Mi sveglio al suono di passi.
Resto ferma senza muovere un muscolo fingendo di dormire, sento le scale scricchiolare e delle voci.B: Midoriya fa più silenzio razza di idiota.
M: Scusami Kacchan.
La porta della mia camera viene aperta ed io chiudo gli occhi.
B: Tu controlla se nelle altre stanze c'è qualcuno.
M: Va bene.
Sento qualcuno avvicinarsi al mio letto e mi sento osservata. Non oso aprire gli occhi.
M: Nelle altre stanze non c'è nessuno.
B: Bene, prendiamola e andiamocene, Todoroki ci aspetta in macchina.
No, non è possibile.
Sento una mano sulla bocca e apro gli occhi, nella penombra vedo la figura di due ragazzi.
B: La ragazza si è svegliata.
L'altro si avvicina e mi prende i polsi legandomeli dietro la schiena, sento una benda sulla bocca per impedirmi di urlare.
B: Sta ferma!
Il ragazzo mi rende le caviglie, cerco di dimentarmi ma è molto forte.
L'altro mi lega anche le caviglie impedendomi di correre, vengo presa dal braccio e fatta cadere sul pavimento. Uno dei ragazzi mi prende sulla spalla come un sacco di patate mentre io non smetto di dimenarmi.
Aprono la porta, che precedentemente è stata scassinata e vedo parcheggiata nel vialetto un auto nera, mai vista prima.
Un ragazzo sta aspettando i due fuori dall'auto e appena ci vede sale dal lato del guidatore.
Vengo buttata malamente sui sedili posteriori assieme ad uno dei ragazzi, mentre l'altro sale davanti.
Alla luce dei lampioni vedo il ragazzo di fianco a me, ha i capelli verdi e delle lentiggini sul viso.
Non riesco a vedere altro.Cerco di liberarmi le mani, ma l'unica cosa che ottengo è farmi male ai polsi.
B: Deku, c'è un auto della polizia, mettila giù.
Il ragazzo dai capelli verdi mi spinge giù e mi tiene ferma fino a che non passiamo l'auto.
Si fermano davanti ad una casa ed mi tirano fuori a forza mentre io continuavo a scalciare.
B: Stai ferma ragazzina se non vuoi che ti venga fatto del male.
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in love with my kidnapper (Lemon) SOSPESA TEMPORANEAMENTE
FanfictionLayla, una ragazza con una brutta vita, presa in giro a scuola e a casa. A causa dei ripetuti insulti ricevuti si crede una nullità e pensa di non essere abbastanza.