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Certezze

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Mi voltai di scatto e incontrai gli occhi di Stefano, perchè ci aveva seguite?

«Giulia.» disse in maniera seria sovrastando in fracasso della musica. «Vorrei parlarti...»

Inarcai il sopracciglio destro enfatizzando la mia smorfia scettica, di cosa avrebbe dovuto parlarmi?

«Vieni fuori un attimo?»

Scambiai un' occhiata con Miriana che sospirò rassegnata.

«Ok.» dissi in tono quasi sommesso. «Ma dopo aver bevuto qualcosa con Mimi.»

Non so perchè dentro di me ribolliva un'inspiegabile voglia di non dargliela vinta, mi sentivo vagamente risentita, ma non comprendevo il reale perchè.

Stefano sospirò e si infilò le mani in tasca, aspettando quasi pazientemente.

Io e Miriana facemmo tintinnare i bicchieri e non mancò un sorriso vicendevole.

«Giulia, spacca all'orale!» mi augurò la mia amica con un' enfasi fin invidiabile.

«Ci proverò...» dissi traccannando lo shot di tequila. Repressi il conato di vomito che minacciava di uscire.

«No, niente ci proverò, vai e vinci!»

Scossi la testa divertita e le sorrisi bonariamente.

«Giulia ora esci per favore?»

Fissai Stefano in malo modo e lui sospirò di nuovo in modo quasi rassegnato.

«Per favore.»

Alzai gli occhi al cielo, il suo tono supplicante mi faceva sentire per certi versi potente e in me cresceva una sensazione di vago compiacimento. Stranamente mi piaceva avere il coltello dalla parte del manico. Fare la preziosa mi arreccava un senso di comando.

«Giulia...» disse serio e mi guardò negli occhi e il mio stomaco si contorse.

Distolsi lo sguardo e lo rivolsi verso il barista.

«Un altro giro!» ordinai con un sorriso suadente nella sua direzione. Sì, dovevo ammetterlo l'alcool mi faceva perdere il senso della realtà.

«Che diamine stai facendo?» mi chiese Stefano stringendomi il braccio.

Aggrottai le sopracciglia guardandolo innocentemente.

«Di che cosa stai parlando?» chiesi candidamente.

«Cos'era quello? Se ti stai prendendo gioco di me, sappi che non è divertente.»

«Ma di che cosa stai parlando?» domandai risentita liberando il mio braccio dalla sua morsa.

«Giulia, non ti fare beffe di me.»

«Io, beffe di te?» scoppiai a ridere in maniera quasi incontrollata. Nemmeno nella mia realtà ideale riuscivo ad avere questo tipo di potere su di lui. In tutta quella situazione ero io la pecorella smarrita. «Certo, come se fosse possibile.» aggiunsi.

La sorella di Stefano ci guardava attenta e curiosa a cogliere ogni nuances e parola del nostro discorso.

Mi inchiodò al bancone e con il mento fra le dita mi fece arricciare pure le labbra.

«Bada.» disse in maniera seria e mi sorrise quasi pericoloso.

Spostai lo sguardo sul bicchierino dorato che il barista aveva appena posizionato sul bancone. Gli sorrisi grata con gli occhi, perchè la restante parte del viso era intrappolata dalla mano di Stefano.

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