Capitolo III: Pioggia

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(Immagine del capitolo da @/josukespimphand su Instagram)

Per quasi una settimana, Okuyasu non uscì di casa, usando la scusa dell'essersi preso un terribile raffreddore per non vedere i suoi amici.

Chiaramente, loro erano insistenti e ogni giorno prima di uscire bussavano alla sua porta, nella speranza che il ragazzo gli parlasse e interagisse con loro, ma nulla.

A Josuke gli si stringeva il cuore, senza di lui si sentiva quasi incompleto, sentiva una tristezza assurda. Quando usciva con Koichi non si divertiva come quando c'era Okuyasu, per non parlare del fatto che Yukako quasi sempre si aggregava alle loro uscite e a Josuke non restava altro da fare che reggere loro la candela.

Intanto, però, il moro ebbe tempo per riflettere. Specialmente in quel momento critico, ora che aveva finalmente realizzato cosa provasse per Okuyasu, ne aveva davvero bisogno. Perché non aveva la benché minima idea di cosa fare, come agire, cosa dirgli e soprattutto quando, visto che Okuyasu si rifiutava di interagire con loro. A malapena rispondeva al telefono...

E la cosa preoccupava parecchio Josuke, perché sentiva che qualcosa davvero non andava nel suo migliore amico.

Però, quel il giorno, il destino riservò ad entrambi una sorpresa.

Improvvisamente, mentre Josuke, Yukako e Koichi camminavano, intorno alle 4 di pomeriggio, una goccia cadde sul naso di Josuke, seguita da un'altra sulla sua guancia.
"Ragazzi..." disse lui mentre le gocce cominciavano a cadergli anche sui vestiti.
"Che c'è Josuke?" rispose Koichi, guardando l'amico.

A rispondere alla sua domanda fu una secchiata d'acqua improvvisa che li bagnò da capo a piedi e finalmente cominciò a piovere definitivamente.
"CAZZO, AL RIPARO!" esclamò Josuke, mentre iniziava a correre, seguito da Yukako e Koichi.

Finalmente riuscirono a trovare un riparo sicuro e Koichi riuscì anche a chiedere un passaggio a casa dalla madre. Il problema sorgeva per Josuke, visto che Tomoko era andata fuori città per un servizio e la madre di Koichi non poteva riaccompagnarlo a casa, visto che non sarebbe passata nelle vicinanze di casa di Josuke.

Poi però, Josuke ricordò che c'era una stradina lì vicino che sboccava proprio di fianco casa di Okuyasu. Sperava soltanto che visto quanto pioveva il ragazzo lo lasciasse entrare, c'erano anche tuoni e fulmini! Doveva per forza.

Appena Koichi e Yukako andarono via, Josuke prese un respiro profondo e finalmente lasciò il riparo, immediatamente prendendo la strada.

Pioveva a dirotto e non ci fu modo per evitare che i vestiti si bagnassero e i capelli pure. Semplicemente corse e corse e dopo un paio di minuti fu a casa dell'amico, di fronte il portone sotto il portico, al riparo ma anche bagnato fradicio.

Sospirò, per poi strizzare i vestiti, cercando di togliersi l'acqua da dosso, ma invano visto che il vento gli riportava addosso l'acqua. Decise allora che doveva bussare.

Okuyasu sobbalzò quando sentì il campanello di casa suonare nel bel mezzo di una tempesta del genere, quindi si domandò chi mai potesse presentarsi in quel momento. Si alzò lentamente dal divano e si avvicinò alla porta.
"Chi è?" chiese titubante.
"Oku sono io... Mi fai entrare per favore? Piove a dirotto, non posso andare a casa con tutta questa pioggia... Mi beccherò un raffreddore." rispose Josuke, sperando che l'amico gli aprisse.

Ne approfitterò magari per capire cosa gli succede... Si disse il moro, mentre attendeva la risposta dell'amico.

La porta si aprì improvvisamente.
"Entra, non ti lascerò certo lì fuori come un cane eh?" borbottò Okuyasu, mentre lo guardava di traverso.

I want to love you but I don't know how💫 [Josuyasu]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora