Capitolo 9

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Passarono quasi 4 ore e finalmente tornò il capitano con qualche busta, Bel si avvicinò a lui e chiese: <Senti capitano, la ragazza continua a gridare e colpire le sbarre, cosa vuoi fare a riguardo?> e il capitano: <Lasciala una notte dentro e vedrai che si calma. Domani ci parlerò in privato!>, in quel momento decisi che l'avrei aiutata a scappare quella stessa notte. Durante il pomeriggio, decisi di andare a fare visita alla ragazza e di parlarle a proposito del mio aiuto.

Quando entrai nella stanza, vidi la ragazza dentro una delle celle, seduta in un angolo che mi fissava duramente, misto a terrore: <Che cosa sei venuta a fare?> e io: <Tranquilla, vengo in pace...> e lei: <Quindi?> e io: <Volevo parlare con te, capisco bene che tu non voglia stare qui e volevo offrirti il mio aiuto per poter scappare!>, lei si avvicinò e chiese: <E perché mai un pirata vorrebbe aiutarmi?> e io: <Beh io in teoria non sono esattamente un pirata, è successo che mesi fa questi pirati mi hanno rapita e costretta a rimanere, secondo, non hai altra scelta. Posso capire benissimo che tu non voglia rimanere un solo minuto di più!> e lei: <Capisco e mi dispiace per te...credo che ti lascerò aiutarmi, ma non mi fido comunque di te!> e io: <Stanotte tenterò di rubare la chiave, non fare nulla di avventato mentre sono via!> e lei: <Come se potessi fare qualcosa...>, sospirai ed uscii. Infatti, proprio quella sera, quando tutti dormivano, penetrai nelle stanze in cui si trovava il custode delle chiavi delle celle; sicuramente non era semplice per una che non era abituata a fare cose del genere, ma avevo il desiderio di aiutare la ragazza.

Cercai di fare il più silenzio possibile e cercare chiunque avesse quella chiave, perquisii quasi tutti in quella stanza, fino a che non la trovai che era appesa alla cintola di un grosso omone che russava come fosse una mandria di bufali; dopo che afferrai la chiave tornai dalla ragazza e la liberai, insieme uscimmo sul ponte e per non destare sospetti, io tornai nella mia stanza. La ragazza era pronta a tuffarsi in acqua, dato che per fortuna la nave non era ancora salpata. Sorrise nella notte pensando di averla fatta in barba a pirati; era pronta per saltare ma qualcosa la fece ricadere sul ponte e una grossa voce, chiedere: <Dove pensi di andare signorinella? Ora tu torni dritta in cella!>, l'uomo che l'aveva bloccata era Bel che faceva un giro di ronda sul ponte. Ci riprovò ogni notte e sfruttava ogni momento ma, continuava a fallire e veniva beccata da Bel e dagli altri della ciurma; una notte decise di tentare l'ennesima fuga, pian piano percorreva il corridoio della nave. Non appena svoltò l'angolo, vide la porta del capitano mezza aperta, lei si avvicinò furtiva per sbirciare e lì, rimase impalata come uno stoccafisso: vide il capitano completamente nudo di spalle, lei diventò rossa come un pomodoro e il suo cuore accelerò i battiti, sentiva molto caldo e sudava nel vederlo lì fermo con i capelli bagnati, tantè che svenne per la troppa emozione; il capitano sentì un tonfo e girandosi, vide la porta aperta e mettendosi i pantaloni andò a chiuderla. Non appena fu vicino, vide qualcuno per terra e aprendo di più la porta, notò che era la ragazza che era la piccola ladruncola appena reclutata; lui la prese in braccio e la riportò in camera.

Passarono un paio di settimane e la ragazza, di nome Safiria, era diventata più calma e smise di chiedermi aiuto per scappare, quindi una sera le chiesi il motivo: <Come mai, tutto ad un tratto, hai smesso con le tue fughe?>, lei sembrò arrossire e guardò da tutt'altra parte cercando di evitare l'argomento; io, con la mia persuasione, tentai di farla parlare: <Quindi cosa è successo? Avanti, puoi dirmi tutto! Il gatto ti ha mangiato la lingua?!>, lei arrossì ancora di più e rispose: <Beh, qualche giorno fa, stavo per scappare ma, ho visto...> si bloccò per un attimo e poi confessò: <Ho visto il capitano nudo!!>, rimasi a bocca spalancata dallo stupore, mi vennero in mente tanti pensieri che mi fecero arrossire all'istante e pensai che anche lei lo stava facendo. Da quel momento in poi capii il motivo per cui non avesse più tentato di fuggire. Non molto tempo più tardi Safiria, così si chiamava la ragazza, nel mentre che arrotolava delle corde, le si avvicinò il capitano e chiese con tono beffardo: <Hai deciso di non scappare più?>, lei lo guardò ma non rispose, ovviamente era arrossita come un peperone e distolse lo sguardo; in cuor suo sapeva che non sarebbe più riuscita a scappare, specie senza ricordare quello che aveva visto quella notte.

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