Capitolo 3

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                Contratto di lavoro

Il presente contratto lavorativo si apre con un accordo di riservatezza, creato per salvaguardare la privacy della società.
A tale ragione la/il seguente contraente...... si impegna, qualora verrebbe a conoscenza di dati confidenziali e riguardanti l'azienda di cui prende parte, a non divulgare tali informazioni a : entità mediatici, altre società, concorrenti del mercato e terze parti.
Qualora una di questi punti verrebbe infranto si dovrà ricorrere all'assoluzione del medesimo e al pagamento di un risarcimento di dollari cinquemila.
La contraente non potrà licenziarsi per la durata di sei mesi,almeno che non sia il Sign Antony Ferrara a volerlo.

Leggo tutto ciò allibita, cosa cavolo ho firmato? Perché non ho letto prima? .
Perché tutto questo mistero?. Non avrei detto nulla a nessuno.
Con una mossa butto il contratto dentro la borsa. Mi prenderei a schiaffi io stessa. Primo perché ho firmato un contratto come una quindicenne.. Secondo perché per sei mesi, obblighatori, devo lavorare per lui e terzo non so nemmeno quanto sia la paga.
Tutto ciò e ridicolo. Frustata scendo dalla macchina che oggi fa un po'di capricci. Sono le sei in punto.
Ieri non avuto tempo di ammirare.
Mi guardo in torno meravigliata, questo posto è davvero bello. Un moderno club di lusso. Pieno di divanetti, tavolini al centro con sgabelli alti. Su un soppalco si trova il DJ.
Guardo le sfere specchiate, ed e la prima volta che vedo cose di questo genere.. Sembrano di cristallo.
<<Si hai visto bene.  E cristallo al 100%>>. Dice Luis. Cazzo, Costerà una fortuna.
<<Vieni che ti presento il resto dello staff>>.
Mi conduce nell spogliatoio dove
Trovo tre ragazze a cambiarsi.
<< Ragazze lei e Mary.. Da oggi lavorera con noi>>.
<<Datele una divisa.. Vi aspetto al bancone>>.
<<Io sono Bianca lei è Eva piacere>> mi porgono la mano per presentarsi.
<<Si piacere mio>>. Bianca prende una divisa dall'armadietto.
<<Tieni questa dovrebbe andare bene>>. rispondo con un "grazie", andandomi a cambiare.
La divisa e troppo appariscente per i miei gusti. Canotta bianca, riporta  la scritta " The night accanto al seno. Gonna cortissima con scarpe Superga nere.
<<Ci vuole una misura più grande>>,balbetto imbarazzata.
<<Ma no..ti sta bene.. Andiamo>>.
Mi presentano i baristi.. Eric e Harry.
Non mi e sfuggita la reazione di Eric appena mi ha vista. Arrossisco e distolgo lo sguardo.
Le ragazze  mi spiegano  come usare il palmare per prendere le comande e mi avvertono di chiedere se ho qualche problema .
Dopo avermi mostrato lo sgabuzzino e fatto vedere il piano di sopra , mi dice che sono pronta.
Si avvicina Luis.
<<Mary esigiamo che i clienti vengano trattati in modo impeccabile. Questo è un locale di lusso. Se qualcuno si dovesse lamentare Anthony non ci penserebbe più di due volte a licenziarti. Per lui i clienti vengono prima di tutto.. Esige serietà e rispetto.. >>.
Non posso dargli torto.
<<Certo.. Capisco.. Non vi deluderò>>.
Torno dai ragazzi e gli aiuto a sistemare i tavoli.
Sento che le due donne hanno una conversazione..
<<Hai parlato col capo? >>, Eva scuote la testa.
<<Come faccio se non viene mai? >>..
<<Ma a te servono quei giorni>>.. Eva alza le spalle come ha dire.. Che posso farci?.
Bianca, nota che ascolto, allora mi spiega:
<<Il capo non viene quasi mai. Passa una volta a settimana.. Eva ha bisogno dei giorni perché devono operare suo figlio.. Ha parlato con Luis, dice che deve parlare col capo>> sbuffa, come se la cosa fosse ovvia.
Non pensavo che Eva avesse un figlio. Quanti anni può avere?.. Sembra così giovane, forse è addirittura più piccola di me.
<<Si.. Sai che gliene importa.. Siamo solo numero per lui.>> se ne va a sistemare gli altri tavoli. Bianca mi fa un sorrisino che non raggiunge i suoi occhi.
E così orco col personale?..
Il locale inizia a riempirsi .. Gente ben vestita accompagnate da donne altrettanto eleganti si accomodano.
Mi attivo in fretta, afferro un vassoio e punto il tavolo dove un signore mi ha chiamata.
<<Salve.. Cosa posso portarle? >>.. Mi squadra dalla testa hai piedi.. Potrebbe avere cinquant'anni.. Che schifo.
<<Whisky.. Senza ghiaccio.. >> annoto la comanda, e mi afferra il braccio. Pesca una banconota da cinquanta..
<<Un piccolo regalo>>, ammicca.
<<No.. Davvero.. Grazie >>, sforzo un sorriso.
<<Insisto>>, dice lentamente.. Ok. Meglio che vada.
<<Grazie >>, ripeto. Prendo i soldi e vado al bancone.
<<Ragazzi.. Un cliente mi ha dato questi >>.. Glielo passo ad Harry e gli si illuminano gli occhi.
<<Però.. Già hai fatto colpo..Bene.. Gli mettiamo nelle mance gli dividiamo sempre a fine mese>> . Guardo Eric e gli faccio un sorrisino che lui ricambia subito.
Mentre pulisco in tavoli noto che c'è solo gente di un certo tipo.. Non so.. Forse strana e la parola giusta, sembrano tutti uomini daffari.
<<Bella signora come va il primo giorno? >>.. Di fronte a me c'è Adam. Sorrido.
<<Tutto bene.. Si lavora>> ..
<<Meglio così.. Senti noi siamo di sopra, zona riservata.. Potresti portare due bottiglie di champagne con sei bicchieri? >>..
<<Certo. Arrivo subito>>.
Noi chi? Forse ci sarà anche lui?.. No, Bianca ha detto che non viene quasi mai..  Cerco di rilassarmi mentre vado da Eric, ma ho una strana sensazione.
<<Eric.. Mi servono due bottiglie di champagne con sei bicchieri.. Ordinato da Adam>>.. Eric si fa più vicino.
<<La solita storia.. Non ti scandalizzare quando sali>>, mi sussurra all'orecchio..
Non ho tempo di chiedere altro perché c'è tanta gente al bancone.. Metto le bottiglie nel vassoio con i bicchieri..
Salgo le scale, e subito mi blocco. Seduto su un divanetto c'è Anthony, ma non è solo. Una rossa gli sta seduta sulle gambe e gli accarezza il torace. Lui fuma tranquillamente e parla con un uomo  vecchio e grosso..Il cuore mi batte forte e le mani tremano.
Ci sono tre ragazze.. La rossa con Anthony.. Le altre con Adam e il  ciccione.
Mi avvicinò e tossisco per attirare l'attenzione.
<<Metti qua Mary>> mi urla Adam.
Non ho il coraggio di guardare Antony negli occhi ed evito il contatto visivo.
Inizio a riempire i flute...
<< Che bel visino, è nuova? >> dice il grassone.
<< Oggi è il suo primo girno; è stata assunta rapidamente >> sghignazza Adam allungando le mani sulla coscia della donna che l'accompagna e lanciando un occhita derisoria ad Antony.
<< Vuol dire che ha delle qualità notevoli>> ride l'uomo.
Mi sento in imbarazzo e vorrei scappare a gambe levate.. 
Provo a sollevare lo sguardo e la rossa gli sta passando la lingua sui lobi mentre  lui la stringe più forte in vita.
<< Maria, passamene un bicchiere>> mi chiede Antony, ma la donna che è con lui protesta.
<<Te lo prendo io tesoro>> dice con una voce smielata...
Lui la zittisce con uno sguardo.
E poi capisco che lo sta facendo apposta vuole che lo guardi negli occhi.. ma per quanto mi imponga di farlo non ci riesco... gli passò il flute senza guardarlo... e il suo sguardo diventa feroce.. lo capisco da come la ragazza si allontana da lui.
Faccio per prendere i bicchieri già utilizzati sul tavolo e cerco di uscire... ma lui mi precede con la rossa che tiene tra le sue mani...
I due dietro di me ridono .
<< Ha bisogno di divertirsi; gli farà fare un giro in giostra>>, non so chi ha pronunciato la frase perché il mio cervello si trova già in un altro mondo.
Scendo, mi dirigo al bancone per posare le consumazioni.
I miei colleghi mi guardano divertiti, ovviamente, chissà quante volte abbiano dovuto assistere a una scena del genere..
Continuo a lavorare senza sosta e la serata trascorre veloce.
Servo un tavolo dopo l'altro e i ragazzi sono felici quando ricevo una cospicua mancia.
Non capisco perché ho questo strano senso di amarezza che mi accompagna  dentro.
Sicuramente è per la scena a cui ho assistito ma sono una stupida solo a pensarci.
Durante, tutta, la serata i miei occhi ogni tanto vanno a finire sulla scalinata ma di lui non c'e nemmeno traccia e neanche della stangona che le stava appiccicato.
Quando smetto di lavorare sono già le quattro del mattino..
Saluto i ragazzi ed esco dallo spogliatoio. <<Mary.. sei stata fantastica stasera>>, è Luis che sembra andare di fretta.
<<Grazie ti avevo detto che ho già lavorato nel campo>>,  peccato  che non abbia tempo ma prima o poi dovrei dirgli qual è il mio compenso.
Uscita dal locale devo fare i conti con l'umidità della serata.. qui fa ancora troppo caldo.
Entro in macchina e apro subito i finestrini purtroppo la mia auto non ha l'aria condizionata e io non posso permettermi un'auto nuova.
L'accendo... ma si spegne subito.
Provo a riaccendere sembra che questa volta stia per partire ma si spegne nuovamente. 
<<Cazzo, stupida macchina devi partire... non puoi lasciarmi qua >>, imprecò nella mia lingua.
Scendo apro il cofano e ne esce una nuvola nera .
<<Stupida macchia  e stupida io che no ne capisco nulla >>.
<<Sai solo imprecare in questa tua lingua o sai anche dire altro?>> sussulto  .
Antony mi parla dal finestrino di una Rangerover nera in cui è al volante.
<<Come fai a sapere che stavo imprecando? >>, cerco di essere audace e dargli del tu.
<< Conosci anche tu questa mia lingua?>> lo cansono.
Mi indica l'auto con la mano.
<<Non sei proprio in una bella situazione, non ci vuole molto a capire che dalla tua bocca stanno volando delle imprecazioni>>.
Già ha ragione.
<<Anzi  da come la vedo io sei piuttosto disperata>>.
<<Credevo fossi un'imprenditore e non un meccanico..>> ,rispondo a tono perché non so nemmeno io il motivo ma sono arrabbiata con lui sono seccata con la mia macchina che non parte e sono seccata col fatto che dovrò andare a piedi. E si sta morendo dal caldo.
<<Sali ti accompagno a casa>> dice secco.
Cosa?
<<Non mi faccio riaccompagnare dal mio capo... i mie colleghi potrebbero pensare male ed altri addirittura insinuare che sono stata  assunta per qualche abilità speciale..>> faccio un chiaro riferimento alle parole dell'uomo con cui parlava prima .
Ma lui non sembra battere ciglio si porta la mano sul mento come a valutare la situazione...
<<Sali subito>>.. cerco di ignorarlo ma questo non è un uomo a cui si può dire di no...
Infatti scende dalla macchina chiude il mio cofano mi afferra per il braccio e mi fa salire sulla rangerover...
<< Maria, non mi piace ricevere no.. come risposta. Di solito quando chiedo una cosa questa deve essere fatta... subito>> si protende e mi sistema la cintura di sicurezza che mi fa passare tra i seni ci soffermiamo entrambi a guardarli ma poi lui torna con le mani sul volante... avvampo. Il modo in cui è rude ha la capacità di farmi eccitare.
<<Perché mi hai assunta?>> dico di getto.
Ride.
<<Hai detto che hai bisogno di lavorare e io avevo bisogno di una cameriera..>>.
Stringo forte la pelle del mio seggiolino <<Avevi una lista infinita di ragazze..>> non mi lascia continuare..
<< Penso che hai già capito che non sono uno a cui piace perdere tempo... Luis sarebbe andata avanti per giorni prima di trovare qualcuno. Gli ho evitato stress inutile>> non gli credo.
<<E quel contratto di riservatezza che significa? Lo fai firmare a tutti?>>
<<Solo a quelle che ballano con vestitini corti, circondata da uomini che gli sbavano dietro>>  mi ha vista.
<< ieri eri al locale? È il tuo? >>
<< Non sono  uno a cui piace essere riempito di domande.. e tu ne fai troppe>>.
Non so perché ma non mi intimorisce <<E io non sono una a cui piace essere riempita di balle>> devo essere impazzita per parlare così al mio capo.
<<Se fossi stata un uomo sano di mente in questo momento avresti avuto paura a parlarmi così... stanotte non avresti nemmeno chiuso occhio e per le prossime ventiquattr'ore non avresti messo un piede fuori di casa>>.
Lo guardo.
<<Non sono un uomo e non sono nemmeno sana di mente sennò sarei scappata non appena sei entrato in quella stanza>>.
Inchioda con l'auto e si protende verso di me .
<< Allora devo ringraziarti per essere pazza>> .Siamo vicinissimi e quasi mi manca il respiro.
<< Hai un buon odore Maria>> dice sempre più  vicino .
<<Mary>> sussurro chiudendo gli occhi.
È un momento intenso anche io sento il suo profumo..
Mi bacia la punta del naso.. che calde labbra.
<< Scendi  sei arrivata>> apre la portiera e torna con le mani al volante.
Mi desto come una stupida ero così presa dalla situazione che non mi ero nemmeno resa conto che mi trovo davanti casa mia.
Lo guardo ha un sorriso compiaciuto in  volto.
Scendo nemmeno lo saluto e sbatto la portiera dell'auto. Lui riparte sfrecciando.
Sono una stupida mi sarei lasciata baciare dal mio capo.
Questo pensiero e il suo profumo sono i protagonisti dei miei sogni per tutta la notte  e solo l'indomani mattina mi ricordo che io non gli ho dato l'indirizzo di dove abito.

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