Capitolo 4

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<<Ma che ti e successo stanotte?.. Hai delle occhiaie terribili>>. Mi sarei fatta baciare dal mio capo... ecco cosa è successo.
Con naturalezza alzo le spalle.
<<Nulla.. Sono stanca.. Ho perso il ritmo e la dentro si lavora tanto>>.
Spallucco il mangiare che ho sul piatto. Edward stamattina mi ha chiesto se mi andava di pranzare con lui. Siamo in un piccolo ristorante italiano che a me piace tanto, e si mangia bene. Ma oggi ho perso l'appetito.
Con naturalezza mi accarezza la mano.
<<Sicura? >>. Cerco di sorridere.
<<Si. Davvero>>. So che non mi crede però tace senza fare troppo domande.
<<Non ho visto la tua macchina sotto casa.. Dov'è?>>. Ecco. Inizio a giocare con i miei capelli.. In questi due giorni ho detto più bugie di Pinocchio.
<<Ieri notte non e partita e la mia collega mi ha dato un passaggio>>, butto li.
<<Andrò col bus al lavoro>>.
<<Non esiste, andiamo.. Tra poco inizio il mio turno>>. Scuoto la testa.
<<Vai pure. Io ora faccio un salto da Melany.. Non e tanto distante..Vado a farmi fare una piega..>> scuittisco per non sembrare depressa.
<<Va bene testona. Ci vediamo stasera, farò tardi anch'io..se vuoi un passaggio al ritorno chiamami>>.
Edward paga e lo saluto con un bacio sulla guancia.

Mi incammino guardando la bellezza di New York, i negozi , la confusione , le macchine, le grida dei venditori , odori, suoni, guardo con l'aria stupita. C'e così tanto da vedere e provare.
Anche se ha più di dici anni che vivo qua questa città non smette di stupirmi.
Sono quasi arrivata, ma prima di entrare, non so il perché, mi volto e guardo attorno. Vedo gente normale che passeggia. Ma ho la strana sensazione che qualcuno mi osservi.
"Ci vuole una profonda dormita" sussuro.

<<Finalmente.. Baby>>, Melany e i suoi nomignoli.
<<E tardi, tra due ore devo essere al lavoro.. Se hai confusione torno un'altro giorno>>. Ride e mi fa accomodare nella sedia.
<<Ho sempre tempo per te>>.
Melany insiste nel tagliarmi i capelli, ma rifiuto. Mi piacciono lunghi.
Mi ha fatto la piastra e dei piccoli boccoli nelle punte.
<<Ho prenotato dove lavori tu, sabato vengo con Edward>>.
<<Va bene.. Adesso scappo.. Ti adoro>>.
Mi metto alla fermata aspettando il bus, dovrebbe essere qua tra 10 minuti. Bene. Così non farò tardi.
Sento un macchina suonare col clacson, ma nn gli do importamza,continuo a sventolarmi con un giornalino. Quando quella Rangerover si ferma davanti a me.
<<Ti serve un passaggio? >>, dice la voce arrogante. Sbarro gli occhi.
<<Adesso mi segui pure? >>
<<Ero in zona e ti ho vista. Sali ti accompagno>>. Sbatto il piede per la frustrazione. Primo non gli credo, secondo sto per svenire dal caldo, terzo non gli voglio dare questa soddisfazione dopo quello che è successo ieri sera.
<<Davvero ci pensi? Le ragazze non avrebbero perso un secondo nel salire qui.. Con me.. >>. Sbuffo.
<<Bhe.. Io non sono le altre ragazze.. Quindi grazie tante ma preferisco il bus>>, sorrido zuccherosa.
Stringe gli occhi a fessura, mentre io sventolo ancora più forte.
<<Maria>>, dice in tono minaccioso.
<<Stai mettendo a dura prova la mia pazienza.. Se non sali in questa fottuta auto giuro che ti carico sulla mia spalla>>. Rido..
<<Non ne saresti capace>>, ma subito mene pento quando scende dall'auto.
<<Ok ok.. Salgo>>. Stringo i denti per non urlare. Mi accomodo e subito mi sento meglio grazie all'aria condizionata.
<<Testarda>> borbotta. Lo guardo di traverso. Oggi ha indossato una polo e adesso noto tutti i tatuaggi. E ricoperto di nero quasi in tutto il corpo. Avevo visto bene, e un lupo quello che ha sul collo. Un pizzico di barba e i capelli spettinati.
<<Osservi così accuratamente>> alza un sopracciglio ma continuava guidare. Arrossisco e guardo al finestrino.
<< ti hanno morso la lingua..>> non rispondo sono arrabbiata con lui.
Ieri si è preso gioco di me.
<<Fammi indovinare... Maria... sei arrabbiata con me..>> si accende una sigaretta..
Ma non può. <<Getta la sigaretta.. non puoi guidare così >>
Mi guarda e comincia a ridere.
Il suono della sua risata mi riempie il cuore ed è ancora più bello.
<<Non c'e niente che io non possa fare e soprattutto non esiste nessuno che me lo dica>>ritorna di nuovo serio .
Lo guardo allibita.
Quest'uomo è lunatico ieri stava per baciarmi oggi mi offre un passaggio e mi ride in faccia.
Di questo passo uscirò pazza.
<< Non sono tua madre.. ti volevo solo evitare una brutta multa>>, ricomincia a ridere.
<<Posso assicurarti che non è un problema pagare una multa>>
Sbuffo per quest'uomo devo essere ridicola.
Mi sento in soggezione quando sono con lui però allo stesso tempo ogni volta riesce a smuovermi qualcosa dentro.
<<Non ridevo così da non so quando tempo, sei la prima donna con cui lo faccio >> mi colpisce questa confessione .
Cerco di capirne di più.
<<Mi sembri una persona abbastanza impostata non ti ci vedo nemmeno io. Visto che però sono riuscita in un impresa puoi rispondermi a una domanda>>.
<<Ti ho detto che non mi piacciono le domande>> ritorna scontroso.
<<Voglio sapere perché mi hai offerto un passaggio >> .
<<Ti ho vista per strada, e mi sono ricordati che la tua macchina era rotta>>.
Sto per ribattere ma squilla il telefono dell'auto, lui mette in vivavoce. È Adam. <<Fratello, abbiamo un problema con la famiglia di Washington..>> Antony lo blocca e non lo lascia terminare.
<<Sto arrivando e ne parliamo di persona>> .
Problemi con una famiglia.. forse sta male qualcuno?
<<Va bene, l'auto di Mary è stata riparata come ci hai chiesto.. quella ragazza non so come faccia a guidarla>>.
Come? Cosa?
Si affretta a chiudere la conversazione con un secco << bene>>.
<<Mi hai riparato l'auto? Stava scherzando? Perché?.
<< Cazzo Maria.. ti ho detto che non mi piacciono tutte queste domande>>
<< Non puoi semplicemente uscirtene così.. io non te lo avevo chiesto.. >>
<< lo so.. posso farlo e l'ho fatto>> dice.
<<Non so a che gioco stai giocando ma non ho nulla da darti in cambio>>.
Mi guarda come un Leone chiuso in gabbia.
<Non sto cercando di avere nulla l'ho fatto perché... >> per fortuna siamo arrivati, prima che finisca la frase e mi colpisca ancora di più al cuore apro la portiera ed esco fuori.
Saluto Tod il buttafuori e mi dirigo agli spogliatoi.
È uno stronzo.. io sono una stronza sono delusa perché in fondo speravo che tutto ciò lo facesse per avere qualcosa indietro.
Entro e trovo le ragazze già cambiate.
Mi cambio pure io .
Mi abbottono la camicetta.
La porta si spalanca.
Ci voltiamo tutte di colpo.
<<Voii due..uscite>> è Antony .
Le ragazze fanno come dice.
<<Che ti credi di far..>>
Si fionda verso di me come un un'animale, mi assale con la sua bocca e in men che non si dica la sua lingua e dentro di me...
Con una mano mi porta le braccia dietro la schiena e con l'altra avvicina la mia testa alla sua.
Io rispondo al bacio, che diventa più intenso.
Sembra che le nostre bocche stiano ballando la stessa canzone.
Mi morde il labbro inferiore e poi ricomincia a baciarmi in modo più famelico di prima, la sua lingua ruota intorno alla mia e io cerco di assecondarlo.
Il suo corpo è tonico ed emana un dolce calore .
Si stacca e poggia la sua fronte nella mia testa.
<<Ho rischiato d'impazzire per non averlo fatto prima>> sussurra.
Come avevo immaginato tante volte alzo la mano e gli accarezzo i capelli. Lui al mio tocco sospira e chiude gli occhi.
Mi stringe ancora più forte.
Mi stacco per poterlo guardare, perché ha l'aria malinconico?.
Mi passa il pollice sul labbro inferiore, e glielo Lecco. Non ho mai fatto nulla del genere. Dovrei sentirmi in imbarazzo, ma con Anthony mi sento sicura di me e Donna.
La presa sul mio fondo schiena diventa più stretta.
<<Dimmi di fermarmi>>. Ha la voce roca.
Mi bacia gli occhi, il naso, le guance e sospiro di puro piacere.
Sento qualcosa di caldo nelle coscie. Mi sto eccitando.
Stacca il bottone dai miei jeans e mi guarda attentamente per vedere la mia reazione.
<<Dimmi di fermarmi Maria >>, ripete. Ma ormai sono fottuta.
Senza staccare gli occhi su di me abbassa la cerniera e inizia ad accarezzarmi il sedere. Chiudo gli occhi.
<<Guardami>>.
Faccio come dice. Il suo sguardo e selvaggio.
Si China in avanti, accarezzandomi le labbra con le sue.
<<Hai un sapore così buono>>.
Dio quest'uomo ci sa fare.
Molto lentamente porta la sua mano lì.
I miei capezzoli diventano duri da far male.
Appena inizia a toccarmi sbarra gli occhi.
<<Merda Maria.. Sei tutta bagnata >>. In un altro momento sarei arrostita, ma non oggi. Oggi mi sento audace.
Inizia a strofinare il pollice sul mio clitoride ed entra un dito dentro me.
<<Dimmi di fermarmi>>. No, non voglio.
Lo attiro verso di me e lo bacio con foga. Gli mordo il labbro e sopriro. Sento qualcosa che inizia a salire. Non ho mai avuto un orgasmo in vita mia.
<<Sei bellissima >>. Le sue parole... E così seducente.
Il suo movimento si fa più veloce e la mia bocca si apre sempre di più.
<<Piccola.. Stai per venire?>>.
<<Non.. No.. Non lo so>>. Si blocca e mi guarda attentamente.
<<Non hai mai avuto un orgasmo? >> domanda incredulo. Faccio no col testa. <<Cazzo.. Sei mia Maria.. Solo mia>>. Sfrega le mani più velocemente. Non c'è la faccio più.
<<Vieni>>.Eplodo. Il mio corpo inizia a tremare ed esplodo in mille pezzi. Lui mi bacia la bocca assorbendo le mie grida. È stato straordinario.
Lentamente esce la mano e guardandomi si lecca le dita, assaggiando il mio sapore.
Noto il suo rigonfiamento attraverso i pantaloni , sto per abbassare la mano quando bussano alla porta.
Ed ecco che succede qualcosa.
Anthony si stacca velocemente e mi guarda. Scuote la testa e fa dei passi indietro.
Carica un pugno sull'armadietto facendomi sussultare. Scuote la testa più volte e respira molte velocemente.
<<Non deve più succedere>>, non mi guarda. Continua a fissare il pavimento mentre i miei occhi diventano lucidi.
Con passi decisi ritorna da me. Mi accarezza la guancia ma con un movimento veloce gli allontano la mano.
<<Ci siamo divertiti.. Ma non deve più succedere>>. Ed ecco che la mia mano si posiziona sulla sua guancia..In quel momento esplodo, lo spingo con tutte le mie forze mollandogli un ceffone in pieno viso.
<<Perché?>>, gli urlo in faccia. Le lacrime stanno per uscire dai miei occhi.
<<Non mi toccare>> ringhio.
<<Era questo che volevi eh? Alla tua mercé.. Bravo.. Adesso puoi aggiungermi alla lista. Vaffanculo Anthony>>.
Prende a pugni l'ardamietto ripetutamente. Noto che gli esce sangue dalle nocche. Scuote la testa ed esce come una furia.
Corro in bagno nascondendomi dalla realtà .
Sono confusa e amareggiata non mi piace questa sensazione. "Che mi è saltato in testa? buttarmi tra le labbra di qualcuno che nemmeno conosco? cazzo mi vergogno davvero tanto". Nella mia vita ho baciato soltanto un ragazzo, alle medie, mai andata oltre, invece con Anthony sono passata una poco di buono. Non ho mai sentito il bisogno di impegnarmi , tanto meno con uno come lui, un dongiovanni, non voglio essere sulla sua lista da "scopare".
Qualcuno bussa. Tiro su il naso e mi. Asciugo gli occhi.
<<Arrivo>>. Faccio dei respiri e apro.
Trovo Adam appoggiato nel lavandino.
<<Bambolina.. Tutto bene? >>. Non mi va di parlare, quindi accenno un sorriso e mi lavo le mani.
<<Scusami.. Sono quasi pronta. Arrivo subito>>. Mi osserva attentamente. Sicuramente avrà sentito il mio litigio con Anthony.
<<Vai a casa.. Prenditi la giornata libera>>. Sbarro gli occhi. Non posso perdere questo lavoro. Fottuto Anthony.
<<No no.. Davvero.. Sto bene Adam.. Voglio lavorare.. >>. Alza le spalle e sospira.
<<Va bene>>.

<<Mary.. Va tutto bene? Abbiamo sentito le urla del capo>> domanda bianca. Sono appoggiata al bancone con i ragazzi. La sala e tutta pronta. Invento una scusa.
<<Si.. Ieri mi sono dimenticata di.. Si.. Di pulire il bagno>>, che cavolo sto dicendo?. Si guardano tra di loro, increduli.
<<E reagisce così per un cesso? >>, sputa fuori Edward.. Se sapessero...
<<Mi dispiace>>. Eva mi accarezza la spalla, confortandomi. Sorrido.
<<Non è nulla ragazzi. Sarà che oggi non era giornata >>. Così metto fine alla conversazione.
Stasera si lavora tantissimo. C'è tanta gente. Non mi fermo un'attimo, tengo la mente occupata.
Porto delle comande al tavolo numero nove e inizio a posizionare i bicchieri quando all'improvviso qualcuno mi spinge da dietro facendo arrivare i bicchieri per terra con un tonfo.
In liquido colpisce delle scarpe nere lucide. Chiudo gli occhi, che vergogna.
Me abbasso e iniziò a raccogliere ciò che resta dei bicchieri.
<<E stata colpa mia.. Tutto a posto? Ti sei tagliata?>>.
Scuoto la testa e mi rimetto in piedi.
<<Scusami signore. Non guardavo dove andavo.. Oh, no, le ho rovesciato tutto nelle scarpe>>.
<<Tranquilla... Non è niente>>, mortificata mi scuso ancora.
<<Non mi chiamare signore.. Mi fa sentire vecchio.. Chiamami Bryan>>. Sorrido.
<<Chiamami Mary>>. Cerca di stringermi la mano ma rifiuto.
<<Sono tutta appiccicosa. Non vorrei sporcarti ancora>>. Fa un piccola risata.
<<Va bene.. Allora ci presenteremo dopo>>. Ero così impegnata del guaio che ho cambiato che non mi sono accorta che e davvero un bel ragazzo. Alto, capelli neri, occhi azzurri , fisico scolpito. "Ma non è lui", penso.
<<Mary>>, Adam e al mio fianco e sembra sia seccato.
<<Mi dispiace Adam non guardavo dove andavo>>. Bianca e Eva mi fanno un sorrisino e puliscono per terra.
"Mi dispiace" , mimo con le labbra.
Si avvicina ancora più a me.. Che vuole?.
<<E stata colpa mia>>.
<<Bryan>>. Saluta il tono minaccioso. <<Anthony sarà qui a momenti>>.
<<Non vedo l'ora>>,ribatte pungente. Si conoscono?. Che succede?...Cazzo non voglio vederlo.
<<Vai a darti una rinfresca e prenditi una piccola pausa. Non ti sei fermata per niente >>, dice in tono più gentile. Acconsento perché sono davvero stanca.
<<Scusami ancora Bryan>>. Mi fa l'occhiolino.
<<Tranquilla>>.
Vado in bagno e mi pulisco. Al pensiero di vederlo, di nuovo, mi si ribalta lo stomaco.
Mi metto sul retro e bevo un pò d'acqua.
<<Posso farti compagnia? >>. Mi spavento ed urlo. Bryan.
<<Mi hai spaventata>>. Si accomoda vicino a me.
<<Non pensavo fossi così brutto>>. Rido. E simpatico.
<<Adesso puoi darmi mano? Sai.. Ci dobbiamo presentare ancora>>.
<<Piacere.. Mary >>.. Gli porgo la mano. La sua stretta e decisa.
<<Piacere mio... Mary>>. Tiene la mia mano sulla sua per un minuto buono. Aspetto quella scintilla, ma zero. Solo con lui sento delle strane cose.
<< Allora Mary...da quanto tempo lavori qua? >>.
<<Oh..e il mio secondo giorno>>.
<<Ti trovi bene? >>. Che gli importa?. Stavo per rispondere, quando una voce troppo famigliare mi anticipò mandandomi dei brividi in tutto il corpo.
<<Scusatemi>>, non era una domanda.
<<Washington..>>, Anthony dice il cognome con voce fredda.
Adesso ricordo. Washington, famiglia, con problemi. Chi è?.
Non alzo lo sguardo, non voglio vederlo.
<<Andiamo nel mio studio>>. Bryan, con molta Schalanza, mi guarda.
<< Alla prossima >>.
Rimango muta come un pesce. Bryan sorpassa Anthony ed entra, mentre lui mi fulmina con gli occhi. Apre la bocca e la richiude, alla fine se ne va.
Mi metto le mani nei capelli. In che guaio mi sono cacciata?.

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