Inquietudine
~
Seduta sul mio letto guardai la mia immagine riflessa, quel poco che avevo perso lo avevo recuperato. Ero demotivata e affranta, non riuscivo a liberarmi di quel grasso in eccesso. Tra poco meno di una settimana avrei dovuto mettermi in costume dinnanzi a Stefano e l'idea mi terrorizzava. Facevo pietà. Stavo seriamente prendendo in considerazione l'idea di partire e darmi per dispersa, sentivo che non potevo farcela, non in costume, non davanti a lui. Mi coprii gli occhi con i palmi delle mani.
«Giulia?» trasalii sentendo mia madre irrompere in stanza.
«Dimmi.»
«Sta salendo Nathaniel.»
Annuii e cercai di ricompormi mentre mi infilavo i pantaloni della tuta e una maglietta.
Qualche secondo dopo, eccola, la sua voce rasserenante, avevo dannatamente bisogno di lui e quando aprì la porta senza nemmeno bussare il suo sorriso enorme mi fece dubitare.
«Giulia! Ho trovato un posto.»
Mi accigliai non capendo a cosa si riferisse.
«Londra, ho trovato una famiglia!»
A quelle parole il mio cuore perse un battito.
«D-d-davvero?» balbettai mentre nella mente si schiantava il caos della peggior specie.
«Sì, non ci speravo, ed invece!»
«Son felice per te.» mentii. «Quando partiresti?»
«A fine mese.» rispose estatico e sentii il mio umore colare a picco, ma cercai di nascondere le mie emozioni.
Mi sentivo una tale egoista perchè non riuscivo ad essere veramente felice per la sua svolta? Era quello che desiderava. Londra per lui era equiparabile al paradiso, per me invece faceva presagire il peggio. Come potevo anche solo immaginare di cavarmela senza di lui?
Mi strinse in un abbraccio da far mancare il respiro.
«È il sogno di una vita che si avvera!»
Gli diedi un piccolo buffetto sulla spalla e ricacciai le lacrime in fondo al cuore. Cercavo di impormi di essere felice per lui.
«Dobbiamo festeggiare!»
Abbozzai un sorriso che trasudava falsità da ogni poro, sì, ero una pessima bugiarda, così mi voltai prima che lui potesse capire dalla mia faccia senza segreti quello che mi passava per la testa. Non volevo per nulla al mondo rovinare il suo momento. Mi chinai per prendere le scarpe e cercai di parlare con convinzione senza far prendere alle emozioni il sopravvento.
«Dobbiamo assolutamente festeggiare!» esclamai raccogliendo i capelli in una coda disordinata cercando di dissimulare il mio malessere che inghiottiva ogni briciolo di positività rimastami.
Socchiusi gli occhi con la musica che mi rimbombava nella cassa toracica. Avevo la bocca impastata dall'alcool. Potevo gustarmi appieno il misto di delusione che mi attanagliava lo stomaco proprio mentre Nathaniel mi aveva lasciata al bancone per andare in bagno. La mia immagine rifratta allo specchio sembrava così solitaria e indifesa in quei fasci di luce ultravioletta. Sarebbe davvero andata così? Mi sarei accasciata perchè totalmente dipendente dal sostegno altrui?
«Non capisco perchè tu non abbia voluto chiamare Stefano e Mimi.»
«Questo momento è solo nostro.» buttai lì.
Non avevo bisogno di essere scandagliata in ogni mia piccola smorfia. Mimi era particolarmente perspicace sotto quel punto di vista. Necessitavo di tempo per costruire una corazza.
Sentii Nath appoggiare la propria guancia sulla mia e urlare il mio nome a ritmo della nuova canzone che cominciava.
Sospirai cercando di darmi un tono. Mi guardai attorno definendo i contorni dei palazzi, non avevo la più pallida idea di dove mi avessero portato le gambe e la mia testa malata. Scoppiai a piangere, finalmente ero sola e potevo abbandonarmi a un pianto sconsolato. Perchè ero così vulnerabile? In fin dei conti era giusto, era giusto che le persone andassero avanti nel proprio cammino. Eppure perchè a me sembrava di rimanere sempre ferma nello stesso punto, inetta e in preda agli sbalzi emotivi.
Mi asciugai le lacrime con il polso della mano. Sorrisi appena vedendo una panchina, che male avrebbero fatto due minuti seduta lì? Due minuti del mio inutile tempo. La testa mi girava in modo impossibile, ma non era niente in confronto al senso d'ansia che mi divorava.
«Ma porca puttana!»
Sobbalzai spaventata, aprii gli occhi e appena vidi la sua figura mi morsi il labbro. Eccolo davanti a me. Stefano.
«Grazie.»
Delineai un'altra figura vicino a lui. Era Nicola.
«Figurati, pensavo ti potesse interessare.» lo informò e poi guardò me in modo compassionevole. «Ciao Giulia, buona fortuna, penso che tu sia nei guai.» agitò la mano a mo' di saluto con una smorfia piuttosto divertita sulle labbra per poi darmi le spalle e andarsene.
«Giulia, cazzo!»
Spostai lo sguardo di nuovo su Stefano.
Frastornata presi il telefono per poter rendermi conto di che ore fossero.
«Sono le quattro e mezza.» fece eco ai miei pensieri.
Incontrai i suoi occhi e il suo sguardo di rimprovero.
«Che ti è saltato in mente? Sei pazza?»
«N-no.» balbettai.
«No, ovvio che no.» mi scimmiottò in modo sarcastico. «Probabilmente non ti sia ancora entrato in quella testolina bacata, che non dovresti andare in giro da sola, figurarsi dormire sulle panchine!»
«Non stavo dormendo.» replicai alquanto stizzita.
«No, solo smaltendo la sbornia! Il che è anche peggio.»
Sbuffai per la sua formidabile teatralità.
Sentii le sue dita afferrarmi le guance.
«Ah sì? Sbuffi pure?» mi rimbeccò con aria truce.
«Mi tratti come una bambina.» gli feci notare piccata.
«Forse perchè ti comporti come tale!» rispose sprezzante. «Giulia, davvero, non capisci che potresti finire davvero male.»
Minimizzai la sua preoccupazione con un gesto della mano e sospirai, com'era che la testa mi girava ancora e mi sembrava di stare su una giostra impazzita?
Mi passai una mano sul viso per svegliarmi dal quel formicolio impertinente che si era impossessato del mio viso. La testa si annebbiava come se scollegasse le sinaspsi del mio cervello e fu lì che sentii il sospiro profondo e rassegnato di Stefano.
«Andiamo a casa.»
Mugugnai un debole no in risposta a causa della battaglia che c'era in atto nella mia testa.
Stefano mi sollevò senza fatica e tentai di oppormi.
«Non a testa in giù.» biascicai con il sangue che mi andava al cervello. «Per favore, lasciami giù.» protestai. «Devo vomitare!»
Appena fui a terra fu questione di secondi, gli occhi bellissimi di Stefano e poi la lavanda ed infine il nero più totale.
____________________________________________
Sorry per l'assenza... Come state?♥
STAI LEGGENDO
Prova a salvarmi
Storie d'amore𝕐𝕆𝕌ℕ𝔾 𝔸𝔻𝕌𝕃𝕋 [❗Scene esplicite.❗Niente moralisti e cuori deboli] Il mondo vacilla dopo una perdita importante. Tutto comincia a stare stretto, pure ciò che una volta sembrava normale e logico perde di consistenza. Un piccolo mondo scosso nel...