Capitolo 7: Kiss and Make Up

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Aveva cominciato a piovere.
"Cazzo, piove sempre in questa città di merda" disse Zack, mettendosi il cappuccio della felpa in testa.
Si era rifugiato nel parchetto vicino casa sua. Per ripararsi dalla pioggia, decise di entrare in una delle casette dove giocano i bambini.
Inizia a guardare una piccola pozzanghera che si era formata, dove le gocce di pioggia creavano onde nell'acqua in continuazione.
Zack prese il suo portafoglio dalla tasca e controllò quanti soldi aveva.
"Per due notti in un hotel possono bastare" disse a bassa voce contando i soldi che aveva portato con sè da casa "devo solo aspettare che questa pioggia schifosa passi"
Dal suo zaino, prese il libro che stava leggendo per far passare il tempo.
Dopo mezz'ora, la pioggia stava quasi cessando, così decise di approfittarne per uscire da quella casetta e di dirigersi in qualche hotel.

"A che pensi?" Chiese Nolan mentre Jean guardava fuori dalla vetrata del bar in cui erano andati a prendere qualcosa.
"A Sarah" rispose Jean guardando le gocce di pioggia scendere dalle vetrate.
"Le è successo qualcosa?"
"Problemi con Thomas" disse Jean mentre la cameriera aveva portato le loro ordinazioni.
"Che tipo di problemi?" Chiese Nolan prendendo una bustina di zucchero, sbattendola e aprendola per metterla nel caffè.
"Beh, non lo hanno ancora fatto" rispose Jean girando il cucchiaio nella tazza del suo cioccolato caldo "e credo che Sarah voglia compiere questo passo ma lui no. Così..." disse sospirando "mi ha chiesto se potevo parlargli"
"In pratica devi fare il terapista di coppia" rispose Nolan ridendo e sorseggiando il caffè.
"Diciamo di sì" rise a sua volta Jean.
"Come gliene parlerai?"
"Non lo so, non vorrei essere troppo brusco" disse Jean " o sembrare uno che si impiccia dei loro affari di coppia. Anche perché, per me , fare un problema riguardo questa cosa sia un po' esagerato. Insomma..." disse Jean alzando le spalle "non è da tanto che stanno insieme, perché preoccuparsi?"
"Magari Sarah ne ha voglia" rispose Nolan "e, sinceramente, se avessi un tipo come Thomas, la prima volta ci sarebbe stata da un pezzo"
Jean riduce i suoi occhi a delle fessure e inizia a sorridere.
"Che vorresti dire con questo?" Chiese.
"Niente, solo per dirti che capisco la voglia di Sarah di farselo mettere da Thomas".
Jean sbaraglia gli occhi e dà un pizzico al braccio di Nolan disteso sul tavolino.
"Ahia, quale è il problema?" Chiese Nolan ridendo.
"Potresti contenerti?" Rispose Jean guardandosi intorno.
"Che c'è? È una cosa normalissima" disse Nolan prendendo l'ultimo sorso di caffè rimasto "soprattutto se Sarah è vergine"
"Lo è" rispose Jean "saranno i suoi ormoni che sono stanchi di dover ancora aspettare"
"Può essere" disse Nolan alzando le spalle "non c'è nulla di male a voler farlo con qualcuno, tranne se la persona con cui vuoi farlo non è consenziente, altrimenti quello è stupro"
"Non credo che questa sia cosa da chiamare stupro" disse Jean "semplicemente Sarah vuole fare l'amore con Thomas"
"Ti prego con chiamarlo così" disse Nolan facendo una smorfia schifata.
"Così come?" Chiese Jean perplesso.
"Fare l'amore" disse Nolan imitando la voce di Jean.
"E quindi? Non posso chiamarlo così?" Rispose Jean un po' infastidito.
"È imbarazzante" disse Nolan "chiamalo sesso e basta"
"Quindi non posso dire che quando lo faccio con te faccio l'amore?" Chiese Jean.
"Certo, ma non chiamarlo così davanti a me, mi da fastidio" rispose Nolan.
"Va bene, allora non dirò più che noi due facciamo l'amore" disse Jean.
"Bravo" disse Nolan "andiamo a pagare e ce ne andiamo?"
"Va bene" disse Jean "Stasera quindi facciamo l'amore a casa mia?" Chiese Jean mentre i due andavano alla casa a pagare.
"Finiscila" rispose Nolan.
Jean iniziò a ridere

Zack si era stabilito in un hotel abbastanza economico nel centro città.
Aveva appena messo in carica il telefono scarico quando cominciarono ad arrivarli dei messaggi.
Erano da parte di sua mamma, che gli scriveva "ti prego tesoro, torna. Tuo padre ha esagerato ma è pentito. Non pensava veramente quello che ha detto"
Zack non ci credeva. Da sempre avevano fatto problemi su tutto ciò che voleva fare. L'unico che l'aveva sempre sostenuto era suo fratello Luke.
Decise di andare in bagno a farsi una doccia.
Si spogliò completamente, ma dopo si accorse che non aveva preso dei panni di ricambio da casa.
"Cazzo" esclamò Zack guardando i suoi panni per terra "rimarrò in accappatoio, poi chiederò a qualcuno di portarmi dei panni puliti...ma a chi?" Pensò subito a suo fratello, che di sicuro gliele avrebbe portati, però aveva paura che avrebbe detto qualcosa a mamma e papà perché sarebbe rimasto in pensiero per lui. Non sarebbe la prima volta.
L'unica persona di cui poteva fidarsi era Paky, però non ne era sicuro.
"Poi vedrò" pensò iniziando a far scorrere l'acqua dalla doccia.
Mentre si insaponava, un grande mal di pancia cominciò all'improvviso, facendo gemere Zack per il dolore.
Del liquido rosso cominciava a scendergli dalla zona inferiore del corpo.
"Merda" esclamò Zack dando un pugno al muro della doccia.
Gli era venuto il ciclo.
Qualche volta non si ricordava di quel piccolo particolare di lui, che gli faceva ricordare di avere ancora un corpo femminile, anche se non aveva più le tette.
Iniziò a fare dei respiri profondi, cercando di calmarsi. Il dolore piano piano diventava sempre meno intenso, fino a che non si stabilì.
Nel mentre, Zack continuava a lavarsi.
Dopo essersi risciacquato il corpo dalla schiuma, uscì cercando di non sporcare tutto.
"Spero di avere degli assorbenti nello zaino".
Dopo essere uscito dalla doccia, la prima cosa che fece fu quella di andare a vedere nella tasca dello zaino se aveva un assorbente.
Lo cercò ma non lo trovò.
Si mise le mani nei capelli.
Era scappato di casa ma non aveva niente con sè.
Andò verso il comodino accanto al letto e prese il telefono, aprì la rubrica e andò sul numero di Paky.
"È l'unica soluzione".
Premette sul nome di Paky e lo chiamo.
Il telefono squillò per qualche secondo prima di sentire la voce di Patrick dire.
"Ehi Zacky, tutto bene?"
Sentendo quel diminutivo, lo stomaco di Zack andò in visibilio.
"Ciao Paky, ho bisogno di aiuto" disse in modo secco, avendo quasi paura di farlo preoccupare.
"Perchè che è successo?"

Un'ora dopo, qualcuno bussò alla porta di Zack.
Si strinse di più nel suo accappatoio e aprì la porta.
"Ancora non ci credo che sei scappato di casa" disse Paky entrando in camera con una busta in mano.
"Neanche io in realtà" rispose Zack "ho fatto una grande cazzata"
"Invece io la trovo una cosa forte" disse Paky "non ti credevo così duro"
"Ho reagito d'istinto e ho sbagliato"
Paky diede la busta in mano a Zack. Quest'ultimo la apri e guardò cosa c'era dentro.
"Non sapevo che prenderti di..." disse Paky "mutandine, quindi sono andato ad occhio"
Paky aveva portato due jeans con una cintura , due felpe e due paia di calze ( che sperava gli andassero bene), insieme ad un pacco di assorbenti e le mutandine.
"Paky, sei troppo gentile" disse Zack girandosi verso di lui "ti devo ridare i soldi per quello che hai speso"
"Non mi devi niente" rispose Paky.
"Scherzi? Certo che ti devo qualcosa"
"Mi basta la tua compagnia" disse Paky "e anche qualcos'altro"
Si avvicina a Zack, aprendogli l'accappatoio all'altezza del petto, notando subito le cicatrici.
Con il pollice, inizia ad accarezzargliele.
Lo guarda negli occhi e i loro due sguardi si incrociano. Paky si abbassa con la testa ed inizia a baciarlo sulle cicatrici
"Mi hai detto che hai paura dell'operazione" disse Paky smettendola di baciarlo " hai paura di non sopravvivere. Potrei toglierti questo accappatoio in questo momento e farti tutto ciò che vorresti,ma solo se tu vuoi"
Comincia a baciarlo sul collo e questo manda fuori di testa Zack.
"Vorrei" rispose Zack "ma c'è un problema"
"Che problema"
"Mi è venuto il ciclo oggi quindi..."
"Che problema c'è" disse Paky "esistono anche altre cose. Innanzitutto, posso levarti l'accappatoio?"
"S-si" rispose Zack.
In un secondo, Zack si ritrovò completamente nudo davanti a Paky.
La cosa lo imbarazzò molto.
"Non sono un bello spettacolo" disse Zack rosso in viso, mentre Paky lo guardava dalla testa ai piedi.
"E chi l'ha detto?" Rispose Paky togliendo la maglia e prendendo Zack e cominciando a baciarlo su tutto il corpo, riandando sulle cicatrici.
Zack teneva le sue mani in mezzo ai capelli.
Paky cominciò a scendere più in basso, passando all'addome.
Lo prese in braccio e lo buttò sul letto, mettendosi sopra di lui.
"Non sai quanto vorrei farlo in questo momento" esclamò Patrick.
"Lo so, ma non comando io il mio corpo" rispose Zack.
Mentre si baciavano, Zack cambiò le posizioni, mettendosi sopra Paky.
"Spero di non sporcare tutto"  pensò zack, mentre sentiva qualcosa di duro premere contro la sua vagina.
Si stese su di lui, cominciando a baciarlo timidamente sul suo corpo, andando prima sul suo collo e sentendolo rabbrividire.
Non aveva mai fatto ciò che stava facendo ora quindi andava d'istinto, ma da quel che sembrava, a Paky tutto quello stava piacendo.
Poi, Zack si spostò sui suoi pettorali, baciandoglieli. Sentiva i muscoli indurirsi al tocco delle sue labbra.
"È la prima volta che fai queste cose?" Chiese Paky mordendosi il labbro inferiore.
"Si" rispose Zack.
"allora hai un talento naturale" disse Paky ridendo.

Nolan era disteso sul letto di Jean e stava guardando il telefono. Avevano appena mangiato. Per cena avevano cucinato quello che c'era, perché quella sera sua madre era insieme al suo partner.
Jean era seduto alla sua scrivania e con il suo computer stava consultando un sito internet.
Nolan era incuriosito dall'attenzione che Jean dava a quel sito, così si alzò e andò accanto a lui, accarezzandoli i capelli.
"Che guardi?" Chiese Nolan. I suoi occhi andarono subito barra di ricerca e notò subito il nome del sito che stava guardando "Harvard.edu"
"Harvard?" Disse Nolan a bassa voce, guardando poi il profilo di Jean, il quale si mordeva il labbro leggendo la pagina web. "Perché stai guardando il sito dell'Harvard University?" Chiese.
Jean non si gira verso di lui, ma continua a scorrere
"Sono in concorso per una borsa di studio ad Harvard" rispose Jean.
"Wow" rispose Nolan sorpreso. La cosa, non sapeva perché, non lo rendeva felice.
Nolan guardò una pila di libri che era affianco il computer di Jean. Incuriosito, si avvicinò ad essi e ne prese uno alla volta, leggendo i titoli.
Tutti quanti riguardavano la medicina.
"Vuoi laurearti in medicina?" Chiese Nolan sfogliando uno dei libri "non me ne avevi mai parlato"
"Perché tu non me lo hai mai chiesto" rispose Jean ridendo "pensavo ti annoiasse parlare di Università e di futuro"
"pensavi male" rispose Nolan riposando i libri al posto di prima. "Queste borse pagheranno tutto?"
"In parte. Molte spese sono a mio carico" Disse Jean girandosi su se stesso con la sedia girevole "però almeno il 90% delle spese sono coperte dalla borsa di studio, se riesco a vincerla."
" è una cosa ottima" disse Nolan traendo a sè Jean e facendolo alzare dalla sedia, per poi buttarlo sul letto "stavo pensando di andare anche io ad Harvard"
"ma guarda che coincidenza" rispose Jean ridendo "e cosa vorresti fare?"
"Non lo so, ancora devo deciderlo"
"Wow, sei all'ultimo anno e ancora non sai cosa devi fare" disse Jean "a scuola non vieni mai, come farai con il diploma?"
"Mio padre ha delle conoscenze" rispose Nolan baciandolo sul collo e provocando il debole riso di Jean.
"Sei proprio un raccomandato" disse Jean quando Nolan si staccò dal suo collo e lo guardò negli occhi.
"Non tutti hanno questa possibilità" disse Nolan alzando le spalle "perché non sfruttarla?"
"Già" rispose Jean baciandolo

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