Capitolo 1

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Apro gli occhi lentamente sbadigliando.
Ci voleva questa dormita..
Afferro il telefono sul comodino e... "Oh no no no" ansimo. Cazzo sono le cinque del pomeriggio non posso arrivare in ritardo.
Mi fiondo in bagno, avrò un'aspetto orribile.
Faccio scorrere l'acqua fredda e mi ci butto sotto la faccia, prendo lo spazzolino e inizio a lavarmi la bocca il più velocemente possibile.
Mi guardo allo specchio armeggiando per qualche secondo con i miei lunghi capelli biondi , spostandoli da una parte all'altra; infine devo arrendermi e lasciarli sciolti.
Applico un po di l'eye liner a i miei occhi castani scuri, un po di fard rosso chiaro e del rossetto.
Mi fiondo nell'armadio e prendo una gonna a vita alta di jeans con un top bianco, lasciando un po la pancia scoperta, e un paio di zeppe alte bianche.
Non ho tempo di migliorare il mio aspetto e davvero tardi.
Pesco le chiavi della macchina e quasi corro giù per le scale.
Apro il navigatore metto l indirizzo del pub e parto.
I minuti continuano a scorrere e non sono nemmeno arrivata, schiaccio il piede sull'acceleratore e mi immetto sull'autostrada.
È tardissimo tra meno di un quarto d'ora devo presentarmi al colloquio.
Melany, una delle mie coinquiline, ha fatto così tanto per farmi avere questo incontro di lavoro.
Non posso buttare tutto all'aria per aver calcolato male i tempi!
Ma oggi il caldo di New York, non è dalla mia parte... il top che ho indossato mi si è incollato addosso, così come la gonna.
Avrei dovuto scegliere degli abiti più freschi ma, questo lavoro mi serve davvero, voglio fare una bella impressione.
Sembro un diavolo in strada.
Premo il clacson contro un autista che parla al telefono e lo sopparso rapidamente.
Prendo la seconda uscita e imprecò quando svoltando l'angolo scatta il semaforo rosso.
Per non perdere tempo, mi do una controllata allo specchietto.
Sembra che il rossetto caffè che avevo messo si sia sbiadito, così come la matita che sembra più sfumata.
Il caldo fa sembrare la mia pelle più lucida.
Vedo che scatta il verde e senza perdere tempo sfreccio con il mio maggiolino per le varie vie.
Finalmente arrivo.
Quando entro nel parcheggio mi risalta all'occhio l'insegna "The Night" .
È il locale più famoso di tutta l'intera Città.
È stato creato per un determinato tipo di clientela esigente e quindi per venire a trascorrere una serata qui si deve prenotare almeno tre mesi prima.
Per fortuna Melany ha un aggancio qua dentro che gli ha detto che stanno cercando delle cameriere così lei ha fatto il mio nome.
Non so perché, ma cercano il personale tramite conoscenze e no affidandosi a agenzie o siti internet.
Mi do un ultima sistemata alla gonna e mi catapulto fuori dall'auto.
Vado dritta all'entrata sul retro dove una guardia del corpo mi blocca.
<<Sono Mary Leone, ho un colloquio per oggi>>.
L'uomo di cui non riesco a percepire lo sguardo perché porta gli occhiali, guarda la lista che ha davanti a sé.
Sono così precisi qui, mi sta cominciando a salire un certo nervosismo.
<<Signorina Leone è in lista>>" dice.
BENE... !!
Faccio per passare ma l'uomo che al mio confronto è alto il doppio mi blocca e comincia a perquisirmi.
Ma questi fanno sul serio...!
<<Può passare.. è pulita>>, ci mancherebbe penso guardandolo storto. <<Per il colloquio deve salire al secondo piano e poi subito infondo a destra.
Le consiglio di sbrigarsi stanno già per terminare>>.
Certo è tardi... devo fare in fretta...
Ringrazio l'uomo, apro la porta antipanico ed entro.. guardo l'atrio che è enorme ci sono sia le scale che l'ascensore ma io ho paura a prenderlo sola e opto per le scale.
Salgo rapidamente il primo piano, fa sempre più caldo, giro per prendere il secondo .... e boom...!!
Sbatto contro qualcosa di duro, caldo e cado all'indietro con il sedere per terra.
<<Merda è un muro quello che ho preso?. >>
Biascico lamentandomi in italiano. Mi rialzo da sola e alzo lo sguardo..No... è un uomo! E che uomo! Incrocio il suo sguardo e mi vedo davanti un' armadio di un metro e novanta con degli occhi verdi come la Giada... Mio Dio, capelli neri, la bocca ben carnosa. È proprio un bel vedere.
Sbatto le palpebre uscendo dallo Stato di shock in cui ero piombata ritrovando la voce.
Gli sono arrivata addosso come un toro e non l'ho nemmeno spostato di un millimetro perché ha quel viso?
Poi noto la sua camicia sporca di caffè e capisco che sono stata io l'autrice del pasticcio...
<<Scusami non volevo... io sono di fretta ho un colloquio di lavoro qui..>> l'uomo infastidito sembra non darmi retta e continua a guardarsi la camicia con le labbra strette..
<<Senti... te la ripago... aspettami all'entrata e appena finisco possiamo metterci d'accordo>>.
Odora di tabacco e profumo costoso.
Non mi da retta...
<<scusami davvero>>.
Non parla... ma io non posso perdere tempo con lui... qui.
Gli ripeto di vederci fuori e proseguo per il secondo piano....
La porta che mi è stata indicata è chiusa. Busso.
Una voce femminile mi risponde ed entro.
..Una ragazza dell aspetto ben curato mi aspetta dietro la sua scrivania insieme ad un ragazzo davvero carino.
<<Accomodati >> , ma rifiuto di sedermi, sono troppo agitata.
<<Bene, tu devi essere Mary. Posso darti tel tu?>>in pratica l'ha già fatto ma annuisco perché sembra una ragazza simpatica.
<< Melany mi ha detto che sei una ragazza più tosto in gamba. Hai mai praticato questo lavoro?.
Mi schiarisco la voce.
<<Certo. Ho lavorato per tre anni in un ristorante.. Ma poi il mio capo ha dichiarato Banca rotta così ho perso il lavoro.. Adesso.. >>..
All'improvviso si apre la porta con un tonfo. Ci giriamo tutte e tre e Sbarro gli occhi, vedendo quello sguardo corrucciato. Cosa vuole?. Non dirmi che è per la camicia.
<<Tutto apposto Luis ci penso io! >>. Che sta facendo?
La ragazza, o meglio dire Luis sembra più sconvolta di me..
Guarda lui e poi me e non capisco cosa sta succedendo.
<<Adam aspettami fuori>>. I due si alzano. Adam ha un sorrisino stampato in faccia mentre Luis scuote la testa ed esce.
<<Arrivederci >>, mi salutano.
<<Uhm>> e tutto ciò che mi esce.
Il cuore mi batte così forte che potrebbe scoppiarmi da un momento all'atro. Adesso, che non sono più di corsa, lo osservo  molto attentamente.
Indossa un' elegante completo grigio, ma senza giacca ha arrotolato i polsini della camicia da cui fuoriescono una serie di tatuaggi che gli ricoprono  entrambe le braccia palestrate fino  alle mani, ha una cravatta nera bene stretta al collo e anche da quest ultimo fuoriesce un particolare tatuaggio che sembra un lupo.
Ora che siamo soli nella stanza mi sembra più alto e più immenso, le spalle sono possenti e da come si aderisce la camicia al suo petto sicuramente sarà tonico e pompato.
Il calore mi assale...
Guardo la sua camicia con una enorme macchia di caffè e abbasso lo sguardo imbarazzata.
Lui arriva con passi decisi alla scrivania, scosta la sedia e si accomoda con aria spavalda... non mi toglie gli occhi di dosso come se io fossi la sua preda...
Allunga il braccio sulla sua tasca anteriore ed estrae una sigaretta portandola alla bocca carnosa  e accendendola...
Immette la prima nuvola di fumo e prende il mio curriculum in mano.
<<Possiamo iniziare >>, dice in tono di ghiaccio.
Mi si rivela il sangue perché capisco che quello che ho davanti in questo momento deve essere Antony Ferrara, Melany e tutte le ragazze di New York sbavano e fanno sogni erotici su di lui, non esiste una persona della città che non lo conosca. La mia coinquilina aveva anche una sua foto nel telefono e se solo prima non sarei stata di fretta lo avrei riconosciuto.
Il problema però sta nel fatto che  è il proprietario del locale .
Sono in un bel guaio.
Cerco di rimediare.
<<Scusami davvero.. Ero di fretta... Io.. La ripago..>> prendo il portafoglio e lo guardo.
<<Quanto gli devo? >>..
Picchietta col dito sulla scrivania, e come se niente fosse risponde..
<<Seicento dollari. >>
Oh porca merda santissima..
Io con questo prezzo mi pago il mio appartamento e la bolleta della luce.
<<Manco se fosse di oro>>, spunto fuori in italiano..
<<Siediti.>> dice serio.
Immediatamente mi siedo, la mia mente non connette e lui non mi e d'aiuto.
<<Allora Maria >>... ghigna. 
<<Mery>>, rispondo. Cazzone arrogante.
<<Uguale>>. Mi pizzico le mani, in meno di cinque minuti quest'uomo mi sta facendo saltare i nervi.
<<In mia presenza, per favore, parla una lingua che comprendo>>, non alza gli occhi, e impegnato a leggere.
Sbuffo e stringo più forte le gambe. Sono tutta sudata, perché cavolo ho indossato una gonna?. All interno cosce mi sento tutta bagnata. Come se mi avesse letto nel pensiero accende il condizionatore . Avvampo. Divento di mille colori.
<<Meglio?. >> domanda con quella voce sensuale. Faccio finta di non comprendere.
<<Sta sudando, oggi fa caldo.. mi dica signorina Maria Leone perché dovrei assumerla?.. >> mi prende in giro utilizzando un tono formale, butta il curriculum e mi guarda. Se mi chiama di nuovo Maria giuro che faccio uscire L'esorcista che c'è in me. Tossisco.
<<Prima di tutto signor Ferrara, vorrei sottolineare che preferisco essere chiamata Mary.. >> cerco di apparire  tranquilla e continuo
<<Seconda cosa, sono brava nel mio lavoro, determinata e seria.. Ho bisogno di questa posizione.. >>, la fine mi esce più un sussurro.. Mi rendo conto di ciò che ho detto quando lui stringe così forte le mani nel bracciolo della sedia, e con aria minacciosa si alza.
Va nella cassettiera accanto alla porta da cui è entrato ed estrae un foglio.
<< firma qui>>.
Come un ebete eseguo il suo ordine e firmo.
Ma me ne  pento subito dopo.... non ho nemmeno letto quello che c'è scritto.!
<<Devi essere qua per le cinque. Così conoscerai il resto dello staff e ti spiegheranno cosa fare >>. Si alza mi afferra la mano e lascia un dolce e intenso bacio.
<< Sono sicuro che qui potrai accumulare molta esperienza>>.
Non so se stia parlando del lavoro o per altro..
Mi sto eccitando, no non può essere. Emana un energia di "sesso sesso sesso", cosa cazzo sto dicendo?.
Stacco il nostro breve contatto, affero la mia borsa e mi dirigo alla porta. Ma prima di uscire mi rendo conto di una cosa.. mi ha assunta senza che sappia nulla su di me...
Mi volto per chiedere spiegazioni ma lui non c'e... al suo posto è rimasta la cicca della sigaretta spenta...
È stato tutto molto veloce...

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