capitolo 3

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Mi giro e me ne vado da quel posto il più velocemente possibile, sperando che lui non abbia notato le lacrime rigare le mie guance.

Come ho potuto dirgli tutte queste cose? Perchè sono così dannatamente stupido? Come ho fatto a finire in questa situazione assurda?!

È stata tutta colpa mia... sono veramente uno stupido.

Perchè non sono riuscito a sopprimere quei sentimenti che provavo per lui come mi sono sempre ripromesso mille volte? Nemmeno ora ci sono riuscito, anzi... sembra che siano cresciuti ancora di più appena l' ho rivisto.

I miei genitori mi hanno sempre fatto pesare questa cosa, non gli andava bene come sono, non mi hanno mai nè accettato e nè sostenuto.

All' inizio nessuno sapeva della mia omosessualità, ma alla fine stavo bene perché al mio fianco c' era Riccardo, l' unica persona che mi faceva stare veramente bene.

Mi ricordo ancora quando mi fece quella domanda e mi prese il panico, era la prima volta che succedeva una cosa simile.

. . .

"Ehm... Gabi, posso farti una domanda...?"

"Certo dimmi tutto."

"A... a te piace qualcuno?"

Oddio. Adesso che gli dico? Non posso di certo dirgli che mi piace lui, anche perchè la potrebbe prendere male, cominciando a provare odio nei miei confronti, a considerarmi anormale... e poi non voglio rischiare che la nostra amicizia finisca, specialmente in malo modo...

Mi chiama per nome, risvegliandomi dai miei pensieri.

"Ehm, sì scusa. Ora che ci penso no, non mi piace nessuno. Ma perchè questa domanda?"

Sospira prima di cominciare a parlare
"Ehm, è un po' complicato da spiegare, ma te lo dico comunque." mi sembra abbastanza irritato.

"Praticamente, i miei genitori vogliono che mi cominci ad abituare nell' avere qualcuno al mio fianco già da adesso, anche se la relazione dura poco, perchè mi dovrò sposare abbastanza presto, circa dopo i vent'anni e ecco... volevo sapere da qualcuno cosa si prova quando ti piace veramente tanto una persona. Perchè adesso non è che mi piaccia qualcuno in particolare."

"Pfft... e perchè scusa?" dico cercando di trattenermi dal non ridere.

"Diciamo che è una "tradizione" della nostra famiglia, mi dovrò sposare abbastanza presto perchè dovrò fare almeno un figlio maschio, che erediterà la nostra azienda..."

Non riesco più a trattenermi...
"Pfft... hahaha... scusa è che... non ci riuscivo più...haha... che cosa assurda hahaha." dico mentre rido

A quel punto anche lui si fa trascinare e comincia a ridere

"Ma che dici, tranquillo, hai ragione hahaha"

Poi cerchiamo entrambi di tornare seri e decidiamo di sdraiarci uno affianco all' altro sull' erba del campetto per guardare il tramonto.

"Certo che a tredici anni non è un po' troppo presto?" dico dispiaciuto e anche un po' triste...

"È quello che penso anche io, solo che i miei genitori non mi ascoltano e continuano a cercarmi una fidanzatina" dice sbuffando.

. . .

Diciamo che in quel momento ero abbastanza triste, infatti sapere che la persona che ti piace non può stare con te per qualsiasi motivo è come andare a sbattere contro un muro.

Mi vengono in mente altri ricordi, ma non molto piacevoli; ad esempio quello in cui confessai a mia madre delle mie preferenze sessuali.

In quel momento desideravo sotterrarmi e sparire dalla faccia della terra.

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