2. I don't know why

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We could be strangers in the night
We could be passing in the shadows
We couldn't be closer if we tried
When we're caught in the headlights
We could be faces in the crowd
We could be passing in the shadows
Upping the risk of being found
When we're caught in the headlights

Dangerous
Your love is always dangerous
And now I'm lost in us
We're livin' in a lying trust

I don't know why, but I guess it's got something to do with you
To do with you
I don't know why, but I guess it's got something to do with you
To do with you

Iris guardò in entrambe le direzioni, ancora indecisa su quale prendere. Si sporse sulla destra, poi cambiò idea e si gettò sulla sinistra. Non si pentì affatto della sua scelta.

* * *

Tim tirò un pesante sospiro, e si rigirò nel letto per l'ennesima volta. Non riusciva minimamente a prendere sonno, così, stanco di stare sul materasso a pensare, si alzò e si mise le scarpe. Raccattò le sigarette e l'accendino, dirigendosi a passo strascicato alla porta di camera sua. Uscì in corridoio, e si avvicinò alla porta di Iris. Sapeva che lei era ancora viva, ma voleva assicurarsi non fosse una delle sue allucinazioni o un sogno. Lanciò uno sguardo al letto sfatto, e vuoto. Non si preoccupò, probabilmente anche lei era in terrazzo.
Salì le scale, che annunciavano strillando il suo arrivo. Una volta aperto il portoncino, varcò la soglia. Non vide nessuno lì fuori.
Aggrottò le sopracciglia, con l'aria preoccupata; arricciò le labbra, e fece dietrofront.
Diede un'occhiata veloce alla cucina e al resto dei luoghi più frequentati dalla ragazza che cercava.
Con la preoccupazione dipinta negli occhi, si avviò nella stanza di Lorraine, per chiederle aiuto.
Con sua sorpresa la trovò seduta sul tavolo della sua camera, a gambe incrociate. Lei annuì, facendogli capire che stava ascoltando.
-non trovo Iris, ho cercato ovunque. -disse piantando il suo sguardo in quello della ragazza. Gli occhi freddi e grigi di Lorraine si posarono su quelli scuri di Tim. Aveva uno sguardo penetrante, inquisitorio, riusciva a intimorire, ma probabilmente aveva messo su quella corazza col tempo, e poi aveva dimenticato di toglierla. Aveva seppellito ciò che c'era di sensibile in lei, lasciando visibile quella parte dura, quasi senza emozioni.
Si alzò le maniche della felpa rossa fino al gomito, e scese dalla scrivania. Il passamontagna l'aveva messo al collo, come una sciarpa. Gli lanciò un veloce sorriso furbo, facendogli cenno con la mano di seguirla. Lui le andò dietro, lasciandosi guidare per o corridoi di quella labirintica casa.
Arrivarono davanti la porticina che portava alla stanza dell'Orologio. Tim inarcò un sopracciglio, lanciando un'occhiata tra il confuso e l'inquisitorio.
Con l'indice della mano destra, Lorraine indicò una seconda porticina, poco distante dalla prima. Tim annuì vagamente, troppo impegnato a chiedersi da dove spuntasse quel passaggio. Successivamente, si chiese come facesse Lorraine a sapere sempre tutto; le esternò la domanda.
-come fai a sapere sempre tutto? - lei rise sommessamente, prima di lanciargli un sorriso e un'occhiata pungente.
-intuizione, ma nel caso di Iris, lo so perché la tengo costantemente d'occhio. -gli sussurrò, allungando il collo nella sua direzione. Fece un cenno di saluto con la testa, mise le mani nelle tasche della felpa e se ne andò.
Tim rivolse lo sguardo alla piccola porta, titubante. Mentre pensava spostava il peso del suo corpo da un piede all'altro, come se stessa valutando le opzioni destra e sinistra.
Fece un'alzata di spalle e, con un sorriso euforico simile a quello dei bambini che scartano i tanto agognati regali, si mise in ginocchio davanti la porta, aprendola e attraversando la soglia.

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