capitolo 5

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Noto Gabi che mi guarda da dietro un albero, dato che l' ho visto decide di avvicinarsi alla macchina con aria rassegnata.

Bussa al finestrino ed io mi asciugo velocemente le lacrime, poi lo abbasso guardandolo con tristezza.

"Ciao..." mi dice con un po' di insicurezza

"Hey..." dico ricambiando il saluto.

Poi entrambi abbassiamo lo sguardo...
Mi rendo conto solo ora che sta piovendo e lui è tutto fradicio.

"Ehm... vieni, entra pure, non vorrai prenderti la febbre." dico, nel mentre prendo una busta della spesa che ho dietro, così da appoggiarla sul sedile per non farlo bagnare.

Lui si siede e chiude lo sportello.
Mi ringrazia timidamente senza guardarmi in faccia.

Decido di accendere il riscaldamento per fargli asciugare i vestiti.

Non spiccichiamo parola; io sono abbastanza sorpreso nel trovarlo qui, nella mia macchina.

Questo silenzio mi fa sentire a disagio, così cerco un argomento per cominciare una conversazione.

"Come stai?" dico alzando lo sguardo verso di lui e attirando la sua attenzione.

Ed è lì che noto il suo naso gonfio, che cosa gli sarà successo?

"Sto abbastanza bene, grazie..."
Si vede che sta mentendo, vorrei tanto sapere che cosa gli è successo. Non mi piace per niente vederlo così.

"Non vorrei essere invadente, ma... che cosa ti è successo al viso?" chiedo con gentilezza.

Lui spalanca un attimo gli occhi e gira lo sguardo altrove per non incrociare il mio.

"Nulla, tranquillo. Sono solo andato a sbattere per sbaglio contro lo spigolo di un mobile"
dice accompagnando una risatina; stento a crederci ma decido di lasciar stare.

Ed ecco che ricomincia il silenzio imbarazzante...
Ricordo che quando eravamo piccoli non capitava mai di sentirci imbarazzati, anche perchè ci conoscevamo fin torppo bene che ci capivamo con un solo sguardo.
Ora come ora non riesco nemmeno a percepire se è felice di avermi rivisto, di essere tornato in questa città... è come se non lo riconoscessi più.

Ad un certo punto la sua voce, fortunatamente, rompe questo dannato silenzio facendomi una domanda inaspettata.

"Allora? Alla fine ti sei trovato una moglie?" mi domanda sempre con lo sguardo basso. Riesco a percepire nella sua voce un pizzico di tristezza.

All' inizio sono abbastanza confuso, poi ricordai che quando eravamo piccoli gli chiesi se a lui piaceva qualcuno, così da ricevere alcuni consigli dato che sarei dovuto sposarmi a circa vent'anni. Eravamo ancora dei bambini, in realtà, quindi non eravamo così esperti in questo campo.

"In realtà no... Non mi sono sposato, mi sono opposto a miei genitori..." affermo andandomi a grattare la nuca.

Alza lo sguardo verso di me e riesco a vedere nei suoi occhi un briciolo di speranza. Non capisco cosa voglia dire quel suo sguardo, mi incuriosisce certo, ma decido comunque di non darci peso.

Conitnuo il discorso "E tu invece? Sei fidanzato? O magari ti piace qualcuno...?"

"No" sospira "non sono fidanzato...".
Però non mi ha detto se gli piace qualcuno... Vabbè, non voglio essere invadente, potrei peggiorare la situazione...
Ma non riesco comunque a capire che cosa gli sta succedendo; prima sembrava così sicuro delle sue parole, ma da quando l' ho sentito urlare, con la voce sommersa dai singhiozzi, non capisco.

Perchè è venuto qui a bussarmi al finestrino e poi non parla nemmeno...? Solo fino a poco fa mi urlava contro di non volermi più vedere e che se avessi detto a qualcuno che l' avrei rivisto me l' avrebbe fatta pagare cara, poi se n'è andato via velocemente.

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