Capitolo 1.

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Capitolo 1

Alice trainava la sua valigia per i corridoi dell'aereoporto, quando l'autoparlante chiamò il suo volo.
Era diretta a Sydney, per iniziare una nuova vita, di nuovo, per l'ennesima volta avrebbe ricominciato da capo.
Sua madre doveva cambiare spesso città per via del suo lavoro e per questo Alice era costretta ad andare con lei.
Non era mai riuscita a farsi degli amici veri e propri, ma questo era per via del suo carattere, non amava stare con gli altri, semplicemente perchè non riuscivano a capirla, vedevano solo la ragazzina viziata e ribelle; c'era solo Alessia che riusciva a capirla fino in fondo, ed era una cosa piuttosto strana visto che erano completamente diverse, non solo fisicamente ma anche caratterialmente. Alice era testarda, scontrosa, non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno e non era di certo il tipo di ragazza con cui puoi fare amicizia facilmente; aveva lunghi capelli biondi e due bellissimi occhi verdi sfumati di marrone. Alessia invece era tutto il contrario, era una ragazza all'apparenza forte ma fragile al tempo stesso,era silenziosa,timida..l'esatto contrario di Alice. forse era proprio questa diversità tra le ragazze a renderle così inseparabili,renderle così unite tra loro.

-Alice's Pov-

Bene,cambiamo per l'ennesima volta paese,tanto voglio dire,non lo faccio mai.
Sarà la decima volta che trasloco per quel maledetto lavoro di mamma,è frustrante cambiare sempre posto dove vivere,è frustrante lascire le amicizie (come amicizie intendo i vari camerieri di mc donald's e burger king che c'erano in città,evidentemente la gente normale non faceva per me.). Poi la cosa più frustrante è cambiare scuola,ogni anno,ogni volta. Nuovi prof,nuovi compagni di classe insopportabili. Però ormai che mi lamento a fare,tanto non mi ascolta nessuno.
Mi misi a sedere su quelle scomodissime seggioline blu dell'aeroporto mentre aspettavo mia mamma che era andata a prendermi un caffè. Mi avvicinai quella bellissima valigia di color nero con attaccate tutte delle cartoline,ormai rovinata per il troppo "sfruttamento",e sbuffai pesantemente.
"Prepariamoci per una nuova vita." sussurrai piano,come per incoraggiarmi da sola.
Poco dopo vidi mia mamma avvicinarsi con due caffè tra le mani..Per quanto quella donna mi facesse andare fuori di testa,le volevo veramente tanto bene. mi era sempre stata accanto e penso che sia una delle poche persone,che come Alessia,riesce a sopportarmi anche dopo tutte le cazzate che combino. Poi era così bella,tutti mi dicevano che le assomigliavo,e se anche davanti a lei facevo come l'incazzata per dire "Io assomiglio a sta cessa?" assomigliarle era la cosa che avevo sempre voluto fin da piccola.
Mamma si avvicinò a me dandomi il caffè e dicendomi
"Pronta tesoro?" alzai gli occhi al cielo e poi gli risponsi con tono ironico
"Certo che sono pronta per abbandonare di nuovo la mia vita e la mia migliore amica per trasferirmi in un paese di merda dall'altra parte del mondo,guarda,non aspettavo altro."
La cosa che mi faceva stare male di questo ennesimo trasferimento era lasciare la mia migliore amica a Londra senza poterla portare con me,lei era come una sorella,quando eravamo insieme avevo sempre il sorriso sulle labbra e poi cioè era così emh strana,si strana. ed era proprio questo che mi piaceva di lei.
Sentii chiamare dall'autoparlante il volo che io e mia mamma dovevamo prendere per raggiungere quella bellissima città chiama Sydney. Alzai gli occhi al cielo,strano non lo facevo mai,mi feci una coda bassa e poi insieme a mia mamma ci avvicinammo per l'imbarco.
"Sono sicura che qua ti troverai bene,Ali. credimi."
mi disse mia mamma mentre ci mettevamo in fila per entrare nell'aereo. Poi entrammo velocemente dentro quel trabiccolo con le ali e mi misi a sedere proprio dove c'erano le ali,accanto al finestrino,il mio posto preferito. Misi il telefono nell'opzione "aereo" mi infilai le cuffiette mettendo la musica e sospirai profondamente: "Speriamo" sospirai piano,per poi mettermi a guardare fuori dal finstrino.

-Alessia's pov-

Londra, odiavo quella città, troppo caotica e troppe persone, sarei dovuta andare a Sydney con Alice, anche se lei non mi sembrava tanto contenta di partire, in fondo la capisco, passare da una città all'altra continuamente non deve essere molto piacevole.
Erano le sette del mattino, e io non avevo alcuna voglia di alzarmi dal letto e andare a scuola.
Mia madre entrò in camera e con la delicatezza di un ippopotamo cercò di svegliarmi, fallendo miseramente; amo dormire e non sopporto le persone che urlano di prima mattina.
Mugolai qualcosa di incomprensibile e mi alzai dal letto, presi i vestiti e mi diressi verso il bagno, sbuffai pesantemente quando vidi il mio riflesso nello specchio, i capelli erano raccolti in un ciuffo ormai sfatto e alcune ciocche mi si erano attaccate al viso e avevo gli occhi ancora assonnati e mezzi chiusi.
Mi feci una doccia veloce e mi preparai per andare a scuola.
Guardai l'orario: sette e quaranta, perfetto, di nuovo in ritardo; scesi al piano di sotto, salutai mia madre e mi diressi velocemente a scuola.
Non odiavo la scuola in sè, ma gli elementi che c'erano dentro, a cominciare dai professori,
"E' brava ma potrebbe fare di più" dicevano, per me potevano andare a farsi fottere , non mi serviva la loro opinione, non andavo male avevo tutte sufficenze per grazia di Dio, ma diciamo che erano il mio ultimo problema in quel momenteo.
Alice era partita e io ero sola, quindi era meglio starmene da parte e lasciare che il tempo scorresse il più velocemente possibile; della serie "me ne starò qui nell'angolino e farò finta di non esistere".
Ovviamente la mattinata non andò cosi, ero in ritardo e questo comportò ad una sgridata da parte del professore di letteratura, poi, durante educazione fisica ho preso una pallonata in faccia, -qualcuno lassù deve odiarmi tanto-, pensai mentre mi dirigevo verso casa.
Mi mancava la mia migliore amica, anche se era partita da poche ore, la mattinata a scuola è stataun inferno senza di lei, volevo solo andarmene, ma in fondo chi me lo faceva fare di restare lì? Ah si giusto, mia mamma.
Entrai in casa aprendo di colpo la porta e fiondandomi sul divano e sprofondando la faccia in un cuscino, per poi fare un sospiro profondo,
"Ale come è andata a scuola?" urlò mia mamma dalla cucina.
Come vuoi che sia andata, una merda,come al solito.
"Meravigliosamente" risposi sarcastica.
In quel momento volevo solo dormire e risvegliarmi nel secolo successivo, ma dovevo escogitare un piano per raggiungere Alice a Sydney, cosa al quanto impossibile visto che ho la mamma più protettiva al mondo.
"Potrei calarmi dalla finestra poi andare a piedi fino all'aereoporto" pensai tra me e me, "genio, l'aereoporto è a dodici chilometri da qui" intervenne il mio subconscio, adesso avevo anche le vocine, stavo diventando pazza era ovvio, "Posso sempre prendere un taxi" mi risposi da sola.

-Alice's Pov-
Dopo 12 ore di aereo eccoci sfortunatamente arrivate all'aereoporto di Sydney. Quel posto era strapieno di persone,la maggior parte in crisi perchè non trovano il bagaglio,e due di quelle persone eravamo io e mia mamma.
INIZIAMO BENE DEVO DIRE.
Volevo quasi invocare tutti i santi,ma mi trattenni per miracolo. Sono appena arrivata e già perdo le cose,ma cazzo. Nel mio viso si creò un espressione tipo "ora ammazzo qualcuno" quando invece mia mamma "Ali ma questo è solo un piccolo inconveniente,capita." sempre con un sorriso sulle labbra. Si mamma,capita,ma capita sempre tutto a noi. CAZZO ABBIAMO IL MALOCCHIO PER CASO? mortacci.
Dopo un'ora di crisi perchè non riuscivamo a trovare le valige,vidi (per miracolo del Signore) la mia valigia e quella di mia mamma accanto al cesto di "oggetti smarriti".
Feci un sospiro di solievo,richiamai l'attenzione di mia mamma smanaccando una mano davanti al suo dolce viso.
Riprese le nostre povere valige,ci dirigemmo verso l'uscita.
Indossavo dei jeans strappati e una magliettina corta,mamma mi aveva detto che a Sydney faceva parecchio caldo,quindi vestirmi in maniera da non soffrirne.
Sinceramente,mi importava poco sia di Sydney che de caldo.
Volevo soltanto arrivare alla nostra nuova casa e dormire.
Vidi mia mamma smanaccare come una persona in uno spasmo,cosa cazzo gli prende a questa,e poi vidi un taxi avvicinarsi.
"Finalmente andiamo a casa" pensai sollevata tra me e me.
Aiutai mia mamma a caricare le valige e poi salimmo nel taxi,mia mamma disse al signore l'indirizzo di casa nostra e in circa mezz'ora arrivammo.
Scesi velocemente da quel taxi puzzolente,respirai a pieni polmoni,e presi la mia valigia dirigendomi verso il portone.
La casa era abbastanza carina,non era di certo una villa,ma non era nemmeno una topaia.
Sinceramente mi piaceva.
aspettai mia mamma che sempre con il suo solito sorriso sulle labbra sfilò le chiavi dalla taschina esterna della sua borsa e mi fece spazio per entrare dentro la nostra nuova casa.
"La tua camera è al piano di sopra a destra" mi disse.
Presi la mia valigia,e salii velocemente le scale cercando di non smoccolarmi,arrivai davanti alla mia camera aprii la porta e vidi una bellissima finestra con una bellissima vista.
" Questa casa non di dispiace per niente" urlai per farmi sentire da mia mamma.
" Sono contenta tesoro,ora vai a fare un giro nel vicinato,vedi di conoscere qualche bel ragazzo" rise
"Certo capo." risi anche io.
Per quanto fossi dura e testarda con mia mamma non riuscivo ad esserlo,via,solo poche volte lo ero.
Presi il mio adorato iphone nero,misi le cuffiette e la musica.
FALL OUT BOY,amavo quella band.
Scesi di nuovo le scale ed uscii di casa.
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Era mezz'ora che giravo per le stradine di Sydney e per ora la trovavo carina.
Nessuno disturbava,tutti dolci e gentili che salutavano..
"Pensavo peggio" osservai tra me e me..
Ma ovviamente,mai dire le ultime parole..

Disaster || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora