2 capitolo

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"eccomi"

esco dalla cantina chiudendo a chiave, lei è seduta sul divano con il viso tra le mani, mi siedo accanto a lei e non posso fare a meno di stringerla a me.

" basta, è tutto finito" le dico stringendola,

" cosa ti ha fatto?" Le chiedo.

" si-si è approfittato di me e-"

la interrompo non voglio sapere altro.

"basta, non ti toccherà mai più, okay?"

Le dico sorridendo, la rabbia mi ribolle dentro peggio di prima, ma faccio il possibile per esserle d'aiuto.

" come ti chiami?" Le chiedo, non si stacca da me e mi stringe come se fossi il suo riparo.

" Sophia, mi chiamo Sophia" dice tirando su col naso. La stacco da me per poterla guardare in faccia

" okay, io sono Harry." Le dico sorridendo,

" non ti ringrazierò mai abbastanza"
dice asciugandosi le lacrime, mi fa troppa tenerezza. Prendo un fazzoletto dalla mia tasca e gli tampono sotto gli occhi delicatamente per farle asciugare le lacrime.

" non devi ringraziarmi."

Rimane in silenzio e si lascia asciugare le lacrime poi si guarda intorno

" voglio andare via da qui, Harry" mi dice ancora con voce tremante, mi alzo di scatto

"si, certo" mi tolgo impacciatamente il giubbotto e glielo poso sulle spalle

"così non avrei freddo" la guido fuori fino alla mia auto.
Nota il finestrino spaccato ma non fa domande.

" ti fa male il labbro?" Le chiedo concentrato alla guida, guarda fuori dal finestrino
" sì, un po" dice, la sua voce è più calma, sono sollevato.

" dove abiti?" Le chiedo,

" due isolati da qui" dice indicando con la mano tremante, annuisco e rimango in silenzio.

Mi fermo avanti al palazzo dove abita, si gira di scatto verso di me, i suoi occhi sono ancora pieni di terrore

" ti prego, non lasciarmi sola" dice guardando in basso, come potrei? Ci sono dentro ormai, è così innocente e indifesa.

" salgo con te" le dico uscendo dall'auto.
Saliamo nel suo appartamento.

" accomodati" mi dice indicando il divano,

" con chi vivi?" Le chiedo guardandomi intorno, sembra un posto troppo grande per una sola persona.

" con il mio..ragazzo. È fuori per lavoro" dice con tono imbarazzato,
Si poggia al muro e osserva il vuoto, non posso starmene seduto così.

" hey" dico attirando la sua attenzione.

"siediti, prendo del ghiaccio" le dico accarezzandole il braccio.

Vado in cucina, e apro il suo frigo, trovo del ghiaccio e mi precipito da lei.

"ecco-" sta dormendo rannicchiata contro il cuscino, mi siedo accanto a lei e le poggio lentamente il ghiaccio sulle labbra, sussulta poi si rilassa.
Le tengo il ghiaccio sulle labbra per 10 minuti, fino a che non si agita

" no. Lasciami. Harry! Aiutami" urla.

Le scuoto le spalle per svegliarla.
Si alza di scatto.

"Harry" dice il mio nome con sollievo, e poggia la sua testa sul mio petto, mi irrigidisco preso di sorpresa, insomma l'ho appena conosciuta, ma capisco che sia impaurita da quel mostro che è mio padre.

" era solo un sogno" le sussurro, non alza la testa dal mio petto

" perché eri li?" Mi chiede.

" quel bastardo si è approfittato di mia madre avanti ai miei occhi, quando avevo 8 anni" dico mentre la voce mi si spezza in gola.
Mi stringe un secondo le mani sul petto poi le rilassa

" mi dispiace." Dice tornando a piangere,

" non piangere, su Sophia" le dico accarezzandole il braccio.

" scusami se sono poggiata così a te, non mi conosci neanche" dice rimanendo stretta a me.

" solo che.. Mi sento così sicura." Dice con sollievo.

Sorrido e la stringo " non preoccuparti, nessun problema."

Si alza dal mio petto e incrocia le gambe " perché ti sei vendicato solo ora?" Mi chiede rimettendosi il ghiaccio sulle labbra.

" ho scoperto solo ora che era lui, la cosa più orribile è che è mio padre." Mi vergogno veramente.

Sembra spaventarsi, si sposta all'indietro sul divano, poi sospira e ritorna dov'era.

" ma tu non..non sei come lui" non so se lo sta affermando o se me lo sta chiedendo.

" assolutamente." Dico.

" quello non è mio padre, no." Dico con tono schifato, so che lo è ma non lo considero come tale.

" tua madre come sta?" Mi chiede.

" sta bene.. Si è risposata, e ha fatto un altra figlia" dico accennando un sorriso, finalmente sorride anche lei

"Sono contenta" dice ancora con il mio giubbotto sulle spalle.

" dovrei avvisarla che sto bene" dico sbuffando.

" avvisala, chiamala. Anzi no, vai da lei. Sarà preoccupatissima"

Dice gesticolando. Sorrido " stai calma. Non voglio lasciarti sola" dico a bassa voce.

" no davvero, vai." Insiste accennando un sorriso.

" promettimi che non piangerai dinuovo, torno presto" dico alzandomi.

" se-se per te va bene" mi correggo.

" si, si. Quando vuoi, ti aspetto." Dice passandomi la mia giacca di pelle,

" no tienila." Dico uscendo.

The SonWhere stories live. Discover now