Chapter one

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Ennis stava vaggiando da parecchie ore su quel camion. Era diretto a Brokeback mountain, intenzionato a trovare un lavoro. Dopo l'incidente dei suoi genitori e il trasferimento di sua sorella e di suo fratello, è rimasto da solo a dover affrontare la vicenda. Come tutti sanno, a quei tempi i soldi non c'erano per principio, figurarsi senza un impiego vero e proprio.

Il cielo iniziò a schiarirsi e si iniziò a intravedere l'alba mattutina, che rischiarava il paesaggio campagnolo di Signal, Wyoming.

Il piccolo camion sostò davanti ad un ranch. Ormai il sole batteva a picco sulla strada deserta. Ennis scese dal camion, si sbattè la portiera alle spalle e si infilò il suo fedele giaccone beije. Sul suo capo vi era il tradizionale cappello da cowboy ed indossava una camicia a quadretti di vecchia data. I jeans, ovviamente, non potevano mancare ad un duro come lui, ed aveva anche una valigetta.

Entrò nel cortiletto, e si appoggiò al muro della baita che vi era all'interno del ranch, abbassò lo sguardo sui suoi mocassini di pelle mettendosi le mani in tasca ed aspettò l'arrivo del futuro superiore. Intanto accese una sigaretta, come era suo solito. Non si separava mai da quelle maledette sigarette.

Mentre udiva il treno sfrecciare sui binari, con quel rumore di rotaie ferree assordante, si domandava se ci sarebbe stato qualcun'altro a svolgere quel lavoro estivo insieme a lui.

Fu data una risposta alla sua domanda quando il rumore del motore di un veicolo piuttosto mal messo echeggiò in lontananza, mischiato al rumore delle fronde degli alberi.

Varcò il recinto del ranch un camioncino nero, abbastanza rovinato, barcollante e con le ruote anteriori sgonfie. Ennis alzò il capo nella direzione del veicolo, cercando di capire con lo sguardo chi fosse il conducente. Parcheggiò proprio accanto a lui, con una manovra abile e veloce.

Ne scese un ragazzo che avrà avuto sì e no venticinque anni, con una camicia azzurra e dei jeans scuri adornati da una cintura in pelle con uno stemma dorato. I suoi capelli erano nascosti da un cappello come quello di Ennis, nero, e il colore dei suoi occhi non era decifrabile, dato che la visiera del cappello ostruiva la visuale.

Tirò un calcio al suo macchinino sfracassato, sibilando nervosamente un 'ma vaffanculo!', dovuto al fatto che il camioncino faceva capricci ed emanava un forte odore di gas dal cruscotto.

Il misterioso ragazzo appena arrivato si guardò un po' intorno, volgendo poi lo sguardo ad Ennis, che quando lo incrociò, lo abbassò nuovamente sulle sue scarpe, facendo finta di non aver visto.

Camminò poi un po' intorno al camioncino, ammirando la vallata che si estendeva ad una centinaia di metri, per andarsi poi ad appoggiare sul rimorchio.

Si chinò all'altezza dello specchietto: estrasse una lametta da un piccolo marsupietto che teneva con sè e si rifinì maggiormente le basette rase che aveva, aspettando l'arrivo del capo.

Dopo qualche minuto, li raggiunse una macchina d'epoca marrone e col tettuccio bianco crema (era sicuramente messa meglio delle loro) e si fermò nel parcheggio del piccolo ranch, proprio all'ingresso, dove era appoggiato Ennis.

All'arrivo del veicolo, lui sobbalzò e prese la valigetta che aveva poggiato sulle scale che portavano all'entrata della baita, allontanandosi.

Dalla macchina scese un uomo basso, piuttosto grassoccio con un gilet di pelle, folti baffi, cappello a riporto e occhiali da sole.

Senza guardarli in faccia, si diresse alla porta del casolare e con un mazzo di chiavi l'aprì, entrando, e risbattendosela alle spalle rumorosamente.

Dopo un minuto circa di attesa, il signore si affacciò alla porta spalancandola, e disse:

''Se è un lavoro che volete, fate almeno lo sforzo di venire dentro e sentire cos'ho da dirvi.''

I segreti di Brokeback mountainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora