Capitolo 4

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Arrivo alla villa un po' trafelata, quando i signori chiamano è sempre meglio non farli aspettare.

Passo per l'entrata di servizio e corro nella mia stanza ad indossare la divisa, dopo di che scendo le scale principali mentre ancora mi sistemo il grembiule bianco in vita.

In fondo alle scale,  nell'ingresso, c'e un magnifico specchio dalla cornice quasi barocca, colgo l'occasione per sincerarmi delle mie condizioni.

Non mi sono mai reputata una brutta ragazza, ma non sono nemmeno una fotomodella, o una di quelle donne che fa' voltare anche i sassi al solo passaggio per strada , peró oggi è una delle mie giornate buone.

Mi guardo allo specchio e sistemo meglio il cerchietto tra i miei ondulatissimi capelli castani, un accenno di matita nera sottolinea i mie occhi color nocciola e devo dire che la divisa non mi sta per niente male: il fiocco in vita sottolinea la mia forma a clessidra e le scarpe con due dita di tacco mi danno qualche centimetro in piú, che non guasta dato che sono alta solo un metro e sessantacinque.

Finita l'ispezione corro nel grande salone del camino, lí trovo quasi tutto il personale riunito, non siamo in molti, ciunque tra cuoca, giardinere e domestici in piú il domestico personale del padrone e la domestica della padrona.

Prendo posto accanto a Meggie appena in tempo per vedere entrare dalla porta della sala il piú bel ragazzo che io abbia mai visto in vita mia.

《Buonasera a tutti 》 esordisce il signor Ken, 《 vi ho riuniti qui perchè ho il piacere di ospitare per qualche mese mio nipote》 dice poggiando una mano sulla spalla del ragazzo, 《 si chiama Alexander e per i prossimi sei mesi sará nostro ospite 》.
Sei mesi.
Sei mesi.

Continuo a ripeterlo nella mia mente, non avevamo mai avuto ospiti che si fermassero per un tempo cosí prolungato, certo non mi dispiace, ma ammetto di essere un po' in ansia.

Mentre il signor Ken lo presentava il suo sguardo ha scrutato tutti noi, non ha un'aria amichevole e nonostante abbia circa trent'anni si comporta come se fosse un re consumato.

《 Salve》 la sua voce suona come una melodia d'altri tempi, calda e profonda, una di quelle voci che ti induce a rilassarti, a stare tranquilla.

Questa sua caratteristica è peró in netto contrasto con i suoi occhi, di un colore quasi indefinibile, oscillano tra l'azzurro e il grigio e hanno la freddezza e la durezza  del diamante e dell'acciaio.

Occhi che mettono soggezione, occhi che non perdonano.

《 Come mio zio ha detto prima di me, mi fermeró qui per sei mesi per affinare il mio italiano》 dice con un lievissimo accento inglese 《 spero che voi tutti mi aiutiate a migliorare》 e dopo queste parole un sorriso bello come il primo raggio di sole al mattino, illumina il suo viso riscaldando e liquefacendo l'acciaio dei suoi occhi.

Non riuscendo a trattenermi continuo a fissare quei due pozzi scuri che attraggono e incutono timore allo stesso tempo, ma quando si volta nella mia direzione e pianta quelle due lame affilate nel caldo color nocciola dei miei occhi, sono cotretta ad abbassare rapidmente lo sguardo sul magnifico parquet di ulivo, mentre sento avvampare le mie guance e le mie orecchie fino alla punta.

《 Bene signori le presentazioni sono state fatte, tornate pure al vostro lavoro》 dice il signor Ken, stiamo già uscendo dalla sala in religioso silenzio quando il padrone di casa mi richiama. 《 Noemi puoi venire qui, avrei bisogno di te》 mi volto con il cuore in gola e lo stomaco che si fa sempre più chiuso ad ogni mio passo verso i due uomini.

《 mi dica signor Ken》 rispondo  facendo trasparire una sicurezza che non ho minimamente, 《 dovresti andare a prepare una stanza a mio nipote, preparala pure sullo stesso piano della tua》 a queste parole vedo con la coda dell'occhio il nipote strabuzzare gli occhi quasi scandalizzato, ma non proferisce parola. 《 si signor Ken vado subito 》 rispondo io cordiale ma con una punta di stizza per la reazione di Alexander.

Mi avvio a lunghe falcate verso l'enorme scala e mi permetto di origliare qualche parola della conversazione tra i due uomini.

《 Ma zio non vorrai che io dorma con la servitú ? 》 esclama scandalizzato il nipotino, 《 Alexander sai cosa penso di questo tuo comportamento da re dei tempi passati, tua madre ti ha mandato qui soprattutto perchè tu dismetta questi tuoi abiti e comprenda che un futuro dirigente non deve essere un despota o un tiranno, ma un uomo che sappia coniugare profitto ed etica, solo cosí otterai il rispetto altrimenti dovrai sempre guardarti le spalle anche dai tuoi dipendenti piú fidati》Ho sempre adorato il signor Ken e dentro di me sto gioendo come una bambina per la lezione che ha appena impartito a quel principino.

Comunque dopo la strigliata Alexander lascia cadere la conversazione e visibilmente irritato lo vedo dirigersi verso il giardino.

Nell'arco di una vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora