Capitolo quattro

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Capitolo quattro

- Ragazza curiosa, non trovi? -.

Louis aspirò profondamente per poi soffiare fuori tutto il fumo.

- Si. Ti ha dato tutto? - chiese gettando la testa all'indietro e spostando lo sguardo verso il moro.

- Certo - annuì questo - Ed è stata professionale. Non credevo che venisse dalla zona gialla -.

Ridacchiarono tutti e due, capendo al volo cosa avevano pensato entrambi,per poi prendere un'altra boccata dalla sigaretta che tenevano tra le mani.

- Sai cosa mi puzza? - disse poi Zayn.

Il castano alzò le sopracciglia.

- Perché tu l'abbia presa come socia. Insomma, non è la prima volta che ti capitano situazioni simili. Di solito me lo dici e sistemo tutto io. Basti pensare a Styles -.

Gli occhi azzurri fissarono quelli neri dell'amico per un paio di secondi, per poi spostarsi sul soffitto vomitevolmente colorato.

- Non lo so - sbuffò - Quella ragazza ha le palle. È una cosa che apprezzo -.

Zayn voleva dire qualcosa ma decise che era meglio stare zitto.

- È meglio che vada - sbuffò quest'ultimo buttando a terra la sigaretta e schiacciandola con la scarpa.

Fece un segno con la testa a Louis prima di incamminarsi verso la porta.

Afferrò la maniglia e si girò ghignando verso lo spacciatore.

- Forse vuoi metterti in azione troppo presto, amico -.

- O forse troppo tardi, Zay -.

- Cerca solo di non scoprire le tue carte troppo in fretta, mh? -.

Detto questo, Zayn uscì.

***

- No no e no! -.

Elena si passò la mano tra i capelli per la milionesima volta.

- È obbligatorio - ribadì la guardia roteando gli occhi.

- Sono qui da ieri e già sono obbligata a far parte di questa cazzata!? - urlò furente, stringendo i pugni.

- Vacci piano con le parole ragazzina. Non hai scelta quindi vedi di fartelo piacere - sbuffò l'uomo sulla cinquantina.

- Io non mi faccio piacere proprio niente cazzo! -.

- Ho notato. Senti, se non la smetti ti chiudo in isolamento per una settimana -.

- Sarebbe meglio di cucire un vestito per questo cazzo di ballo -.

- Il ballo per il giorno del Ringraziamento è fra una settimana esatta, cucirai il vestito in isolamento e parteciperai ugualmente -.

- BENE - sbraitò strappando il tessuto dalle mani dell'uomo e rientrando in camera.

Scivolò lungo la porta e si portò le mani in faccia.

Ma che cazzo le toccava fare? Pensò disperata.

Tre colpi alla porta prima che questa si aprì completamente facendola cadere all'indietro, pancia rivolta verso l'alto.

- Pranzo - esordì la stessa guardia di prima.

Elena sbuffò e si rialzò, passando le mani sulla tuta gialla per togliere la polvere.

Si incamminò per il corridoio maledicendo chiunque le capitasse a tiro.

Dai "compagni" alle guardie.

Spalancò le porte della mensa e tutti si girarono verso di lei.

- Mh? - sbraitò e tutti distolsero lo sguardo.

Afferrò un vassoio e sprofondò nella sedia accanto a quella di Harry.

- Ma ciao - disse lui.

- Odio. Questo. Posto. - scandì la ragazza.

- Hai saputo del ballo? - rise il riccio coprendosi con una mano la bocca.

- Si. E non solo sono obbligata a partecipare - sentenziò muovendo l'indice in aria - Devo pure cucire un vestito. Ed io non porto vestiti, non so cucire e non mi depilo dall'estate -.

Harry lasciò il boccone a mezz'aria.

- Potevi evitare il discorso sulla depliazione - mormorò appoggiando la faccia alle mani, i gomiti sul tavolo.

- Oh andiamo, tutti si depilano! -.

Restarono in silenzio finché dalla porta entrò Louis, affiancato da un ragazzo alto, il ciuffo bruno chiaro tirato all'insù, gli occhi che scrutavano la sala.

Quest'ultimo girò la testa verso Louis, che era notevolmente più basso, e gli disse qualcosa di non udibile ma lo spacciatore scosse la testa in senso di dissenso.

- Sai leggere il labbiale? - chiese Elena all'amico.

- No. E dovresti mangiare qualcosa, ieri sera non hai toccato cibo - la rimproverò indicandole il vassoio.

- Okey okey va bene mamma adesso mangio - si infilò in bocca un cucchiaio di pappa e continuò: - Comunque il polli di tofu non lo considero neanche cibo, Haz -.

Risero entrambi e Elena riuscì a mangiare tutto quello che aveva sul vassoio.

- Da quanto ne so comunque ci dovrebbero essere dei corsi di cucito o roba simile. Basta chiedere in segreteria -.

- C'è una segreteria? - domandò giocherellando con un pezzo di pane prima di ficcarselo in bocca.

- Uhm si ... per ogni ala ce n'è una. Ci sono anche delle buone caramelle sui banconi, prendine più che puoi -.

La ragazza sorrise ed annuì.

- Haz - lo richiamò ad occhi bassi - Da quanto tempo sei qui? -.

Harry sospirò.

- 3 anni circa. Ho perso il conto quando gli spazi sul muro sono finiti -.

- Cosa intendi? -.

Lui non rispose, scosse solo la testa e si alzò.

- Andiamo in segreteria - disse facendo un cenno della testa verso la porta ed Elena annuì.

Si diressero verso l'uscita quando la ragazza girò lo sguardo verso Louis: la stava osservando, scrutando con quei suoi pozzi azzurri che si ritrovava come occhi.

- El - la richiamò Haz e lei scosse la testa come se si fosse risvegliata da un brutto sogno, un pensiero tormentante.

Lo prese per il polso e lo tirò fuori dalla mensa, cercando di non far caso a qualche occhiata indiscreta.

***

- Hai visto - disse serio, le labbra strette in una linea sottile come gli occhi.

- Si. Che hai intenzione di fare? -.

Louis tirò fuori una sigaretta dalla tasca posteriore dei pantaloni e la accese, incurante delle guardie nella sala.

- Niente. Zayn ha ragione: non devo scoprire così presto le mie carte -.

Il ragazzo chiamato Liam ridacchiò e si appoggiò alla sedia.

- Il ballo è alle porte -.

Louis ghinò soddisfatto.

- E noi prepariamoci, no? -.

Our drug || Louis Tomlinson//SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora