4. Believer

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First thigs first
I'm all say all the words inside my head
I'm fired up and tired
of the say that things have been oh
Oooh
The way that things have been oh
Ooooh

Iris si affrettò ad alzarsi, e porse una mano a Tim per aiutarlo a fare lo stesso. Lui la afferrò e si mise in piedi.
-mi hai fatto preoccupare. -le disse, mentre le lanciava un'occhiataccia. Lei prese a giovare con le mani, mentre si guardava intorno imbarazzata.
-scusa. -disse, abbassando lo sguardo sul pavimento grigio. Si sentì infantile, come non mai. Si vide come una bambina, quando ha fatto preoccupare sua madre, e le uniche parole che riesce a dire sono delle scuse.
-come usciamo da qui? -chiese Tim, guardando attentamente cosa lo circondava. Infilò le mani nelle tasche della giacca, spostando lo sguardo sulla ragazza.
-vieni. -gli disse lei, in risposta. Gli prese una mano e prese a trascinarlo verso l'anello dalla quale era uscita. Lui, con titubanza, la seguì. Non capì come e perché, si ritrovarono in un posto totalmente diverso.
Delle roccie alte, simili a onde acquatiche, riflettevano luci che provenivano dal cielo.
-dobbiamo andare avanti -disse Iris, lasciando trasparire evidente incertezza. Tim annuì, distrattamente, troppo preso ad ammirare il paesaggio.
Iris cominciò a camminare, seguita subito da Tim.

* * *

La ragazza scosse la testa divertita, facendo dondolare le trecce castane che pendevano da essa. Si sedette sulla scrivania, incrociando le gambe. Posò i gomiti sulle cosce, e la testa sui palmo delle mani. Puntò i suoi occhi grigi e freddi su quelli coperti del ragazzo che le stava davanti.
Lui la guardava, stando con le braccia conserte. Il passamontagna della ragazza stava ancora intorno il suo collo, lasciando scoperta il suo viso dai lineamenti spigolosi. Piegò le labbra in un timido sorriso, allungando una mano sul viso coperto del ragazzo. Passò delicatamente le dita lungo il contorno della sua faccia; arrivò all'estremità della stoffa nera, e fece per sollevarla. Scoprì a poco a poco il viso del ragazzo, osservandolo.
Si sporse in avanti, avvicinandosi lentamente a lui. Il ragazzo sciolse le braccia, e spostò una mano, guantata di nero, dietro la sua nuca. La spinse verso di se e fece scontrare le loro labbra.
Si separarono, e questa volta a fondersi furono i loro sguardi. Quello di lei continuava a essere freddo, mentre lui la guardava con una nota di dolcezza.
-sei strana. -sentenziò lui, senza staccare gli occhi da quelli di lei. Mise le mani nelle tasche della felpa giallo spento. Lei inarcò un sopracciglio, lasciando intuire che stesse chiedendo il perché di quella affermazione.
-prima gridi come una pazza, poi fai così. -disse in un sospiro. Un sorriso, questa volta più evidente, tornò a incresparle le labbra. Lasciò cadere le gambe dal ripiano legnoso, e scese.
-sono solo nervosa, Bri.- rispose lei, chiamandolo con il nomignolo che usava solo lei. -E devi capire che io non faccio mai quello che la gente mi dice, tu compreso.-
In tutta risposta lui, la prese per i fianchi e tuffò il viso sulla sua spalla. Si staccò, e uscì dalla stanza, lasciandola sola con i suoi pensieri. Si voltò, pronta a sedersi di nuovo sul tavolo, ma lo trovò occupato da una figura minuta. Piegò la testa di lato, facendo spostare anche la sua cascata di capelli blu. Increspò le labbra sottili e pallide in un impercettibile sorriso, e nei suoi occhi chiari si accese una scintilla di malizia.
-da quanto va avanti la tresca? -chiese la ragazzina.

Evolve {creepypasta} 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora