Capitolo 2

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《 Ehi Noe, ci sei ?!? Pronto?!》

Mi ridesto di soprassalto dal mio torpore, Meggie mi guarda con una espressione interrogativa, mi scruta curiosa con i suoi occhi verdi e il suo solito sopracciglio alzato.

Mi guardo attorno, spaesata per un attimo.

《Si,si ci sono, scusa Meggie ma oggi è una giornata particolare》

Oggi è l'anniversario dei miei genitori, se lui fosse ancora qui festeggerebbero i loro venticinque anni di matrimonio, oggi andró a trovarli entrambi.

《 Ok, ma rimani con me Noe, oggi il padrone è un po' nervoso evitiamo cavolate va'》mi dice Meggie guardandomi supplichevole, 《d'accordo 》rispondo sorridendole.

Finisco di pulire le camere dell'enorme villa dei Ken, negli anni ho imparato a conoscere questa casa come le mie tasche, ma ogni giorno mi stupisco di quante camere io debba pulire e di quanto ci metta a spostarmi da una parte all'altra della casa.

Raggiungo Meggie che nel frattempo si è spostata in cucina e infilato il grembiule bianco si prepara al servizio del pranzo.

Carla la cuoca mi rimprovera per il lieve ritardo e mi aiuta ad infilare al volo il mio grembiule da servizio.

Prendo le portate e mi avvio nell'enorme sala da pranzo utilizzando tutta la grazia che la danza classica mia ha lasciato in ereditá. Secondo specifiche indicazioni del signor Ken serviamo contemporaneamente il padrone e la padrona di casa, ovviamente da sinistra secondo le regole del galateo e poi ci ritiriamo, spetta a Renato servire loro il vino, torneremo per sparecchiare e servire il secondo.

Appena arrivate in cucina Meggie e io tiriamo come sempre un sospiro di sollievo, come ad intendere "anche oggi non abbiamo combinato guai".

《Allora che facciamo uscite di qui?》 Esordisce Meggie 《 Non so, oggi vorrei andare a trovare mio padre e mia madre, tu che fai ?》

Chiedo sedendomi comoda e spiluccando degli avanzi dalla pentola, attirando su di me le ire della cuoca. 《 Non saprei, andró a prendere qualcosa con Ale a quel bar nuovo che hanno aperto, se riesci a raggiungerci fammi sapere cosí ti aspettiamo》 annuisco energicamente e mi preparo di nuovo per sparecchiare.

La sala da pranzo è veramente bellissima, l'ho sempre trovata molto raffinata e da sempre è la stanza che preferisco all'interno della casa, dopo l'enorme bagno s'intende.

Al centro della sala si trova un tavolo da dodici persone, da entrambi i capi della stanza c'è una porta, una conduce direttamente alla cucina, l'altra alla magnifica veranda. Una serie di fantastiche finestre permette alla luce di entrare nelle giornate di bel tempo e di avere una vista spettacolare sul giardino, nel quale Alessandro il giardiniere si prende cura delle numerosissime piante da frutto e dei favolosi fiori che in primavera offrono uno spettacolo mozzafiato.

Finito il servizio e portati i piatti in cucina salgo nella mia camera a cambiarmi. Adesso che ci penso trovare lavoro qui dentro è stato davvero un colpo di fortuna, i signori non sono particolarmente esigenti, chiedono serietá e pulizia ma per il resto ci lasciano in pace vivendo la loro pensione in tranquillitá.

Il signor Ken era il direttore della banca in cui lavorava mio padre, lui e la moglie non sono italiani ma quando ha deciso di andare in pensione si è ritirato con la consorte in questa enorme villa sulle colline toscane. Non so chi sia stato a parlargli di me, fatto stá che fú proprio lui a mandarmi a chiamare per offrirmi un lavoro e un alloggio circa tre anni fa.

Scendo le scale della villa quasi correndo e mi catapulto fuori nel mite inverno italiano, tra circa dieci minuti di camminata raggiungeró mia madre.

Nell'arco di una vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora