella vicinanza tra di noi.

"Che ne sai di come sto?"

"Ti ho osservata attentamente e anche se sei brava a nascondere il tuo stato d'animo io non ci casco."Mi disse prima di andarsene e lasciarmi in mezzo alla sala sola e confusa prima di ritornare a ciò che stavo facendo.

Quando finì di servire tutti presi un piatto anch'io e mi siedetti accanto a Cloe e James.

"Ho visto che hai avuto una conversazione cuore a cuore con occhi azzurri!"Mi disse con tono canzoniere Cloe appena mi sedetti.

"Ma piantala va!"Risi alla vista del suo sguardo complice.

"Ammettilo,il tuo cuore andava come un razzo a quella vicinanza."Rise ancor più forte Cloe quando ricevette una mia gomitata.

Almeno il tempo di scherzare e farci qualche risata ci era ancora permesso farla.

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⏰ Last updated: Jan 18, 2015 ⏰

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